14/2/2009
(EDUARDO LETIZIA / foto di Felice De
Martino) - Ormai è ufficiale, questo Napoli
non è più in grado di vincere, nemmeno al
San Paolo.
I difetti di questa squadra sono dovunque,
ed erano ben identificati da mesi. La colpa
evidente da parte di Marino è stata quella
di non volervi porre rimedio in fase di
mercato, illudendosi di poter guadagnare la
posizione Uefa con una squadra palesemente
non all’altezza del compito.
Elencare per l’ennesima volta tutti i
difetti degli azzurri sarebbe inutile e
risulterebbe noioso per i nostri lettori.
Una cosa nuova da giudicare è invece il
nuovo acquisto Datolo, apparso oggi per la
prima volta in maglia azzurra. L’argentino
ha dimostrato di aver delle buone qualità
tecniche, ma ha d’altra parte evidenziato
delle caratteristiche tecniche che lo
rendono poco incastonabile nello scacchiere
azzurro, in virtù anche del rientro di
Hamsik. L’ex Boca Juniors ha dimostrato,
come in molti avevano previsto, di non avere
il passo e l’attitudine tattica per
ricoprire il ruolo di esterno sinistro del
3-5-2. Con una difesa disastrosa come quella
partenopea poi, schierare a centrocampo
contemporaneamente Maggio, Hamsik e Datolo
sarebbe una mossa suicida, che metterebbe
Reja ancora più in difficoltà, come altre
iniziative del diggì azzurro hanno già fatto
in passato.
Ancora una volta la difesa è stata la nota
più sconcertante nella partita di stasera. A
parte Contini, l’unico a salvarsi, tutti gli
elementi della retroguardia hanno dimostrato
la loro imperizia. Cannavaro continua a
confermarsi inadatto al ruolo di centrale di
destra ed i suoi errori si fanno sempre più
numerosi. Altrettanto incerti Rinaudo e
Navarro, autori della confezione per il
regalo di San Valentino fatto a Di Vaio, in
occasione dell’1-1.
Difesa a parte bisogna ancora sottolineare
la mancanza di idee in attacco. La squadra
di Reja vive di folate, azioni estemporanee,
confuse, fondate soprattutto su iniziative
isolate dei singoli. Manca una manovra
lucida a centrocampo, dove la mancanza di
una mente creativa non può essere certo
ovviata con l’inserimento del pur
volenteroso Pazienza.
Inoltre la squadra denuncia dei gravi
deficit che esulano l’aspetto tecnico e
tattico. Il calo fisico di numerosi
giocatori è indubitabile, retaggio
dell’impegno in intertoto, che gli azzurri
non avevano la rosa adeguata per affrontare.
Infine sembra essersi smarrita la serenità
nello spogliatoio. Le voci di tensioni a
Castelvolturno sono all’ordine del giorno ed
il caso Zalayeta, l’ultimo in ordine di
tempo, lascia ben intravedere la situazione
di anarchia che impera nel chiuso degli
spogliatoi. È inconcepibile come un elemento
quale Zalayeta, spesso deludente quando
schierato in campo, possa arrogarsi la
facoltà di rifiutare la panchina.
A tanti di questi problemi sarebbe stato
possibile ovviare in fase di mercato, ma non
è stato fatto. Chi ha ritenuto che la
squadra fosse a posto così si prenda ora le
responsabilità dei propri errori e la coppia
De Laurentiis-Marino faccia definitivamente
capire qual è il futuro che è stato
programmato per il Napoli.
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