• IL 2007 DEL NAPOLI: UN ANNO DA INCORNICIARE •

25/12/2007

(RENATA SCIELZO) - 2007. Un anno da incorniciare in casa Napoli. Qualche capitombolo c’è stato, ma ad avere la meglio sono state gioie e soddisfazioni. Il 2007 ha regalato ai nostri protagonisti momenti indimenticabili.
De Laurentiis ha raccolto i frutti dei suoi investimenti. Marino, sebbene in zona Cesarini, ha piazzato bei colpi di mercato che hanno messo a tacere critiche e polemiche. La squadra ha acquisito maturità e ha cominciato a regalare anche spettacolo. Mr. Reja ha messo a segno la vittoria più importante della sua carriera.
Ma forse tutto era già scritto. Nel dicembre dell’anno scorso l’oroscopo di Riccardo Sorrentino (e non perdete l’oroscopo del 2008) preannunciava: “L’ allenatore del Napoli è del segno della Bilancia e, per lui, dovrebbe essere un anno magico e fortunato e considerando che il campionato finisce sotto il segno amico dei Gemelli, il suo trend astrale contribuisce molto alle speranze di promozione del Napoli. Il direttore sportivo Pierpaolo Marino è del segno della Vergine. Per lui, quindi, un anno più complesso, stressante; sarà, nonostante il buon campionato del Napoli, sempre il più esposto a critiche e dovrà usare tutta la sua esperienza per gestirle nel suo interesse e di quello del Napoli”.
Mai oroscopo fu, per fortuna, più azzeccato. Reja ha vissuto un anno che definire magico è riduttivo. Marino se l’è vista brutta più volte, ma ha superato e gestito brillantemente i momenti difficili e se personaggi come il “Pocho” vestono la casacca azzurra, il merito è soprattutto del diggì.
Il 2007 ha visto soccombere solo una componente: la tifoseria. Troppe volte i nostri tifosi hanno contribuito a svuotare le casse della società (da ultima la multa di 15000 euro a causa di quel buontempone che si è divertito a disegnare parabole col laser sul volto di Morfeo). Troppe volte sono però anche stati vittime di decisioni discutibili. Match a porte chiuse e trasferte vietate sono ciò che, per fortuna solo in parte, ha un po’ rattristato il 2007.
Ma al bando discussioni su multe e trasferte, al bando la tristezza, proviamo a ripercorrere insieme i momenti che hanno contribuito a regalarci un 2007 indimenticabile.
Il primo semestre è scorso tra alti e bassi, accompagnati da piccole e grandi soddisfazioni e dal convincimento di volere a tutti i costi la serie A.
Il momento magico arriva il 10 giugno ed è di quelli da brividi lungo la schiena e lacrime agli occhi. Il Napoli torna in serie A, lo fa sul campo del Genoa dopo una partita emozionante (forse una delle più belle della stagione in B) e con l’orecchio teso alle radioline per i risultati dagli altri campi. Il motivo è noto a tutti: il Napoli in serie A spera di non tornarci da solo. E così è. Napoli e Genoa, Ciuccio e Grifone, rispettivamente dopo sei e dodici anni di calvario e ingiustizie sportive, regalano al mondo del pallone il più bello spettacolo dell’anno.
Ma siamo solo agli inizi di una seconda parte dell’anno che avrebbe regalato al popolo azzurro altre piccole grandi sensazionali avventure. L’estate è di quelle molto calde, ma De Laurentiis e Marino non sembrano essere vittime di colpi di calore e di testa. Non cedono alla lusinga Cassano, alle tante – a volte pur impossibili - richieste dei tifosi, vanno diritti per la loro strada, puntando su giovani e talento. Le casse della società non vengono paurosamente svuotate, sul filo di lana vengono messi a segno i colpi Zalayeta e Blasi. Il nuovo Napoli annovera un ex elettricista prestato al pallone di nome Lavezzi, un omino chiamato Gargano, uno slovacco con i capelli a spazzola, tal Marek Hamsik, un tal Contini e due ex juventini, Zalayeta e Blasi. La prima uscita stagionale in serie A è deludente. Il Napoli viene sconfitto dinanzi al suo pubblico con un secco 2-0, complice un gioiello made in Naples: Pasquale Foggia. Apre il sipario il teatrino delle polemiche.
Nessuno avrebbe potuto immaginare (e non resta che cospargersi il capo di cenere e fare mea culpa) che il Napoli avrebbe riservato ben altre sorprese. Le serpentine di quel certo Lavezzi, il supergoal a Buffon di quell’omino chiamato Gargano, il talento dello slovacco con i capelli a spazzola, i tanti goal di Zalayeta, il cuore e i polmoni di Blasi. Sarebbero arrivate giocate da cineteca e partite funamboliche. Due su tutte: il 4–4 dell’Olimpico e una vittoria che mancava da 17 anni, da quando al San Paolo era di casa un certo Diego. Napoli–Juventus finisce 3-1. Per Napoli e per il Napoli è la riscossa. E’ il “ci siamo anche noi”, urlato in quel di Roma e ribadito tra le mura amiche ai danni di un’avversaria storica: la Vecchia Signora. Tutto sembra colorarsi di azzurro. Ma il cielo sopra Napoli non è poi così azzurro. Qualche nuvola si addensa all’orizzonte e desta preoccupazioni per l’anno a venire. Il Natale ci ha preso la mano e siamo stati piuttosto buoni, ma non al punto tale da non sottolineare la necessità di rinforzare la squadra (e per questo vi illuminerà il nostro direttore), di risolvere positivamente i prestiti e soprattutto di provvedere ad un adeguamento degli ingaggi per non perdere quei gioielli che hanno impreziosito il 2007 in casa Napoli.

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