5/2/2009
(EDUARDO LETIZIA) - Il Napoli deve dire
addio alla Coppa Italia ed alle speranze,
connesse al raggiungimento della finale, di
una comoda qualificazione Uefa.
Gli azzurri tuttavia non avevano demeritato,
avendo disputato anzi una buona partita,
interpretata con tre diversi atteggiamenti
tattici nell’arco delle oltre due ore di
match.
Il primo tempo, e parte della ripresa, ha
visto un Napoli schierato da Reja in maniera
molto accorta. La squadra in questa prima
fase è stata abile ed attenta nel chiudere
ogni spazio alla compagine bianconera.
L’assetto difensivo ha potuto godere della
presenza sulle corsie esterne di Montervino
ed Aronica, sempre molto accurati
nell’ostruire le azioni offensive juventine
sulle due fasce. Molto buona in questa fase
è stata la prestazione dei tre centrali di
difesa, Santacroce (che però a differenza
degli altri due compagni ha patito una
piccola flessione nei minuti finali della
partita), Cannavaro e Contini, e dei
centrocampisti, preziosi nel loro lavoro di
copertura della retroguardia centralmente.
Il rovescio della medaglia di questo
atteggiamento è stato però un eccessivo
isolamento della coppia d’attacco,
soprattutto nel primo tempo, di cui il solo
Lavezzi tentava, con esiti alterni, di
impensierire Legrottaglie e compagni.
Nella fase centrale del secondo tempo gli
azzurri sono riusciti a migliorare anche il
loro lavoro in fase offensiva, soprattutto
grazie alla mossa di Reja, che decideva di
cambiare modulo, passando ad un 4-3-1-2,
tramite l’inserimento di Bogliacino al posto
di Montervino. Finalmente con la difesa a
quattro e con maggiore qualità in mezzo al
campo, si concretizza il momento migliore
dell’undici partenopeo, nel quale la
Juventus sembra totalmente in balia degli
attacchi avversari. Il Napoli palesa una
maggiore convinzione e tenuta fisica, ma non
riesce a mettere a segno la rete della
vittoria, andando così ai supplementari.
In questa terza fase del match gli azzurri
si trovano a subire un’inaspettata reazione
da parte della Juventus, attiva soprattutto
sull’out di sinistra, grazie al
collaudatissimo tandem Del Piero-Nedved, che
spesso mettono in difficoltà Pazienza e
Santacroce, al limite della loro tenuta
atletica. Le ripartenze di Lavezzi e
compagni si fanno meno ficcanti (Denis,
subentrato a Zalayeta, si vede poco o nulla)
e i bianconeri ritrovano le redini del
centrocampo, grazie ad un inossidabile
Sissoko. La partita comunque si trascina
fino al suo ultimo atto: i rigori. Dagli
undici metri i ragazzi di Reja non riescono
a sfruttare un match-ball con Contini, ed
una errata conclusione di Gargano, colpevole
al pari di Lavezzi di un modo di battere i
rigori senza rincorsa quanto meno
contestabile, consegna l’accesso alla
semifinale alla squadra di Ranieri, premiata
oltremodo dalla sorte, rispetto ai suoi
meriti effettivi.
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