8/2/2009
(EDUARDO LETIZIA) - Arriva puntuale, come ad
ogni trasferta, l’ennesima sconfitta del
Napoli lontano dal San Paolo.
Su questa ulteriore debacle azzurra ci
sarebbe poco da scrivere, se non fosse per
la novità rappresentata dal cambio di modulo
operato da Reja. Il mister goriziano ha
infatti deciso di passare ad un 4-3-1-2 che
sulla carta lasciava ben sperare, ma che in
campo gli interpreti sono riusciti a
tramutare nell’ennesimo fallimento.
La partita di oggi ha infatti dimostrato
che, al di là dei moduli tattici, le scarse
caratteristiche tecniche di alcuni giocatori
non possono non incidere negativamente sul
cammino dei partenopei. Ecco che quindi se
in mezzo al campo ci sono giocatori come
Blasi e Gargano, la manovra non riuscirà mai
a fluire in maniera rapida e precisa. Una
serie di errori dei due centrocampisti
azzurri ha infatti lasciato più volte
scioccati i supporters partenopei,
presumibilmente impressionati da alcune
assistenze elargite inspiegabilmente agli
avversari.
Anche con la difesa a quattro sono rimaste
poi le deficienze di una retroguardia poco
attenta e, probabilmente, nei primi minuti
della gara odierna ancora poco rodata. I
movimenti difensivi ed i sincronismi con il
centrocampo sono stati troppo spesso
approssimativi ed hanno concesso un
vantaggio iniziale al Palermo difficile da
colmare. Gli errori dei singoli hanno fatto
il resto (vedasi alla voce Cannavaro,
Navarro…).
Qualche barlume di positività lo si è avuto
sporadicamente in avanti, soprattutto nel
finale di primo tempo, quando il Palermo
aveva indietreggiato il suo baricentro,
grazie a improvvisi scambi tra Bogliacino,
Lavezzi ed Hamsik. Nella ripresa anche la
verve di questi elementi più tecnicamente
dotati è andata però scemando. Nonostante
ciò, però, nessuno si sarebbe aspettato la
decisione da parte di Reja di togliere dal
campo sia Hamsik che Bogliacino per far
posto a Pazienza e (udite udite!) Pià,
proprio nei minuti finali, nel momento in
cui era necessario dare il massimo per
cercare di agguantare il pareggio. È pur
vero d’altra parte che la scarsezza delle
alternative non è un male da poter
attribuire a Reja.
Stasera inoltre anche il Pocho Lavezzi non è
parso all’altezza della situazione. Troppe
sono infatti state le circostanze in cui
l’argentino si è intestardito a portare
palla andando a gettarsi in duelli personali
contro la difesa palermitana, non riuscendo,
soprattutto nella ripresa, a dialogare con i
compagni.
In un post partita tanto deprimente ci
sembra doveroso poi spezzare una piccola
lancia in favore di Denis. Pur ammettendo il
livello non eccelso del giocatore, c’è da
dire che la sua non dev’essere una vita
facile. Aspettarsi un’assistenza in area di
rigore decente in questo Napoli sarebbe, ad
avviso di chi vi scrive, utopico. Tra le
dubbie qualità in fatto di cross di Aronica
e Maggio (oggi anche lui ha sbagliato un
numero esagerato di appoggi),
l’individualismo di Lavezzi e l’”inventiva”
dei centrocampisti, le prospettive per il
Tanque non sono certo delle più rosee.
In tutto questo la zona Uefa si allontana
sempre più e, tra un velo di Pià e l’altro,
ci tornano alla mente le parole dei
giocatori azzurri di qualche settimana fa,
allorquando proclamavano orgogliosi il loro
assalto alla zona champions… Ripensandoci ci
sovviene un sorriso amaro, con il quale
voltiamo pagina, sforzandoci di trovare un
briciolo di ottimismo per il futuro del
nostro campionato, pur essendo poco convinti
che Dàtolo e Luca Bucci possano invertire
questo trend estremamente negativo.
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