19/3/2008
(EDUARDO LETIZIA / foto di Felice De
Martino) - Un’altra serata da incorniciare
quella di oggi per Reja ed i suoi ragazzi.
Il Napoli ha dimostrato per l’ennesima volta
la sua predilezione per le partite in
notturna, soprattutto al San Paolo, dove,
dopo l’inter di Mancini, questa volta è
toccato alla Fiorentina, quarta forza del
campionato, pagare dazio per il transito
dalle parti di Fuorigrotta dopo le ore
20.00.
La prestazione degli azzurri è stata questa
sera, senza dubbio, lodevole sotto tutti i
punti di vista, favorita anche da una
tattica iniziale adoperata da Prandelli di
difficile comprensione. L’allenatore viola
ha infatti abbandonato il suo consueto e
vincente 4-3-3 in favore di una sorta di
4-4-2 con il rombo a centrocampo, in cui
mancava una vere prima punta di peso. Invece
di inserire uno tra Cacia e Papa Waigo
Prandelli ha preferito inserire un
centrocampista in più, Donadel, tenendo
Montolivo in appoggio a Mutu e Osvaldo.
Nonostante questo accorgimento tattico la
Fiorentina non è mai riuscita ad avere in
mano le redini del centrocampo. I quattro
centrocampisti viola sono stati
sistematicamente sovrastati da Blasi,
Gargano e Hamsik, aggressivi come sempre,
che hanno potuto trovare un ottimo sbocco da
dove far fluire il gioco sulla fascia
destra, dove un Mannini in grande spolvero
ha saputo, con costanza e qualità, dare un
eccellente contributo alle azioni offensive
ed alle ripartenze dei partenopei, mettendo
sempre in crisi Pasqual sul suo lato.
L’attacco della Fiorentina si è d’altra
parte imbattuto in una difesa azzurra che,
ben coperta dal centrocampo, ha saputo
annullare ogni iniziativa degli avversari.
Molto buone a tal proposito le prestazioni
di Cannavaro e Domizzi (anche se su quest’ultimo
pesa la responsabilità una pensante
ammonizione), ma a dir poco eccezionale,
ancora una volta, la performance del
“leoncino di Bahia”, Santacroce.
L’italo-brasiliano ha sistematicamente
vanificato le azioni offensive di tutti gli
attaccanti che capitavano dalle sue parti,
Mutu su tutti. Il giovane è forse il miglior
difensore italiano attualmente, ma diciamolo
piano, non vorremmo che l’ottimo Fabiano si
montasse la testa vista la giovane età,
anche se in verità non ci sembra il tipo.
In mezzo al campo si è detto dell’eccellente
gara dei mediani azzurri. Andando nel
dettaglio non si può non sottolineare
l’ennesima, poderosa, prestazione di Blasi,
che ha fatto proprio quello che è mancato
nella partita contro la Juventus: ha
recuperato tantissimi palloni e li ha
smistati con lucidità. Al suo fianco è stato
altrettanto bravo Gargano in fase di
pressing e recupero palla ma, come spesso
accade, sono stati tantissimi gli appoggi
sbagliati dal numero 23 uruguayano.
Quando difesa e centrocampo girano al meglio
si creano le condizioni adatte a innescare
le qualità offensive dell’attacco del
Napoli. La parte del leone l’ha fatta oggi
Lavezzi, che quando è in uno stato di forma
così brillante diventa davvero irrefrenabile
per le difese avversarie, soprattutto quando
ha a disposizione larghi spazi nei quali far
valere la sua velocità. Al suo fianco ha
iniziato bene la partita Calaiò, che si è
proposto in una serie di buone iniziative in
cui si è proposto per vrapidi dialoghi con i
compagni di squadra. Nella ripresa l’arciere
è un po’ calato ed in pratica non è riuscito
più a fare le giocate semplici che servivano
nella parte finale di gara, in cui gli è
stato preferito il Pampa Sosa.
In chiusura ci sia concessa una menzione
speciale per Matteo Gianello. Il secondo
portiere azzurro sta davvero sostituendo nel
migliore dei modi Iezzo ed anche stasera si
è esaltato in un paio di pregevoli
interventi che hanno confermato, qualora ce
ne fosse bisogno, che il numero uno
napoletano può continuare con estrema calma
il suo recupero, senza bisogno di affrettare
i tempi.
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