10/2/2008
(EDUARDO LETIZIA) - Continua il mal di
trasferta del Napoli che nemmeno questa
domenica, al cospetto della Sampdoria, è
riuscito a sfatare il tabù esterno che dura
ormai dalla seconda giornata di campionato,
in occasione dello 0-5 contro l’Udinese.
Quello di oggi è stato un Napoli abulico in
fase offensiva, che nell’arco di tutti i 90
minuti è riuscito a tirare in porta in una
sola occasione, al 33° della ripresa con
Bogliacino, conclusione tra l’altro
facilmente bloccata da Castellazzi. Per
tutto il resto della gara i partenopei si
sono preoccupati solo di limitare gli
attaccanti doriani, Cassano in primis, e di
tenere palla senza mai riuscire a
verticalizzare per mettere in difficoltà la
difesa avversaria.
Dopo un primo tempo in cui gli azzurri hanno
comunque cercato d’imbastire, senza
successo, qualche trama offensiva, nella
ripresa la squadra di Reja è stata
inguardabile. Rintanata nella propria
trequarti di campo ha prestato il fianco
alle iniziative blucerchiate, cercando
esclusivamente di portare a casa lo 0-0 e
non preoccupandosi minimamente di attaccare
l’avversario. Il reparto offensivo
napoletano perciò, a conti fatti, è
risultato una mera comparsa sul prato del
“Luigi Ferraris”, abbandonato al proprio
destino ed incapace pure di tenere palla.
Tra i più negativi dei partenopei è infatti
risultato Zalayeta, che non è riuscito né
nel compito di far salire la squadra, né
tanto meno di creare pericoli alla porta
difesa da un inoperoso Castellazzi. Anche il
Pocho, al suo fianco, è parso poco lucido e
affaticato soprattutto nella ripresa,
comprensibilmente sotto tono a causa
dell’impegno infrasettimanale con
l’Argentina. Ci chiediamo il perché del
mancato utilizzo, anche a gara in corsa, di
un giocatore fresco e motivato come Calaiò,
vista la prestazione delle due punte, ma
forse, oramai, per rivedere in campo
l’attaccante palermitano si dovranno
attendere tempi migliori, ovvero l’anno
prossimo con un nuovo tecnico sulla panchina
azzurra.
Guardando agli altri reparti della squadra è
possibile scorgere qua e là qualche nota
positiva. La difesa, ad esempio, ha retto
bene per gran parte della gara, concedendo
poche occasioni alla Samp. Eccellente è
stata la prova del giovane Santacroce, che
quest’oggi ha confermato tutto quanto di
buono detto su di lui, tenendo a bada
avversari del calibro di Cassano e Bellucci.
I problemi della difesa emergono però, come
al solito, allorquando è necessario
difendere su palle inattive, e spesso nei
movimenti per mettere in off side le punte
avversarie. In una retroguardia a cinque
risulta più difficile, rispetto ad una a
quattro, far salire correttamente la linea
difensiva, e queste difficoltà divengono
maggiori se gli uomini che la compongono
giocano per la prima volta insieme, come
oggi il Napoli. Le due reti della Sampdoria
sono difatti nate da due errori di Grava
che, come in altre circostanze in passato
(si veda ad esempio la seconda rete di Cruz
contro l’Inter), tardava a salire insieme ai
compagni, lasciando gli avversari in
posizione regolare.
A centrocampo i giocatori si sono dedicati
prevalentemente alla fase difensiva. Quello
che maggiormente avrebbe dovuto appoggiare
gli attaccanti, Hamsik, è risultato uno dei
peggiori in campo, spesso fuori dal gioco e
poco motivato, mentre i suoi compagni di
reparto, Pazienza e Gargano, si sono
sacrificati in una sufficiente gara di
interdizione.
Sugli esterni c’è invece da sottolineare
l’ottima gara di Blasi, in un ruolo che
potrebbe vederlo protagonista anche in altre
circostanze, da una parte, e a sinistra la
prova non eccelsa di un Mannini apparso in
difficoltà nel ruolo di esterno sinistro,
che ha spesso sofferto le iniziative di
Maggio sul suo lato e ha offerto poco anche
in fase di appoggio. Il fatto che da qualche
settimana si stia rimpiangendo il buon
Savini in quella posizione, fa capire quanto
il Napoli avrebbe avuto bisogno di un
esterno sinistro basso…
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