2/12/2007
(EDUARDO LETIZIA) - Adesso capiamo come si
sono sentiti i tifosi dell’Udinese dopo la
sonora sconfitta patita contro gli azzurri
nella seconda giornata di campionato…. Beh,
per la legge del contrappasso, anche noi,
rei di aver probabilmente troppo
“fantasticato” in occasione di qualche buona
prestazione della nostra squadra, veniamo
riportati alla realtà nel modo peggiore, con
una sconfitta umiliante e senza
giustificazioni.
Fin dai primi secondi di gara è apparsa
palese la superiorità dell’Atalanta. Gli
uomini di Del Neri hanno messo in campo un
ardore ed una tenacia che ha annichilito gli
azzurri, costringendoli nella propria metà
campo per gran parte della gara.
I bergamaschi hanno però potuto godere,
oltre che di una evidente supremazia
mentale, anche dell’ingenuità tecnica di
Reja che ha mandato in campo, quest’oggi,
una formazione che non aveva la benché
minima possibilità di impensierire
l’avversario.
Innanzitutto la squadra ha avuto un
approccio alla gara suicida. Il perché di
ciò va probabilmente ricercato nella cattiva
preparazione della partita in settimana, in
un rilassamento mentale dovuto ad
un’auto-esaltazione dei propri mezzi ed a un
intorpidimento successivo a qualche buona
prestazione fornita nelle giornate passate.
In secondo luogo c’è da sottolineare
l’inadeguatezza tattica della squadra
schierata quest’oggi. Al cospetto di un’Atalanta
che fa del gioco sugli esterni la sua
peculiarità, mandare in campo gli azzurri
col solito 3-5-2 ci è sembrato del tutto
inopportuno. I due esterni alti atalantini,
Ferreira Pinto e Langella, hanno sempre
trovato delle appetitose praterie alle
spalle dei due pseudo-esterni napoletani,
Garics e Savini, che non sono mai riusciti a
frenare le loro iniziative. Senza dubbio la
soluzione, tatticamente, migliore per
ovviare alla figuraccia di questo
pomeriggio, sarebbe stata quella di
schierare la formazione con una difesa a
quattro e con un centrocampo più folto e
largo sugli esterni, che avrebbe potuto
mettere un argine al predominio sulle corsie
laterali dei bergamaschi.
C’è però da dire che probabilmente, anche
con un diverso atteggiamento tattico, la
partita sarebbe stata ugualmente dominata
dalla squadra di Del Neri. Questo perché il
calcio non è fatto solo di moduli e
tatticismi, ma anche, e soprattutto, di
uomini e condizioni mentali. Dell’approccio
inopportuno e dell’atteggiamento mentale
errato degli azzurri abbiamo già detto. Per
quanto concerne gli “uomini” è doveroso
sottolineare come molti di essi si siano
esibiti in una prestazione semplicemente
pessima. Sul banco degli imputati questa
domenica vanno, in primis (tra i tanti), i
tre centrocampisti. Proprio il centrocampo,
infatti, quello che spesso è risultato il
reparto migliore del Napoli, è stato oggi la
zona del campo dove gli uomini di Reja sono
riusciti a far peggio. Blasi, solitamente il
migliore della squadra, almeno per quanto
riguarda l’impegno e l’utilità in fase di
copertura, è parso irriconoscibile. Garagano
è stato uno degli uomini più preziosi…per l’Atalanta!
Con i suoi appoggi sbagliati ed i suoi
tentativi di giocate deleterie palla al
piede, ha spesso dato il via a limpidissime
azioni degli avversari e, tra l’altro, non è
mai riuscito a contenere le iniziative di
Cristiano Doni. Emblematica, in tal senso,
l’azione del gol del numero 72 nerazzurro,
quando quest’ultimo stazionava libero fuori
area ed il centrocampista uruguaiano, che
avrebbe dovuto marcarlo, passeggiava
spensierato e compassato verso la propria
area, senza preoccuparsi di accorrere in
chiusura. Completa il deprimente quadretto
del centrocampo azzurro Marek Hamsik.
L’interno slovacco oggi, praticamente, non
ha fatto nulla. Evanescente, pareva
aggirarsi per il campo come alla ricerca del
suo “gemello buono”, quello che nelle prime
giornate di campionato aveva incantato con
le sue giocate il pubblico napoletano.
Mentre per Blasi e Gargano la prestazione
odierna risulta un’eccezione dopo una lunga
serie di ottime partite, per il numero 17
partenopeo la gara di oggi si pone sulla
scia di un periodo in cui il suo rendimento
è risultato tutt’altro che positivo. Non
vorremmo che per il giovane Marek il
successo improvviso, o peggio, le sirene
degli interessamenti di grandi club, stiano
incidendo negativamente sulle sue
prestazioni.
A prescindere dai problemi sulle fasce e al
centrocampo c’è da dire che nessun reparto,
o meglio, nessun giocatore, si è salvato in
questa domenica da incubo.
La nostra speranza è che si possa imparare
qualcosa da questa sconfitta e che il Napoli
possa ritrovare la compattezza e l’umiltà,
senza le quali il cammino in campionato per
gli uomini di Reja potrebbe,
improvvisamente, rivelarsi più ostico del
previsto.
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