21/12/2008
(EDUARDO LETIZIA) - La sconfitta di oggi ha
evidenziato per l’ennesima volta i mali di
un Napoli, incapace di imporre il proprio
gioco in trasferta ed estremamente
dipendente dal suo uomo simbolo, Lavezzi.
A Torino la squadra di Reja ha dimostrato di
non essere in possesso delle risorse
tecniche e tattiche per sopperire
all’assenza del numero sette argentino,
tanto più se insieme a questo è
indisponibile anche Hamsik, l’uomo di
maggior qualità del centrocampo.
Reja ha provato a rimediare all’assenza di
Lavezzi schierando in attacco il tandem
pesante Zalayeta-Denis, con un centrocampo
di mediani formato da Pazienza, Blasi e
Gargano. Come risultava evidente anche dalla
sola lettura delle formazioni, vista la
carenza di qualità tecniche ed inventiva in
mezzo al campo, gli azzurri non sono mai
riusciti, nell’arco dei novanta minuti, a
creare vere e proprie azioni in grado di
mettere n difficoltà il pur modesto Torino.
Le azioni azzurre, nelle intenzioni di Reja,
avrebbero dovuto svilupparsi sulle corsie
laterali, grazie alle incursioni di Maggio e
Mannini. Tuttavia per Novellino è stato
semplice bloccare le uniche fonti del gioco
azzurro, schierando esterni di difesa molto
bloccati e centrocampisti laterali pronti ai
raddoppi difensivi, privando in pratica il
Napoli di ogni risorsa offensiva.
A favorire il compito della squadra granata
c’è stata poi la pessima prova di molti
singoli giocatori napoletani. Maggio sulla
destra è stato protagonista di una prova a
dir poco imbarazzante, i centrocampisti
centrali hanno commesso una serie
impressionante di errori in fase di
appoggio, e i due attaccanti, seppur male
assistiti, sono risultati i migliori
difensori del Toro.
L’assenza di una mente creativa in mezzo al
campo, o di un uomo capace di inventarsi una
giocata imprevedibile, unita alla staticità
delle due punte, ha reso improponibile ogni
tentativo di mettere in difficoltà la
squadra di Novellino. A tal riguardo ci
chiediamo come sia stata possibile
l’esclusione di due elementi dalle
caratteristiche tecniche più consone a
sostituire Hamsik e Lavezzi come Bogliacino
e Russotto. Probabilmente Reja ha poca
fiducia nei due giocatori. Bogliacino, che
pure era un elemento caro al mister
goriziano, ha ormai recuperato da tempo dal
suo infortunio, se non viene impiegato in
una situazione del genere ci è difficile che
possa essere impiegato in futuro. L’ex
trequartista del Treviso invece pare non
goda affatto della stima del suo tecnico.
Dunque a gennaio, oltre alla personalità
predicata da Marino, che non si trova
giustamente sul mercato, probabilmente
andrebbero ricercati anche un paio di
adeguate alternative in questi ruoli
fondamentali.
Quella della mancanza di personalità in
trasferta è invece un limite a cui dovrebbe
riuscire a trovar rimedio l’allenatore.
L’atteggiamento fuori casa degli azzurri sta
infatti diventando intollerabile. Con questa
diventano quattro le sconfitte consecutive
lontane dal San Paolo, che vanno a delineare
il profilo che una squadra che ambisce
all’Europa non può permettersi di mantenere.
I partenopei hanno inoltre denotato dei
limini di concentrazione sconfortanti anche
in fase difensiva, oltre che in fase
d’impostazione. La rete del Torino è stata
infatti propiziata da due errori banali di
Rinaudo e, soprattutto, Santacroce, reo di
essersi fermato ad indicare la palla senza
motivazioni apparenti, invece di chiudere
Dzemaili, lasciato libero di incunearsi in
area. Una manna dal cielo per la difesa
azzurra è stata oggi la grande prestazione
di Contini, che ha davvero mantenuto da solo
in piedi la baracca, come si suol dire,
anche se ciò non è servito ad impedire la
sconfitta.
Riguardo al reparto offensivo, in
conclusione, vista la prova odierna dei due
giocatori, ci sovviene un preoccupante
dubbio: ma siamo proprio sicuri che tra
Denis e Zalayeta ci sia effettivamente una
punta da Napoli?
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