• SALISCENDI – LAVEZZI L’UNICO A REMARE, CERCASI MAREK HAMSIK •

18/1/2009

(MARIO IPRI) - Anno nuovo, vita da trasferta nuova? Neanche per sogno. E nonostante i buoni propositi per il nuovo anno che ci hanno visto tutti coinvolti nelle scorse settimane, anche gli azzurri non riescono proprio a smaltire questo mal di trasferta, sintomo di una personalità sterile fuori dalle mura amiche del fortino San Paolo, e che deve iniziare a essere diagnosticata all’intero entourage solitario.
E così l’occasione per distanziare le altre pretendenti all’Europa che conta è diventata la domenica del sorpasso del Genoa e dell’inesorabile e costante avvicinarsi della Roma verso i quartieri alti.
Contro il Chievo oggi, l’unico che ci sentiamo doverosamente di salvare dal patibolo è il Pocho Lavezzi , che si è reso protagonista di una prova quanto meno concreta: da lui infatti sono scaturiti il goal del momentaneo pareggio, su grandissima iniziativa personale, e un tiro che allo scadere del match ha fatto tremare la traversa di Sorrentino, rendendolo per l’ennesima domenica il migliore dei suoi.La frustrazione di Lavezzi è stata evidente quando, ormai nelle battute finali, si è reso conto di essere rimasto l’unico a crederci. Se quindi sotto il lato puramente tecnico può essere considerato un talento puro, e il talento non si insegna, Reja farebbe bene a far vedere ai suoi che l’atteggiamento da assumere in campo, indipendentemente dall’avversario e dalla presenza o meno dei tifosi azzurri (comunque sempre presenti, oggi erano in 500), deve essere quello del Pocho.
Per fortuna che gli sceicchi siano troppo impegnati a spendere e spandere per i sempre mai fuori di moda brasiliani.
Ma avere un migliore della classe così superiore agli altri, non può che far risaltare i limiti del resto del gruppo, e soprattutto di quello che ormai sta diventando “l’eterno secondo”, quando si parla di gioielli azzurri.
Ci riferiamo ovviamente ad Hamsik, che nelle ultime settimane si è reso protagonista solo di dichiarazioni certamente non all’altezza delle sue prestazioni. Se ci sono dei giocatori che possono permettere al Napoli di arrivare nelle prime piazze della Serie A già da quest’anno, lui è sicuramente uno dei primi.
Ma lo slovacco sembra irriconoscibile, e nei passaggi e negli inserimenti, e soprattutto non cerca di compensare questo suo momento infelice provando a metterla sull’agonismo.
Tra l’altro lascia la squadra in dieci uomini a inizio ripresa, anche se non si è reso autore di nessun fallo ma di proteste eccessive, che con un direttore di gara come Farina possono voler dire qualsiasi cosa.
La scelta settimanale del peggiore vuole anche essere quasi una tirata d’orecchie per spronare il talentuoso centrocampista a essere determinante sempre, e non solo quando ci sono partite di cartello.
Non si ritengano quindi al di sopra di ogni sospetto i vari Contini, Rinaudo e Denis, che davvero in alcune situazioni sono sembrati fuori luogo: i primi due per la concentrazione non mostrata in campo, il terzo per una reazione incomprensibile dopo la sua sostituzione. Reja ha infatti ormai promosso da tempo il bomber argentino come attaccante titolare, eppure el Tanque riesce ogni settimana o quasi a mettersi in discussone da solo.
La settimana prossima arrivano i giallorossi di Totti al San Paolo: conoscendo i nostri tra le mura amiche, sappiamo che ci saranno molti sali e pochissimi scendi.
E’ fra due settimane che vogliamo essere smentiti, quindi.
 

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