21/8/2008
(EDUARDO LETIZIA) - In un test poco
indicativo, viste le numerosissime assenze
nelle tre squadre, il Napoli non è riuscito
a strappare la vittoria a nessuna delle due
celebri avversarie.
Indicazioni discrete si sono avute nella
prima gara in cui gli azzurri, al cospetto
della Juventus, sono riusciti a tenere il
campo con encomiabile impegno e reattività.
Le carenze dal punto di vista
dell’organizzazione del gioco sono state
tuttavia evidenti, complici anche assenze
importanti e numerose nella zona mediana.
Nella gara contro gli uomini di Ranieri, gli
azzurri schieravano infatti un centrocampo
composto da giocatori tutti poco dediti alla
fase di costruzione, ovvero Amodio, Pazienza
e Blasi, che ha dimostrato come in effetti
nella rosa azzurra manchi un giocatore con
caratteristiche proprie di un regista puro a
metà campo.
La squadra tutto sommato è riuscita a
contenere gli attacchi degli juventini, che
da parte loro hanno messo in mostra una
condizione alquanto precaria e una non
superiore creatività degli azzurri. Le
uniche iniziative pericolose dei bianconeri
si sono sviluppate grazie alle giocate di
Giovinco, che andava a nozze quando si
trovava ad affrontare un Rinaudo
imbarazzante nel ruolo di centrale di
sinistra.
In attacco per la squadra di Reja ha fatto
piacere rivedere in campo Zalayeta,
evidentemente non al top della forma, ma già
autore di alcune discrete iniziative che
hanno lasciato intravedere la voglia del
Panteron di ritornare protagonista
nell’undici partenopeo. Al suo fianco ha
agito un vivacissimo De Zerbi che si è
proposto in alcune giocate di ottima fattura
tecnica, con le quali ha fatto intendere
tutta la sua voglia di rimanere in azzurro,
anche se al momento figura nella lista dei
partenti di Marino.
Viste le numerosissime assenze nell’undici
milanista, qualcosa in più, dalla squadra di
Reja, ci si poteva aspettare nella seconda
gara. Contro il Milan la squadra azzurra è
parsa più compassata e meno aggressiva. Tra
gli azzurri in pochi hanno offerto una
prestazione degna di nota. Tra questi
sicuramente è emerso il brasiliano Pià. Ogni
qual volta entrava in possesso di palla, il
numero 12 azzurro riusciva sempre a creare
ansie alla difesa rossonera, anche se non è
stato spesso servito in maniera ottimale da
un centrocampo, al pari di quello della
prima partita, poco adatto alla fase di
rifinitura. La grande attrattiva della
serata per i tifosi azzurri era però
rappresentata dall’esordio di Russotto. Il
giovane, appena tornato da Pechino, ha
iniziato la sua partita con un paio di
giocate eccellenti ed ha comunque messo in
mostra sprazzi di quella classe che l’hanno
portato ad essere considerato uno dei
migliori giovani italiani. Ovviamente
occorrerà ancora del tempo affinché il
giocatore riesca ad adattarsi agli schemi di
Reja, ma comunque c’è la netta sensazione
che nel corso del campionato, l’ex
trequartista del Treviso, potrà ritagliarsi
degli spazi importanti all’interno
dell’undici di Reja.
Nei minuti finali della gara col Milan c’è
stata l’occasione per vedere all’opera un
tridente composto da Russotto alle spalle di
Pià e di Denis, appena arrivato dal suo
impegno con la nazionale argentina e
subentrato al posto del sempre apprezzabile
Montervino. Con questo accorgimento tattico
il Napoli è riuscito a modificare
l’atteggiamento fin troppo rinunciatario che
aveva proposto nell’arco della gara.
L’impatto del “Tanque” con la partita è
stato molto forte e fin da subito è riuscito
a creare problemi agli avversari, grazie
alla sua prestanza fisica ed alla consueta
determinazione. Con il 3-4-1-2 dei minuti
finali gli azzurri sono andati anche vicini
alla rete dell’1-0, grazie ad una delle
solite papere di Dida, purtroppo però il
sinistro di Russotto da pochi passi, non è
stato sufficientemente preciso ed a
rimandato a data da destinarsi
l’appuntamento con la prima rete in azzurro
del giovane fantasista.
I lati negativi del tempo contro il Milan
hanno riguardato la non esasperata
determinazione ed abnegazione tattica.
Inoltre si è visto un Maggio sulla destra
poco convinto e preciso che non è riuscito a
dare un contributo pari al suo valore. In
difesa invece, a fianco del rientrante
Santacroce e di un Rinaudo leggermente più a
suo agio nel ruolo di centrale, ha
dimostrato di poter rivelarsi una buona
alternativa Gianluca Grava, autore di una
prova positiva nel ruolo di centrale di
sinistra della difesa a tre, una posizione
che, viste le esclusioni di Domizzi e Savini
dalla rosa, non vede alcun sostituto di
Contini nel roster partenopeo.
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