• OBIETTIVO NAPOLI - LA CRISI CONTINUA •

28/1/2009

(EDUARDO LETIZIA) - Continua, inesorabile, il momento critico degli azzurri, alla terza partita persa consecutiva e battuti per l’ennesima volta in trasferta, dopo la debacle interna contro la Roma.
La sconfitta di stasera sembrava in qualche modo preannunciata, sia per le numerose assenze nell’undici titolare, sia per la mentalità arrendevole messa in campo dagli azzurri, preannunciata nelle dichiarazioni pre-gara. Reja ha infatti impostato la gara con la sola evidente intenzione di portare a casa il pareggio, non preoccupandosi minimamente di impostare una qualche sorta di tattica per apportare attacchi alla difesa della Fiorentina. Questo atteggiamento arrendevole ha costretto la squadra a rintanarsi per tutta la gara nella propria metà campo, prestando il fianco alla manovra fiorentina che, al cospetto di una difesa certo non impenetrabile, quale quella azzurra è, era prevedibile che prima o poi portasse a subire reti.
Nel primo tempo sono stati evidenti gli affanni e gli errori di giocatori dalle modeste caratteristiche tecniche come Cannavaro, Rinaudo e Aronica, che spesso hanno innescato azioni per i viola solo a cause di loro disattenzioni.
Allo stesso modo, orfano di Gargano e Hamsik, il reparto di centrocampo ha dimostrato come le alternative azzurre non siano all’altezza dei titolari. La linea mediana del Napoli non è stata infatti in grado di fornire un’adeguata copertura alla linea difensiva ed è stata altresì inesistente in fase di pressing, appoggio e possesso palla. Tante le disattenzioni da parte di Blasi, svagato Pazienza, impercettibile Bogliacino.
Sulle corsie laterali c’è stato un discreto lavoro da parte di Maggio, comunque troppo impreciso negli appoggi, e di Vitale, senza dubbio il più propositivo degli azzurri.
Le due punte, Zalayeta e Lavezzi, hanno cercato di fare il possibile, ma spesso da soli contro la difesa schierata di Prandelli, erano obiettivamente impossibilitati anche solo nel tentativo di creare danni.
Come se i problemi in casa Napoli poi non fossero abbastanza, stasera s’è messa anche la sfortuna ad infierire sulle sorti dei partenopei. L’esordio forzato del giovane portiere Sepe ed il suo errore sul gol di Montolivo, in un momento in cui gli azzurri sembravano in grado di portare a casa un punto, sono infatti arrivati nel momento più delicato della stagione napoletana.
Riprendersi in fretta da questa fase di crisi è doveroso, anche se ad oggi le problematiche da risolvere sembrano moltissime.
In primis c’è una fase difensiva da ricostruire da zero. I difensori napoletani paiono troppo disattenti ed imprecisi e la retroguardia a tre non fa altro che acuire le loro difficoltà.
Preoccupa inoltre la condizione fisica della squadra, che non riesce a proporsi più in quel lavoro di pressing in mezzo al campo che era stata una delle armi principali di inizio stagione.
Infine si sente una forte mancanza di qualità ed inventiva in mezzo al campo. Il solo Lavezzi infatti non sempre può bastare ad accendere la luce in una squadra al buio, e la povertà di nuove soluzioni tattiche, a lungo andare, consente agli avversari anche di prendere le misure di un giocatore irresistibile come il Pocho.
Urge un repentino cambio di rotta, altrimenti la Uefa stessa potrebbe divenire, all’improvviso, un’utopia…

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