1/6/2008
(EDUARDO LETIZIA) - Si è conclusa una
stagione che ha regalato grandi
soddisfazioni ai tifosi partenopei e dalle
cui basi bisognerà ripartire per
migliorarsi, mantenendo gli aspetti positivi
e colmando le pecche che pure si sono
palesate durante l’anno.
I capisaldi da cui partire sono certamente
da individuarsi, in primis, nella mentalità
che il Napoli ha tenuto al cospetto di
avversari di livello superiore e, in secondo
luogo, nel talento di alcuni uomini che
hanno donato una marcia in più alla squadra
di Reja, come Hamsik e Lavezzi, che
sicuramente saranno trattenuti all’ombra del
Vesuvio. Partendo da queste basi, sarà
necessario perfezionare alcuni aspetti
negativi della formazione azzurra,
individuabili in fattori tattici, mentali e
tecnici. Come detto il Napoli ha avuto modo
di esaltarsi soprattutto con le grandi, ma a
questo ha fatto spesso da contro altare una
difficoltà nell’affrontare gare contro
squadre di caratura minore, che lasciavano
pochi spazi agli attacchi azzurri. Per la
prossima stagione sarà dunque opportuno
ricercare delle alternative nelle tattiche
offensive, che possano favorire la squadra
anche al cospetto di squadre arroccate in
difesa. Sarebbe utile a tal fine l’innesto
in rosa di una punta capace di concretizzare
al massimo la mole di gioco costruita dalla
squadra e magari di qualche valido esterno
in grado di creare superiorità numerica
saltando l’uomo e di dare maggiore apporto
alla manovra offensiva allargando le difese.
Fortunatamente alcune carenze tattiche in
avanti sono state spesso colmate dal talento
dei singoli. Dove però talvolta ha potuto
poco la bravura dei giocatori è stato nel
reparto difensivo. La retroguardia azzurra
ha subito 53 reti nello scorso torneo e si è
trovata spesso a subire le situazioni
tattiche in cui la spinta degli avversari si
focalizzava sulle corsie laterali. Questo a
causa di un modulo, il 3-5-2, che impone ai
due esterni difensivi un lavoro, nella
doppia fase di spinta e copertura, che
inevitabilmente si presta a qualche
sbavatura. Per ovviare a questa problematica
tattica è stata avanzata da più parti
l’ipotesi di un passaggio ad una difesa a
quattro che potesse dare una maggiore
copertura sulle fasce, ma Reja ha sempre
creduto poco in questa soluzione, ritenendo
i suoi difensori più adatti ad un sistema
difensivo che desse loro maggiori punti di
riferimento in marcatura, come appunto la
difesa a tre. La necessità poi di dover
sostituire un elemento importante come
Domizzi (prezioso anche nell’iniziare
l’azione e in zona gol) acuisce le
apprensioni per questo reparto.
Si è parlato prima anche di aspetti mentali
che talvolta hanno condizionato l’andamento
degli uomini di Reja. Il riferimento è
nuovamente rivolto alle gare contro le
squadre inferiori ed in particolare a quelle
in trasferta. In queste circostanze abbiamo
rilevato una mancanza di personalità, dovuta
probabilmente alla giovane età di molti
componenti dell’undici azzurro. A questo
aspetto speriamo si possa ovviare sia con la
crescita di questi elementi, che crescendo,
tra l’altro, dovrebbero riuscire ad
acquisire una maggiore costanza di
rendimento, sia magari integrando la rosa
con qualche giocatore d’esperienza che possa
aiutare la squadra ad uscire dai momenti
critici.
Infine la questione tecnica. È indubbio che
al Napoli servirebbe qualche elemento di
alto livello capace di propiziare un salto
di qualità tale da consentire di scavalcare
quel paio di posizioni che consentirebbero
l’ingresso diretto in Europa l’anno
prossimo. Tuttavia la politica salariale
della società vieta di sperare in
investimenti importanti per i tre/quattro
ruoli da colmare. Ancora una volta bisognerà
sperare che Marino riesca a pescare novelli
Lavezzi oltre oceano, che possano
ottemperare alle necessità di Reja. A tal
proposito ci auguriamo vivamente che le
decisioni in sede di mercato siano prese in
accordo col mister goriziano, che spesso è
stato costretto a fare di necessità virtù a
causa della strategia del diggì azzurro, che
ama mettere a disposizione della squadra
giocatori a prescindere dalle esigenze
tecnico-tattiche di chi li allena.
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