• OBIETTIVO NAPOLI - FIGURACCIA SCONGIURATA ALL'ULTIMO SECONDO •

20/1/2008
 

(EDUARDO LETIZIA) - Il pareggio odierno non servirà a sollevare il Napoli dal suo periodo di empasse post natalizio, ma sicuramente può essere accolto con moderata soddisfazione visto il binario su cui pareva incanalata la partita fino a pochi secondi dal fischio finale. La rete di Hamsik a tempo scaduto non deve, e non può, comunque cancellare le enormi pecche che la squadra di Reja ha, ancora una volta, palesato.
I problemi degli azzurri sono da ricercare soprattutto nella propria fase di contenimento. La difesa continua infatti a subire reti evitabili ed a concedere troppe limpide occasioni agli avversari. Fuorigioco sbagliati, appoggi imprecisi, cali di concentrazione sono all’ordine del giorno in un reparto che, fino a qualche mese, fa risultava uno dei punti di forza della formazione partenopea. Questa serie di errori risultano ancora più gravi se si pensa che Reja è solito disporre la propria retroguardia con cinque elementi. Sarebbe a questo punto più indicato sistemare la difesa con una linea a quattro, come ormai la maggior parte delle formazioni europee, in modo da fornire anche una maggiore copertura sulle corsie esterne, favorendo inoltre le caratteristiche dei propri giocatori.
Altri campanelli d’allarme risuonano dal reparto di centrocampo. Se la difesa azzurra subisce particolarmente le iniziative avversarie questo è da imputarsi probabilmente anche al cattivo filtro offerto dai centrocampisti. Questi infatti risultano spesso impegnati più nella fase offensiva che in quella di copertura. Anche questo oggi è stato abbastanza evidente. Nella mediana agivano infatti Hamsik e Bogliacino che, pur avendo disputato una buona partita in fase di appoggio alle punte, spesso lasciavano al solo Blasi gli obblighi di rottura, al cospetto del centrocampo laziale molto bravo nel doppio lavoro di copertura e ripartenza, grazie alle caratteristiche di elementi come Mauri, Mutarelli e Behrami. Questo problema sarà ancora più evidente la settimana prossima, quando mancherà, per l’ennesima volta squalificato, Blasi (si è ormai capito che sul centrocampista romano è lecito contare una partita sì ed una no). Prevediamo fin d’ora le difficoltà alle quali il Napoli andrà incontro a causa della scarsa fisicità nel mezzo. Cosa si aspetti per acquistare sul mercato un giocatore che possa dare sostanza al centrocampo, in assenza di Blasi, è uno dei misteri sui quali non smetteremo mai d’interrogarci…
Ad ogni modo la partita di oggi degli azzurri ha dimostrato come la tenacia e la volontà, invece che la tattica, siano le armi su cui ormai può far leva il Napoli. Gli attacchi partenopei sono sempre stati mossi da furore agonistico e da alcune preziose giocate dei singoli. Inoltre gli input derivanti dalla panchina, tramite i cambi, sono stati tutti inopportuni o intempestivi. Incomprensibile, almeno di problemi fisici, la decisione di far uscire Bogliacino, uno dei pochi capaci di offrire assistenze ai compagni d’attacco, deleterio l’ingresso di Dalla Bona, che seppur entrato al posto di Savini in pratica è stato colui che ha tolto il posto a Bogliacino, tardivo l’ingresso di Calaiò, che in dieci minuti non potrà mai riuscire a dimostrare il proprio valore, comico, infine, l’ingresso di Grava, favorito probabilmente per difendere il gol di svantaggio.
È senza dubbio vero che gli azzurri hanno trovato sulla loro strada un “vecchietto” che, tra i pali della squadra avversaria, oggi le prendeva tutte, ma è pur vero che le occasioni per chiudere il conto non sono mancate nemmeno alla Lazio, che diverse volte avrebbe potuto approfittare degli errori della difesa azzurra.
Alla fine la sconfitta è stata scongiurata, ma anche oggi il Napoli s’è confermato una squadra poco solida, capace di buone giocate offensive, grazie all’abilità di alcuni singoli, ma debole e insicura in difesa. In questi casi una volta si può essere assistiti dal fato, e si riesce a recuperare una gara, come oggi, in un altro caso si può incontrare un avversario tecnicamente superiore, allora finisce in goleada (come contro il Milan), o in un’altra circostanza si può incontrare una formazione più brava a sfruttare le occasioni che gli capitano (come accaduto contro il Palermo, per fare un esempio) e pur costruendo molte occasioni in avanti si esce dal campo senza aver conquistato nemmeno un punto.

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