7/8/2008
(EDUARDO LETIZIA) - La gara contro il
Frosinone poteva essere interessante per
verificare l’approccio di gara degli azzurri
contro una squadra di caratura tecnica
inferiore. Una delle principali pecche del
Napoli dello scorso campionato era difatti
stata l’incapacità di produrre un gioco
brillante ed allo stesso tempo produttivo al
cospetto delle “piccole”, cosa che purtroppo
anche stasera gli uomini di Reja hanno
lasciato emergere per lunghi tratti.
L’appuntamento è ora per l’importante
partita di Coppa, con la speranza che per la
trasferta in Albania possano essere
pienamente recuperati Vitale, Gargano ed
Hamsik, usciti stasera per infortunio.
I problemi maggiori sono emersi a
centrocampo. Nei primi minuti i due interni,
Blasi ed Hamsik faticavano a portare
pressione ai due mediani del Frosinone,
schiacciando troppo sulla difesa il
baricentro della squadra e lasciando le due
punte isolate in attacco. Le solite
difficoltà sono emerse anche in fase
d’impostazione, dove un Gargano seppur
encomiabile in fase di recupero palla, ha
nuovamente palesato una certa inettitudine
nell’iniziare le azioni della squadra in
maniera rapida e precisa. Lo stesso Hamsik,
se si eccettua la giocata con cui ha
realizzato la bellissima rete del 2-1, non è
riuscito a far valere le sue eccelse
qualità, restando per lungo tempo avulso
dalla manovra della squadra.
L’attacco ovviamente non poteva non
risentire di questa mancanza di lucidità dei
centrocampisti. Pià e Denis, non potendo
godere di un buon lavoro in fase di
rifinitura dei compagni, sono finiti col
fare da semplici sparring partner per i
difensori avversari, che non hanno dovuto
faticare più di tanto per frenarne le rare,
sterili, iniziative.
Le cose migliori stasera si sono invece
viste (udite udite!) sulle corsie esterne,
almeno nel primo tempo, soprattutto sulla
fascia sinistra. Sul lato mancino del Napoli
si è messo in mostra, ancora una volta, un
Luigi Vitale in grande spolvero. L’esterno
napoletano è stato uno dei pochi che nel
primo tempo ha insidiato la retroguardia
avversaria, producendosi in ottime discese
corredate da dribbling e cross di ottima
fattura e non facendo mancare il suo apporto
nemmeno in fase difensiva. Purtroppo con
l’ingresso di Grava tutto quanto di buono
visto su quel lato nel primo tempo è andato
smarrito.
Sulla destra, invece, meno arrembante ma più
pratico è stato Christian Maggio, che ha
esibito in un paio di occasioni tutta la sua
abilità in fase di inserimento senza palla e
le sue qualità anche di realizzatore.
Per quanto riguarda la retroguardia, seppur
talvolta in affanno al cospetto dei tre
attaccanti di Braglia, essa non si è resa
protagonista di errori individuali
particolarmente rilevanti. Rinaudo ha
dimostrato di essere nettamente più a suo
agio nel ruolo di centrale, solo che il suo
spostamento in quel ruolo costringe
Cannavaro a slittare sul centro destra,
posizione che anche stasera, in talune
circostanze, si è visto non essergli del
tutto appropriata.
In chiusura una menzione speciale la merita
Gianello. Quello che a conti fatti lo scorso
torneo è risultato il miglior portiere degli
azzurri, e quest’anno dovrebbe partire come
terzo alle spalle di Iezzo e Navarro, ha
dimostrato con una prestazione eccellente,
condita da due/tre interventi decisivi, di
meritare ben più del posto in tribuna che
potrebbe essergli riservato.
Il Frosinone ha messo sotto il Napoli per
4/5 della partita e sicuramente avrebbe
meritato ben altro risultato rispetto alla
sconfitta rimediata. Gli azzurri hanno
sofferto per gran parte di gara la maggiore
determinazione degli avversari e non sono
riusciti quasi mai a tessere trame offensive
degne di nota.
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