• OBIETTIVO NAPOLI - AZZURRI NON PERVENUTI AL MARASSI •

27/2/2008

(EDUARDO LETIZIA) - Che quella di stasera si presentasse come una trasferta particolarmente impegnativa per gli azzurri, visto il periodo di forma dell’avversario, lo si sapeva. Quello che più delude di questa sconfitta è però il modo in cui essa è maturata. Gli uomini di Reja hanno impostato la partita in maniera eccessivamente difensiva, contro un Genoa la cui difesa, notoriamente, va in crisi se messa sotto pressione. Nella prima fase della gara gli azzurri avevano pur tentato di fare gioco, palesando tuttavia una notevole mancanza di concretezza una volta arrivati nella trequarti genoana. Con l’andare della partita poi, ogni tentativo di manovrare è andato scemando, e le azioni dei partenopei sono state affidate ai soli lanci lunghi per la testa di Sosa.
Dalla metà del primo tempo in poi i rossoblù hanno preso il possesso del centrocampo, ed hanno iniziato a ricamare gioco, approfittando della scarsa vena dei mediani napoletani, di cui, il solo Blasi tentava di donare un po’ di grinta ad un reparto privo di spunti e lucidità. Il settore difensivo ha retto bene fino alla rete di Sculli, quando Savini e Contini hanno consentito alla punta ex modenese di girarsi indisturbato e concludere a rete sul primo palo mal coperto da Gianello.
Subito dopo la rete degli uomini di Gasperini, con le due occasioni di Sosa e Hamsik, le uniche della partita per gli azzurri, si è avuta la prova di come, con un atteggiamento diverso, sarebbe stato possibile mettere in difficoltà il Genoa.
Nel secondo tempo Reja ha cercato di rivoluzionare l’assetto della propria formazione. Inizialmente, con l’ingresso di Bogliacino al posto di uno spento Hamsik, ha mutato il proprio modulo in un 4-4-2, con Mannini e Bogliacino sulle fasce e Garagano e Blasi come mediani centrali. Anche questa soluzione non sortisce però gli effetti sperati: i due esterni non riescono mai ad arrivare sul fondo e mettere in mezzo palloni pericolosi per le punte, che spesso isolate in avanti a causa della mancanza di collegamenti tra centrocampo e attacco, sono costrette a girare al largo per cercare qualche pallone giocabile.
È comunque la brillantezza la cosa che più manca agli azzurri, privi di velocità nelle manovre e di idee per danneggiare gli avversari. Reja decide così di giocare la carta Lavezzi, inserendolo al posto di Gargano, passando ad un improbabile 4-2-4, che sguarnisce il centrocampo ed intasa ulteriormente gli spazi offensivi. Di lì a pochi minuti, infatti, il tecnico goriziano ritorna sui suoi passi, inserendo Montervino al posto di Sosa. Nemmeno con il 4-3-3 il Napoli riesce ad imbastire azioni offensive che possano preoccupare il portiere Scarpi, anzi. Il Genoa mantiene con discreta tranquillità il possesso di palla, mettendo anche a segno il 2-0, con un rigore procurato da un fallo di su Borriello causato da Domizzi che, con un grave errore getta delle ombre su una partita che, fino a quel punto, lo aveva visto vincitore del duello personale con il capocannoniere del campionato.
Dal 2-0 in poi il Napoli scompare dal campo, se mai fosse stato presente.
La ripresa si conclude senza che gli azzurri riescano a concludere una sola volta in porta.
Il triplice fischio mette fine ad una pessima gara degli uomini di Reja che dovranno trovare lo smalto di un tempo, soprattutto nei suoi uomini di punta, che stanno attraversando un momento di forma pessimo, se nei prossimi incontri contro le top del campionato non vorranno incorrere in una serie di pessime figure.

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