26/10/2008
(EDUARDO LETIZIA) - Questa domenica gli
azzurri sono riusciti a mettere a segno un
risultato di enorme importanza, in quanto
guadagnato sul campo di una delle squadra
che si erano imposte come la rivelazione del
campionato, insieme proprio agli azzurri.
La partita di oggi era iniziata in maniera
ostica per gli uomini di Reja, costretti per
lo più a difendersi al cospetto degli
attacchi laziali.
Nella prima fase il pallino del gioco era
stato quasi totalmente nelle mani dei
biancocelesti che, con le combinazioni tra
Zarate e Pandev, riuscivano spesso a
penetrare nell’area partenopea, soprattutto
dal lato destro d’attacco, dove Aronica e
Mannini erano costretti spesso a rincorrere
gli avversari, più veloci e visibilmente in
palla. Dall’altro lato del campo invece
Santacroce e Maggio riuscivano a contenere
meglio le iniziative avversarie, anche
grazie all’ottimo lavoro di copertura di
Blasi, che sul centro destra garantiva un
filtro maggiore rispetto ad Hamsik, che
tuttavia, ripreso da Reja, nel corso della
gara ha arretrato la sua posizione ed è
riuscito anche lui a dare una mano ai suoi
compagni di difesa.
Se in un modo o nell’altro la retroguardia
riusciva a tenere l’urto degli attacchi
avversari, anche grazie ad uno Iezzo sempre
attento e strepitoso in una circostanza, il
centrocampo e l’attacco hanno faticato, per
lunga parte del primo tempo, ad imbastire
azioni offensive.
Il centrocampo azzurro trovava infatti
enormi difficoltà in fase di impostazione, a
causa di un atteggiamento estremamente
aggressivo, in fase di pressing, degli
uomini di Rossi. Al di là dell’ottima
pressione avversaria anche gli azzurri
favorivano l’azione avversaria, perdendo
palle ingenue nella propria metà campo, a
causa di una volontà di tenere oltremodo la
sfera tra i piedi invece di smistare di
prima. Errori di questo genere hanno visto
protagonista soprattutto Gargano.
Tuttavia la Lazio dopo una mezz’ora di
predominio ha diminuito l’intensità del suo
gioco, permettendo al Napoli di venir fuori.
Il finale di primo tempo è stato infatti
caratterizzato da un paio di ottime azioni
degli azzurri, finalmente capaci di dar
segno tangibile della propria presenza in
campo.
L’inerzia favorevole ai partenopei è
proseguita anche nella ripresa. I
miglioramenti del Napoli sono coincisi con
quelli del Pocho Lavezzi, che con l’andare
della gara riusciva a dialogare meglio con
il compagno di reparto Denis, bravo nel
gioco di sponda seppur poco concreto sotto
porta, ed andava proponendosi come costante
riferimento offensivo nelle ripartenze
napoletane, favorito da una maggior
compattezza della squadra che nella ripresa
riusciva a tenere meno ampie le distanze tra
i reparti.
Dopo la grande giocata di Lavezzi, che ha
portato al vantaggio del Napoli, la Lazio ha
ulteriormente abbassato i ritmi di gioco,
anche a causa dell’ottima impostazione
difensiva della squadra di Reja. Quest’ultimo,
con l’ingresso di Contini al posto di
Mannini, ridisegnava nella parte finale
della partita, la sua squadra con un 5-3-2
più accorto, che chiudeva le fasce agli
avversari con Aronica e Maggio, e
costringeva Delio Rossi ad impostare una
squadra molto sbilanciata, che tentava di
offendere prevalentemente per vie centrali.
In questa fase i biancocelesti riuscivano ad
rendersi pericolosi in una sola circostanza,
grazie ad una combinazione tra Pandev e
Simone Inzaghi, deviata sulla traversa da
Navarro, subentrato all’infortunato Iezzo
nel corso della ripresa. A parte questa
occasione era il Napoli a rendersi
maggiormente pericoloso, con azioni di
contropiede che avrebbero potuto, anzi,
dovuto chiudere la partita prima del
triplice fischio. Probabilmente è questa
l’unica critica che si può muovere al Napoli
di oggi, l’incapacità di essere più cattivi
n contropiede, non rischiando così di
soffrire l’assalto finale avversario.
Fortunatamente i tentativi offensivi
biancocelesti non hanno sortito alcun
effetto, e gli azzurri, conquistando questi
tre punti preziosi, possono ora godersi il
primo posto, stavolta effettivo, non
vincolato al risultato di alcun posticipo…
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