• OBIETTIVO NAPOLI - AZZURRI, QUANTA SOFFERENZA! •

2/10/2005

(di Eduardo Letizia) - Ancora una volta quello ammirato oggi al San Paolo non è stato il Napoli schiacciasassi che ci si aspettava ad inizio stagione. Nonostante il successo sulla Juve Stabia siamo ben lungi dall’apprezzare una squadra che con il suo gioco e con i suoi elementi d’altra categoria s’impone ogni domenica sugli avversari, come un team che dovrebbe letteralmente ammazzare il campionato dovrebbe fare.
Anche questa giornata gli uomini di Reja hanno sofferto troppo. Il primo tempo è stato disputato con scarsa determinazione, senza impensierire mai l’estremo difensore delle “vespe” stabiesi. La manovra azzurra, sempre uguale, lenta e prevedibile faceva affidamento sulle sole iniziative sulla destra di Capparella e su qualche giocata di forza del mai domo Montervino. Gli altri inesistenti. Pià di tanto in tanto ricordava di essere lo stesso giocatore che mandava nel caos le difese avversarie, ma poi, dopo la prima accelerazione, andava perdendosi in fumosi e quanto mai inutili dribbling; Calaiò è ripiombato nel labirinto che ne aveva offuscato le qualità lo scorso torneo, probabilmente a causa dell’incomprensibile ed ingiustificabile trattamento a lui riservato da mister Reja nelle ultime settimane, quando pareva essersi ritrovato del tutto; Bogliacino, pure nel suo ruolo prediletto, centrale dietro la punta, ha deluso ancora una volta le aspettative. Perché i giocatori che arrivano a Napoli con una buona fama finiscono per rivelarsi vere e proprie delusioni?! Rassegnati a non trovare mai risposta a questo arcano, ritorniamo alla partita di oggi. Dopo il deludente primo tempo quindi sembrava proprio che anche la ripresa nulla di più roseo avrebbe riservato ai supporters partenopei, invece tre episodi hanno dato la scossa: l’entrata del giovane Vitale al posto dell’abulico Bogliacino, un intervento miracoloso di Iezzo su Castaldo che salvava il risultato e l’espulsione del difensore della Juve Stabia Avallone. Si era ad inizio secondo tempo e da quel momento in poi il Napoli ha iniziato a crederci ed a premere sull’acceleratore, ma si è dovuto attendere il 25° minuto della ripresa per assistere alla rete, fortunosa di Grava, per poi soffrire fino al 94° momento del sospirato triplice fischio.
Sinceramente dubito che senza l’uomo in più i partenopei sarebbero riusciti a portare a casa i tre punti, in quanto fino a quel momento il Napoli non aveva mai messo seriamente paura agli avversari, che ben riuscivano a controllare gli attacchi azzurri. La squadra di Reja sta diventando, ripetiamo, troppo prevedibile nel suo gioco. Detto della cattiva vena di uomini chiave Calaiò, Pià e Bogliacino, è da denotare ancora una volta la carenza nell’organico napoletano di alcuni ruoli fondamentali. Oggi ad esempio si è sentita moltissimo l’assenza di Sosa, l’argentino infatti sarebbe stato utilissimo per rappresentare, ad un certo punto della gara, un’alternativa di gioco ed un sostituto, o magari una spalla, per l’inconcludente Calaiò. Invece, mancando il Pampa, il Napoli si è trovato privo di un giocatore con quelle caratteristiche, di un attaccante che desse maggior peso in avanti. Altra vistosa lacuna nel roster azzurro è quella che vede l’assenza totale di un terzino sinistro di ruolo. Se pur disimpegnatosi volenterosamente oggi Savini, il numero tre mostra, ogni volta che si spinge in avanti, l’inadeguatezza a ricoprire un ruolo che, specialmente in una squadra che dovrebbe puntare a vincere tutte le gare, richiede caratteristiche che, ad un centrale difensivo adattato mancano: velocità, abilità nelle sovrapposizioni, destrezza nel saltare l’uomo. Senza terzini che spingono, magari anche solo uno dei due più spiccatamente offensivo, è difficile, anzi impossibile, creare quella superiorità sugli esterni che un modulo come quello del Napoli richiede. Anche il match di oggi ci ha dimostrato che si è rivelata fondamentale la maggior spinta di Grava sulla destra nella seconda frazione di gara, con l’uomo in più, anche se lo stesso terzino casertano si è più volte mostrato più propenso alla fase difensiva che a quella offensiva.
Al momento quindi, più che perdersi in facili entusiasmi per questa vittoria nel derby, sarebbe bene rimboccarsi le maniche e cercare di tirare fuori il meglio da questi uomini che non possono fallire nuovamente l’unico, perentorio obiettivo prefissato: la netta vittoria del campionato!

   INDIETRO