27/4/2008
(EDUARDO LETIZIA / foto di Felice De
Martino) - Quella di oggi è stata una
partita che ha contemporaneamente messo in
mostra gli attuali limiti e qualità della
squadra di Reja.
L’allenatore goriziano ha deciso, così come
a Parma, di rinunciare inizialmente alla
prima punta, schierando in avanti il solo
Lavezzi coadiuvato da Bogliacino. Questa
scelta di Reja ha causato inevitabilmente
una carenza di peso specifico in attacco e
dunque la mancanza di concretezza sotto rete
utile a scalfire la retroguardia di un Siena
oltremodo coperto. D’altra parte,
soprattutto nella prima fase di gioco, gli
azzurri hanno mostrato una buonissima
circolazione di palla, con una manovra
avvolgente che spesso chiamava in causa i
due esterni Garics e Mannini, le cui
iniziative (soprattutto positive quelle del
secondo, meno quelle dell'austriaco) non
trovavano però punti di riferimento in area
e risultavano così per lo più infruttuose. A
parte della carenza di una prima punta il
Napoli ha sofferto della mancanza di
inserimenti senza palla da parte dei
centrocampisti, in particolare di Hamsik,
parso alquanto sottotono e poco deciso nelle
sue giocate. Gli altri due centrocampisti
mancavano invece delle caratteristiche
necessarie ad inserirsi e creare problemi in
fase offensiva; Montervino ha disputato una
buonissima gara in fase di copertura, mentre
Pazienza si è prevalentemente occupato di
far girare palla con precisione e recuperare
palloni nella zona centrale del campo, pur
palesando un calo nella seconda fase di
gara.
Nella ripresa Reja ha tentato di ovviare
alla carenza di peso in attacco, con
l’ingresso di Sosa in luogo di Montervino.
L’ingresso del Pampa però non ha migliorato
la situazione tattica degli azzurri, anzi.
La squadra è venuta meno dal punto di vista
del fraseggio e gli attacchi sono andati a
farsi più confusi ed incentrati sulla
ricerca della fisicità della punta
argentina, che di certo non ha nelle sue
peculiarità quella di favorire il gioco
palla a terra della squadra. Inoltre con
l’inserimento di Sosa prima, e ancor più di
Calaiò ed il passaggio al 4-3-3 nel finale,
la squadra si è disunita ed esposta ad
alcune ripartenze dei bianconeri di Beretta,
fortunatamente rese vane dalle ottime
prestazioni dei difensori napoletani,
Santacroce su tutti.
Un dato che è emerso chiaramente oggi è
stato quello relativo alla mancanza di
fiducia che Reja ripone nelle due punte che
al momento ha a disposizione: Calaiò e Sosa.
La decisione del mister di mandare in campo
Bogliacino al fianco di Lavezzi sarà stata
sicuramente suggerita dalla volontà di
favorire una manovra più ragionata in
avanti, ma è pur vero che se avesse ritenuto
all’altezza della situazione la coppia di
attaccanti della promozione, considerando
anche le numerose assenze a centrocampo,
sicuramente avrebbe preso una decisione
diversa. L’allenatore azzurro evidentemente
non ha trovato nei due un degno sostituto
del Panteron Zalayeta, uno che cioè potesse
dare lo stesso contributo anche in fase di
costruzione della manovra, che la punta
uruguaiana sapeva fornire grazie alle sue
sponde ed alla sua capacità di tener palla
in avanti. Sia Sosa che Calaiò hanno
caratteristiche differenti. Il Pampa non
possiede certo le doti tecniche adatte a
fornire un contributo di quel tipo, mentre
l’arciere palermitano è invece più adatto
alla finalizzazione delle azioni ed ha
comunque bisogno di una punta di peso al suo
fianco per esprimersi al meglio, ecco perchè
le sue gare migliori in azzurro le ha
disputate sempre al fianco di Sosa.
In definitiva possiamo dire che, oltre a
quelle fondamentali di Domizzi, Gargano,
Blasi e Savini, il Napoli ha oggi sentito
più di altre volte la mancanza del suo
sfortunato attaccante di colore. Proprio
tenendo ben presenti queste considerazioni
bisognerà agire quest’estate sul mercato,
andando alla ricerca di una punta si abile
in zona gol, ma altrettanto valida ad
integrarsi al tipo di gioco che ha imposto
Reja alla sua squadra.
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