5/10/2008
(EDUARDO LETIZIA) - Dopo la sconfitta di
Lisbona arriva anche in campionato la prima
debacle degli azzurri, al cospetto di un
Genoa che ancora una volta si è rivelato la
bestia nera della squadra di Reja.
Non è servito a nulla un Lavezzi in
splendida condizione, capace di saltare gli
avversari come birilli e di creare da solo
azioni da rete, la sagacia offensiva dei
rossoblù e il talento del portiere Rubinho
hanno precluso agli azzurri il sogno di
godersi per qualche giorno il primato
solitario in classifica.
Il Napoli oggi ha evidenziato i soliti
problemi che, soprattutto in trasferta,
hanno spesso frenato lo scorso campionato la
squadra di Reja. In avanti la squadra è
troppo dipendente dalle giocate del Pocho
Lavezzi. Quando non c’è lui ad accendere la
scintilla l’attacco manifesta grosse carenze
di idee, iniziative ed imprevedibilità.
Questa problematica oggi è stata acuita
anche dalla pessima giornata di Marek
Hamsik, che non ha praticamente mai
partecipato alla manovra offensiva della
squadra e si è limitato alle giocate più
semplici, facendo mancare quel pizzico di
qualità in più che avrebbe dovuto donare al
centrocampo. Gli altri due centrocampisti,
Gargano e Pazienza, non presentano poi
caratteristiche tecniche utili a creare
situazioni offensive importanti.
L’uruguaiano anche oggi è stato molto bravo
in alcuni recuperi palla, solo che questi
spesso si rendevano necessari a causa di
suoi stessi errori in fase di appoggio. Nel
momento in cui gli azzurri dovevano
recuperare lo svantaggio, questa carenza di
fantasia a centrocampo è divenuta ancora più
evidente e penalizzante, dato che spesso
accadeva che proprio Lavezzi si trovava
costretto a prendere palla a metà campo per
dare il via alla costruzione delle azioni,
cosicché, giocando lontano dalla porta,
diventava molto meno pericoloso per la
difesa genoana. Nonostante ciò gli azzurri
erano comunque riusciti a costruire un
discreto numero di occasioni da rete.
Nel ruolo di prima punta si è mosso
abbastanza bene German Denis, parso in
ripresa rispetto alle precedenti
prestazioni. Tuttavia El Tanque si è trovato
in tre occasioni ad avere la possibilità di
mettere in rete palloni importanti, in due
occasioni sull'1-0 (in cui su quella su
cross dalla sinistra, di piede avrebbe forse
potuto fare meglio), e nel finale con un
gran bel colpo di testa deviato
miracolosamente da Rubinho, che già aveva
negato a Denis il colpo di testa del
possibile 0-2. Probabilmente si può dire che
oggi la differenza tra Napoli e Genoa è
stata fatta anche dalla diversa freddezza
sotto porta delle due punte: il Principe,
spietato (anche in fase di assist) da una
parte, ed il Tanque, sfortunato o impreciso,
dall’altra.
I problemi per gli azzurri sono emersi anche
nel reparto difensivo, dove il tre difensori
hanno faticato oltremodo nel tener a bada
Milito e compagni, rendendosi protagonisti
di alcune gravi disattenzioni che hanno poi
pregiudicato il risultato finale.
Guardando ai singoli dobbiamo ancora una
volta sottolineare una brutta prestazione di
Santacroce, che sembra davvero un altro
difensore rispetto a quello ammirato lo
scorso anno. L’ex bresciano si è mostrato
ancora una volta ingenuo ed oltremodo
nervoso, guadagnandosi l’ennesima
ammonizione della stagione. È poi stato
protagonista in negativo della rete del
pareggio dei grifoni, concedendo un tiro
troppo comodo al difensore Papasthatopoulos.
Dei quattro centrali visti oggi in campo
l’unico che ha espresso una prova
sufficiente è stato Rinaudo, spesso ultimo
baluardo a difesa della porta di Gianello,
anche se nella fase finale del match anche
lui ha sofferto su alcune iniziative del
Principe Milito.
Un ulteriore problema con cui dovrà
convivere Reja almeno fino a Gennaio è la
mancanza di uomini che entrando dalla
panchina possano imprimere una svolta alla
gara. Ancora una volta oggi Reja c’ha
provato con Pià, che pure ha avuto il merito
di partecipare alla seconda rete degli
azzurri, ma che ha d’altra parte dimostrato
di essere un elemento di livello
oggettivamente inferiore rispetto ai
titolari, in questa come in altre occasioni.
Probabilmente il mancato acquisto di una
seria alternativa a Lavezzi, che potesse
essere anche affiancato alle due punte
nell’arco di una partita, lascia una piccola
falla nell’organico partenopeo.
Allo stesso modo, a causa dell’infortunio di
Bogliacino, si sente nella rosa azzurra la
mancanza di un centrocampista abile
tecnicamente che possa dare il cambio ad
Hamsik nei suoi momenti di scarsa forma e
che possa donare maggior inventiva al
reparto centrale nei momenti del bisogno.
Riassumendo si può affermare che le pecche
più gravi del Napoli di oggi sono senza
dubbio state l’incapacità di concretizzare
le occasioni offensive capitate sullo 0-1,
unita ad una complessiva disattenzione che
ha reso inutili le reti di Lavezzi e Denis,
che avrebbero potuto quanto meno regalare un
buon pareggio su un campo tanto importante.
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