• OBIETTIVO NAPOLI - VITTORIA AL SAN PAOLO, MA I GIOCHI SI DECIDERANNO IN PORTOGALLO •

19/9/2008

(EDUARDO LETIZIA) - Il 3-2 conquistato stasera è un risultato che lascia ancora tutto in sospeso. Un punteggio che può soddisfare Reja per la qualità del gioco espresso dalla squadra per tre quarti della gara, ma che lascia ampie speranze di passaggio del turno al Benfica, in virtù del conteggio delle reti in trasferta.
Il Napoli questa partita avrebbe meritato di vincerla con un margine ampliamente maggiore, invece, un po’ per inesperienza, un po’ per scarsa cattiveria e fortuna sotto rete, gi azzurri non sono stati in grado di chiudere il conto già al San Paolo.
La gara gli azzurri l’avevano interpretata nella maniera giusta, lasciando pochi spazi in profondità per la velocità di Di Maria e Suazo e ripartendo rapidamente per sfruttare la maggiore rapidità delle punte napoletane rispetto ai difensori portoghesi.
Dopo la rete di Suazo gli azzurri sono stati abili a ribaltare subito il risultato, spingendo sull’acceleratore e costruendo una serie di ottime azioni. Molto positivo è stato l’apporto degli esterni di centrocampo, sempre nel vivo dell’azione e bravi ad accompagnare la manovra degli attaccanti. Non a caso nel primo tempo Vitale è risultato il migliore in campo.
In avanti ha finalmente offerto sprazzi del suo talento il Tanque Denis che nel primo tempo, oltre a realizzare la seconda rete partenopea, è andato più volte alla conclusione ed è stato bravo anche a dialogare con Lavezzi ed Hamsik.
Il centrocampo probabilmente non è stato impeccabile come nelle ultime uscite. È mancata infatti un po’ di precisione da parte di Gargano nella costruzione del gioco e Blasi al suo fianco si è reso protagonista di una gara troppo nervosa, in particolare dopo l’ammonizione (dubbia) ricevuta, tanto da costringere Reja a sostituirlo nella ripresa.
Il reparto difensivo è parso ben disposto tatticamente. Le punte Di Maria e Suazo non sono mai riuscite a mettersi in evidenza, grazie alla gabbia costruita intorno a loro da Reja, tuttavia alcuni errori individuali, frutto di inesperienza, hanno condizionato alla fine il risultato. Tali errori, che sono costati i due gol, sono imputabili alla poca attenzione nelle marcature sui calci da fermo, unica arma del Benfica di stasera, ma anche alcuni falli evitabili, fatti in zone pericolose del campo, come quello di Cannavaro che è costato la seconda rete dei portoghesi, hanno dato la possibilità agli avversari di rendersi pericolosi, pur non esprimendo un calcio particolarmente entusiasmante.
Nei primi minuti della ripresa gli azzurri avevano dato l’impressione di poter travolgere un Benfica, fino a quel momento spento ed incapace di portare pericoli alla porta di Navarro. Tuttavia, dopo la rete del 3-1, il Napoli è stato colto da un improvviso crollo fisico, proprio nei giocatori che avrebbero potuto trascinarlo nei minuti finali. Reja decideva così di inserire Zalayeta per un Denis un po’ fuori dalla manovra in quella fase della partita, e Pià sostituiva Hamsik, che dopo i primi quindici minuti della ripresa si dedicava esclusivamente alla fase offensiva. Con l’ingresso del brasiliano Reja cambiava modulo, passando ad un più offensivo 3-4-3, con la speranza di colpire in contropiede gli uomini di Quique Sanchez Flores, che più che creare concrete azioni di attacco, si limitavano ad un estenuante possesso palla, per nulla redditizio.
Oltre a quelli sostituiti però gli azzurri avevano in campo altri giocatori che sembravano non averne più, su tutti Vitale e Lavezzi che nel primo tempo erano stati tra i più attivi, cosicché la manovra non riusciva più a svilupparsi con la solita rapidità ed in avanti Zalayeta non poteva essere assistito come Reja avrebbe sperato.
Alla fine dei novanta minuti i partenopei dovranno quindi accontentarsi del 3-2, con la consapevolezza che a Lisbona servirà un grande Napoli per superare il turno. Un impresa tutt’altro che impossibile per la squadra ammirata per gran parte del tempo questa sera.

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