9/3/2008
(EDUARDO LETIZIA, foto Fleice De Martino) -
Purtroppo tra le due squadre provenienti
dalla partita della vita, gli azzurri contro
l’Inter e la Roma contro il Real Madrid,
sono stati i giallorossi a portare a casa la
vittoria mostrando, per lunghi tratti della
gara, una superiorità tecnica e tattica
incolmabile.
Gli uomini di Reja sono stati sfortunati ad
incontrare una Roma in splendida forma e che
ha avuto il vantaggio di sbloccare da subito
l’incontro con la rete dell’1-0, che è stata
un enorme danno psicologico e tattico per i
partenopei che non hanno potuto impostare
una gara fondata sulle ripartenze e
verticalizzazioni negli spazi, come contro
la squadra di Mancini. Di ciò, invece, hanno
potuto approfittare i romanisti, bravissimi
a sfruttare il momento di confusione degli
azzurri, collezionando una serie di ottime
occasioni, sventate solo da un eccellente
Gianello.
Gli azzurri hanno pur cercato di rimettersi
subito in carreggiata, ma con poca
concretezza ed in maniera piuttosto confusa.
La spinta sugli esterni richiesta da Reja
appariva timida e poco costante, Mannini
sulla destra pareva poco convinto nel
momento in cui era necessario puntare il
diretto avversario, Cicinho, che pure in
fase difensiva non eccelle, ed anche in fase
di copertura si è trovato spesso in
difficoltà contro Vucinic. Sulla sinistra le
discese di Domizzi sono rare, almeno nel
primo tempo, viceversa nella ripresa
risulterà uno dei più propositivi.
Il problema fondamentale del Napoli nel
primo tempo è stata la mancanza di
precisione negli appoggi ed i troppi errori
in mezzo al campo. Le azioni più importanti
degli uomini di Spalletti sono nate da
disimpegni errati della retroguardia
partenopea, il primo gol stesso è scaturito
da un passaggio sbagliato di Contini, o da
palle perse in maniera sciocca che hanno
consentito alla Roma di scatenare le sue
caratteristiche ripartenze rapide. Numerosi
sono stati gli errori da parte di Gargano in
primis, ma anche giocatori come Mannini e,
in maniera minire, Blasi, non hanno brillato
per precisione.
Nel secondo tempo è accaduto un po’ quello
che è avvenuto nel primo. La Roma è infatti
riuscita ad andare subito in rete, spezzando
sul nascere ogni velleità di recupero degli
azzurri. È stato proprio a questo punto però
che il Napoli ha avuto una grande reazione.
Dopo qualche minuto di sconforto,
immediatamente dopo lo 0-2, gli uomini di
Reja hanno improvvisamente alzato il ritmo,
mettendo per quasi tutta la ripresa i
giallorossi sotto pressione. L’ingresso di
Calaiò al posto di un deludente Mannini ha
propiziato questo cambio di marcia. La
squadra si è disposta in attacco con il
tridente, lasciando i tre a centrocampo
Blasi, Gargano e Hamsik, mantenendo tuttavia
molto alta la posizione di Domizzi. Dai
piedi di quest’ultimo sono nati una serie di
ottimi cross ed una spinta costante sul suo
lato. Si accendeva improvvisamente anche la
luce del Pocho Lavezzi, che cominciava ad
inventare una serie di giocate incredibili
che mandavano in tilt la difesa giallorossa.
Purtroppo però, frenati da ottimi interventi
di Doni e talvolta da arbitro e guardialinee
gli uomini di Reja non riusciranno a
realizzare la rete del 1-2 che avrebbe poi
consentito di attuare il forcing finale.
La partita si chiude dunque sul risultato di
0-2, che regala alla Roma ulteriore
coscienza delle proprie potenzialità, ma che
non condanna del tutto il Napoli.
Gli azzurri dovranno imparare dagli errori
commessi nel primo tempo e ripartire
dall’ardore agonistico e dalla qualità
espressa nella ripresa, per andare a Torino
ad affrontare la Juve domenica prossima. La
nota negativa per la prossima gara sarà
l’assenza per squalifica di Manuele Blasi,
l’incontrista fondamentale per gli equilibri
del centrocampo di Reja.
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