12/11/2008
(EDUARDO LETIZIA) - Grazie ad un meritato
3-1 la pratica Salernitana è stata
archiviata con relativa tranquillità,
cosicché gli azzurri potranno ora accedere
al turno successivo di Coppa Italia, dove ad
attenderli ci sarà la vincitrice dello
scontro tra Juventus e Catania.
Reja per l’occasione ha deciso di dare
spazio a molte seconde linee, che hanno
avuto la possibilità di mettere in mostra il
loro valore, nella speranza di riuscire a
scavalcare qualche posizione delle gerarchie
del tecnico.
Le risposte avute dalla squadra sono state
alquanto rassicuranti.
La compagine di Castori era giunta al San
Paolo con il preciso scopo di chiudere ogni
spazio agli attacchi dei napoletani e con
l’intenzione di contrastare la fonte
principale del gioco azzurro, Gargano. Nei
primi minuti della gara questa tattica aveva
sortito discreti effetti, creando al Napoli
alcune difficoltà nell’imbastire azioni
pericolose e rallentandone la manovra.
Tuttavia allorquando gli azzurri hanno
deciso di accelerare i ritmi e sono riusciti
a sfruttare con più convinzione le corsie
esterne, soprattutto quella sinistra con
Mannini, la Salernitana non è più riuscita
ad opporre una resistenza adeguata ad Hamsik
e compagni.
La gara per gli azzurri si è poi messa
definitivamente in discesa appena realizzata
la rete dell’1-0, propiziata dall’autorete
di Peccarisi, che ha consentito al Napoli di
giocare in tranquillità e scioltezza per il
resto della partita.
I granata, da parte loro, anche quando si
sono trovati in svantaggio, non sono mai
riusciti a mettere davvero in difficoltà la
difesa napoletana, anzi, hanno continuato a
mantenere un atteggiamento prudente, volto
quasi a limitare i danni, tentando di
impensierire Navarro solo con azioni su
palle da fermo. Tuttavia, se si vuole
cercare un difetto nella prestazione del
Napoli di stasera, un appunto che si
potrebbe muovere riguarderebbe proprio le
troppe punizioni concesse all’avversario. I
difensori azzurri infatti, in alcune
circostanze si sono complicati la vita da
soli. Ci ha sorpreso infatti vedere un
giocatore esperto come Aronica commettere
alcune ingenuità che talvolta regalavano
iniziative ai salernitani, oppure uno come
Rinaudo subire dei cali di concentrazione
durante il match, probabilmente causati da
scarsa determinazione, visto l’andamento
della gara. Ovviamente si tratta di piccole
imprecisioni, nulla di grave. A conti fatti
il più positivo della retroguardia è
risultato il redivivo Grava.
Negli altri reparti del campo gli uomini di
Reja si sono comportati più che bene.
Il centrocampo ha fatto un ottimo lavoro
soprattutto in fase di appoggio alle punte.
Se Gargano inizialmente ha un po’ patito la
pressione esercitata dagli avversari su di
lui, Pazienza ed Hamsik si sono proposti in
una gara eccellente. Lo slovacco è stato
l’ispiratore di gran parte delle manovre
offensive del primo tempo, mentre l’ex
fiorentino si è fatto apprezzare per un
prezioso lavoro in fase di interdizione, ma
anche per un’ottima qualità nell’appoggiare
le azioni offensive, sfornando una serie di
ottime assistenze per i compagni.
Fondamentale è stato poi il lavoro degli
esterni. È stato infatti dalle corsie
laterali che si sono sviluppate le azioni
più pericolose per gli azzurri. Nel primo
tempo, come detto, è parso Mannini (autore
dell’assist per la rete di Pià) l’elemento
più propenso alla fase di spinta, che con i
suoi inserimenti è stato una vera e propria
spina nel fianco per la difesa salernitana.
Nella ripresa, con l’inserimento di Maggio
le azioni d’attacco si sono distribuite più
equamente su entrambe le corsie. Si sono
infatti apprezzate interessanti iniziative
sulla sinistra, dove si è spostato nella
ripresa, di capitan Montervino, e letali
inserimenti di Maggio sul lato destro.
Proprio un’azione dell’ex doriano ha infatti
propiziato il rigore che ha portato alla
terza rete di Hamsik.
In attacco si è ammirata una buona prova da
parte del Panteron Zalayeta che, seppur
apparentemente lento nei movimenti, è sempre
riuscito a smistare al meglio ogni pallone,
proponendosi in maniera eccellente nel suo
consueto gioco di sponde.
Al fianco dell’uruguayano ha agito Pià che,
gol a parte, si è sacrificato in buoni
movimenti, ma comunque è parso troppo
aleatorio nelle giocate fondamentali.
In chiusura non si può che dare merito alle
“seconde linee” di aver svolto il compito in
maniera encomiabile e va sottolineato, a
confermare ciò, come la strepitosa prova del
portiere salernitano Pinna abbia impedito
alla sua squadra di subire un passivo molto
più ampio.
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