23/12/2007
(EDUARDO LETIZIA) - Palesiamo sin
dall’inizio la nostra iscrizione al partito
di chi vede nel pareggio ottenuto oggi
contro il Torino una occasione mancata per
mettere tre punti importanti in cascina. Le
motivazioni di ciò, ad avviso di chi vi
scrive, non sembrano imputabili alla mera
sfortuna, in quanto è pur vero che oggi il
Napoli è incappato in un direttore di gara
che dava l’impressione di soffrire di
allucinazioni e che a fine gara il pallone
di Calaiò, finito sul palo, poteva regalare
i tre punti agli azzurri con un po’ di
fortuna in più, ma il Napoli di oggi non è
comunque sembrato all’altezza di quello
ammirato nelle prime gare di campionato,
soprattutto nel primo tempo. Sicuramente i
tre punti non li avrebbe meritati il Torino
che, a dispetto del finto 4-3-3 iniziale,
molto più simile ad un 4-5-1, per gran parte
della gara si è preoccupato di innalzare una
barricata al cospetto di un Napoli, a vista
d’occhio, tutt’altro che letale. Più dei
granata la vittoria l’avrebbe probabilmente
meritata il Napoli, pur non volendo con ciò
affermare che quella degli azzurri sia stata
oggi una buona prestazione, anzi. Gli uomini
di Reja hanno faticato terribilmente a
trovare spazi ed a creare pericoli per la
difesa torinese, questo sia per la
difficoltà evidente di imprimere ritmo alle
proprie azioni, sia a causa di alcune
prestazioni abbondantemente insufficienti di
alcuni elementi. Tra questi pessima la prova
di Lavezzi, poco incisivo e sempre avulso
dalla manovra, ha spesso tentato di creare
qualcosa palla al piede, ma le sue
iniziative venivano sempre fermate con
estrema facilità dai difensori del Torino.
Negativo anche Gargano a centrocampo che ha
mostrato ancora una volta, tutti i suoi
limiti in fase di appoggio e di assistenza
ai compagni. Tutta la squadra del Napoli è
comunque apparsa sottotono. Nella ripresa
Reja, cercando di approfittare della
superiorità numerica, ha cercato di dare una
scossa alla sua squadra con l’inserimento di
Hamsik al posto di Savini, passando alla
difesa a quattro ed aggiungendo un uomo in
più a centrocampo. In effetti lo slovacco è
riuscito a creare qualche buona occasione
per la sua squadra, ma gli azzurri hanno
continuato a non riuscire a pareggiare il
rigore fantasma di Rosina, sbagliando anche
a loro volta un tiro dal dischetto. Per
cercare di agguantare il pareggio Reja
decideva così di inserire alle due punte di
riserva Sosa e Calaiò, che subentrando a
Bogliacino e al deludente Lavezzi,
imprimevano al Napoli la fisionomia di un
4-3-3. Con questa fisionomia gli azzurri
iniziano a insidiare maggiormente la
retroguardia granata. In avanti però Reja
non riusciva a trovare una collocazione
adatta a Calaiò, che agiva troppo lontano
dall’aria di rigore, mentre Zalayeta si
muoveva in una posizione praticamente da
rifinitore. Garics e Domizzi, a cui Reja
chiedeva di spingere con insistenza,
cercavano di arrivare talvolta sul fondo, ma
le loro assistenze si rivelavano il più
delle volte imprecise. Nel finale perciò
toccava al Pampa Sosa il compito di dare una
svolta alla partita. E’ stato bravissimo
infatti a consegnare ad Hamsik la rete del
pareggio ed a fornire a Calaiò la palla del
possibile 2-1.
Il Napoli dunque non riesce a vincere una
partita largamente alla sua portata,
concludendo un 2007 eccellente senza la
ciliegina sulla torta che i tifosi
speravano.
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