• OBIETTIVO NAPOLI - AZZURRI BEFFATI, SCONFITTA IMMERITATA •

30/9/2007

(EDUARDO LETIZIA) - Una grande amarezza ci assale dopo questa immeritata sconfitta. Sconfitta immeritata per due motivi. Il primo di natura tecnica: il Genoa dopo la rete segnata fortunosamente, è stato messo sotto per l’intera partita, ma ciononostante con un solo tiro in porta è riuscito ad aggiudicarsi l’intera posta in palio. Il secondo motivo è di natura extracalcistica. Negli altri campi italiani volano petardi e si assiste ad accoltellamenti. Non accade nulla. Nessuna conseguenza. Al San Paolo vola una bottiglietta (forse che volino solo a Napoli?): squalifica del campo e la squadra di Reja è costretta a giocare senza il suo pubblico, che da queste parti è davvero un valore aggiunto…
Ma veniamo alla partita. Il Genoa (in teoria) “ultraoffensivo” di Gasperini viene a Napoli schierandosi con una punta e mezza ed un atteggiamento tattico molto simile a quello degli azzurri, con il quale nei primi minuti mette in seria crisi la squadra partenopea. Leon viene posizionato sulla destra, in mezzo tra Savini e la difesa. Questa mossa crea parecchi grattacapi alla difesa napoletana che non riesce ad arginare le giocate dell’honduregno, dai piedi del quale nasce il cross che Cannavaro malauguratamente metterà nella propria porta. Reja si rende conto della situazione critica e decide di mutare il suo solito 5-3-2 mandando in campo Hamsik al posto di Cupi, ridisegnando la sua squadra con una più consona difesa a quattro, abbassando Garics e Savini sulla linea difensiva. Grazie a questa mossa il Napoli prende in mano le operazioni di gioco, in virtù soprattutto del salto di qualità che fa fare al centrocampo l’ingresso del centrocampista slovacco, che oggi sembrava uno dei pochi in grado di dialogare con Lavezzi. In avanti Reja cerca di “giocare” con la posizione di Bogliacino, spostato prima sul fronte destro d’attacco, poi dietro le punte, per cercare di dare un maggiore apporto ad un reparto che sempre più si reggeva sulle sole giocate del Pocho. L’uruguayano però oggi è parso in una giornata grigia e il suo apporto è stato alquanto insufficiente.
Nel secondo tempo il Napoli entra in campo con un altro spirito ed una maggiore rapidità, caratteristica che era mancata nella prima fase, tanto che dopo pochi minuti riesce ad agguantare il pareggio. La partita a questo punto sembrava nelle mani del Napoli, così Reja decide di potenziare il suo attacco con l’ingresso del Pampa Sosa al posto di Bogliacino. Questa mossa probabilmente risulterà più deleteria che altro. Le due torri, Zalayeta e Sosa, in attacco ingombrano gli spazi nell’area genoana e costringono Lavezzi ad agire in una posizione più arretrata e centrale, da dove perde gran parte della sua pericolosità. Probabilmente anche Reja si accorge di ciò e decide così di spedire in campo Calaiò al posto di Zalayeta, consegnando al numero 11 azzurro il compito di agire sul fronte destro dell’attacco. Purtroppo a quel punto subentra la stanchezza a tagliare il fiato agli azzurri. Lavezzi è fisicamente a terra e non è l’unico. A centrocampo l’unico che continua a battersi è Blasi, mentre Gargano è dinamico, ma si produce in una serie di giocate pericolose ed appoggi sbagliati e Hamsik spesso viene ignorato dai compagni che s’incaponiscono in azioni personali dagli esiti nefasti (Lavezzi in primis). Calaiò non tocca palla. Sugli esterni non c’è più spinta: Savini è in preda ai crampi e Garics quando scende risulta più dannoso che altro, a dimostrazione che l’austriaco una ne indovina e 100 ne sbaglia (di partite è sottointeso). Nonostante tutto ciò, la pochezza del Genoa è tale che è comunque il Napoli a tenere in mano il pallino del gioco sebbene, greve, si faccia sentire, ogni minuto di più, la mancanza del supporto dei tifosi dagli spalti che, negli ultimi minuti, avrebbe potuto dare quella spinta verso il sorpasso che sarebbe stata decisiva. Nel finale però, inaspettata e immeritata, invece di una possibile rete azzurra, arriva la beffa. La rete della vittoria del Genoa.
Inizia ora il tour de force per gli azzurri che dovranno cercare di recuperare contro le grandi del calcio italiano qualche punto perso per strada. Non sarà facile, ma crederci è d’obbligo.
 

 

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