• OBIETTIVO NAPOLI - PREVEDIBILE SCONFITTA A TORINO E PREOCCUPAZIONI ANCHE IN PROSPETTIVA MILAN •

4/5/2008
 

Sconfitta si prevedeva e sconfitta è stata.
Il Napoli oggi si è immolato sull’altare del Torino, che ha potuto beneficiare di una indegna prestazione difensiva da parte degli azzurri, che in più hanno creato grosse difficoltà anche in vista di Napoli-Milan. È stato questo a nostro avviso l’errore più evidente di Reja, quello cioè di non preservare due elementi fondamentali per la squadra azzurra a rischio squalifica come Blasi (che, come evidenziato da Marino, un’ammonizione a partita non se la risparmia mai) e Santacroce, in previsione di una gara come quella contro i rossoneri dal fascino e dall’importanza ben più evidente rispetto a questa odierna. Presentarsi al cospetto di un Milan in forma eccezionale con il Cupi che si è “ammirato” oggi, al posto del miglior difensore azzurro, e senza un uomo dalle caratteristiche di Blasi a centrocampo, potrebbe equivalere a regalare i tre punti agli uomini di Ancelotti, che di certo non avevano bisogno di un dono del genere. Reja è a Napoli da abbastanza tempo per immaginare quale importanza possa avere il ritorno del Milan al San Paolo, non preservare due dei migliori uomini (o almeno uno dei due, magari Blasi) per quella partita è un errore grossolano che da un uomo dell’esperienza del mister goriziano non ci saremmo aspettati.
Che tra l’altro gli azzurri non avessero particolari stimoli nella gara di oggi è parso evidente fin dall’inizio, allorquando lo scopo unico degli azzurri è stato quello di perseverare in un inutile possesso palla, sperando in tal modo di tenere a bada la furia del Toro. A parte questo la cosa che ha lasciato maggiormente perplessi oggi è stato, come detto in apertura, l’atteggiamento difensivo. La retroguardia azzurra ha disputato un prova pessima al cospetto dei seppur rari attacchi torinesi. In pratica ogni volta che i granata tentavano di premere sull’acceleratore si trovavano uno contro uno con Navarro. Improponibile è parso Cupi nel ruolo di centrale di sinistra. Il suo lato è stato quello prediletto da Stellone per propiziare gli inserimenti dei centrocampisti ed il confronto fisico tra i due è parso la maggior parte delle volte, anzi, sempre imbarazzante. Sul centro-destra male anche Santacroce, costantemente messo in difficoltà da Di Michele, anche se il “leoncino di Bahia” ha l’attenuante di non essere mai stato aiutato in fase di copertura da un Mannini ampliamente insufficiente. Contini al centro è sembrato tra i tre il meno negativo, ma anche su di lui pesano degli errori macroscopici come l’errato disimpegno nella ripresa che stava per regalare una rete agli avversari. La situazione difensiva è migliorata solo quando nel secondo tempo, già sul 2-1, Reja ha mandato in campo Garics al posto di Cupi, posizionando Domizzi nel suo ruolo naturale, spostando Mannini sulla sinistra e posizionando l’austriaco sulla fascia destra.
Anche a centrocampo le cose non sono andate come ci si sarebbe aspettati. Gargano ha palesato nuovamente la mancanza di disciplina tattica allorquando si trova a dover fronteggiare un avversario diretto nella sua zona di competenza. In questo caso Rosina ha avuto tutto lo spazio per inserirsi e per creare alle spalle di Stellone senza doversi quasi mai preoccupare dell’interdizione dell’uruguayano. Anche in fase d’impostazione, dove nelle ultime settimane si erano registrati dei notevoli miglioramenti da parte del “Mota”, sono riemersi degli errori di precisione evidenti. Per quanto concerne Blasi ed Hamsik c’è da dire che il primo, dal punto di vista tecnico-tattico, sarebbe stato uno dei migliori degli azzurri, ma il suo giudizio è infangato da una nota di biasimo grande quanto una casa per colpa dell’ammonizione che si è fatto rifilare ad inizio ripresa, anche se questa, come detto in apertura, sarebbe una situazione da imputare maggiormente a Reja. Lo slovacco Hamsik ha invece abbastanza sonnecchiato nel primo tempo, ma si è un po’ rianimato nella ripresa, creando, da solo insieme a Lavezzi, le maggiori occasioni del finale di gara.
Riguardo all’attacco c’è da sottolineare un aspetto contraddittorio manifestato soprattutto nel primo tempo dagli azzurri. Si è detto che con la presenza in avanti di Bogliacino e Lavezzi la manovra degli uomini di Reja è incentrata per lo più sul possesso palla e dovrebbe fondarsi sugli inserimenti senza palla dei centrocampisti. A tal proposito ci sembra dunque illogico sviluppare una manovra che riesce a trovare sfogo per lo più sulla fascia, oggi in particolare quella destra, da dove Mannini era costretto a mettere in mezzo una serie di cross inutili, vista l’assenza di una prima punta. La cosa ancor più paradossale è che poi con l’ingresso di Calaiò questi cross sono venuti meno, e la manovra del Napoli si è andata facendo sempre più confusa. Evidentemente per trovare completezza dal punto di vista tattico il Napoli avrebbe bisogno di giocare in dodici, ma non essendo possibile ciò sarà bene trovare una soluzione offensiva efficace entro domenica prossima, al fine di non doverci offrire come un agnello sacrificale ai diavoli rossoneri, che già saranno oltremodo avvantaggiati dalle assenze di Santacroce e Blasi, oltre che da quella, che si fa sentire ogni settimana in maniera sempre più forte, di Zalayeta.

Eduardo Letizia

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