28/10/2006
(ARTURO MINERVINI / foto di
Felice De Martino) - Ma come può una
squadra senza identità far strada in
un campionato ostico ed impegnativo
psicologicamente come quello di B?
Come può una squadra che ogni
settimana riesce a smentire se
stessa avere la pur miniva parvenza
di gioca ed una organizzazione tale
da superare momenti difficili? La
risposta è ovviamente retorica.
Ancora una volta il Napoli di Reja,
plenipotenziario azzurro a cui forse
il potere ha dato alla testa, si
esibisce nell' ennesima prova
deludente della stagione. Ma a
questo punto sarebbe più agevole
chiedersi quando abbia convinto.
Forse mai. O quasi. Così succede che
nella trasferta contro l'
Albinoleffe il tecnico goriziano
rimischi nuovamente le carte. Niente
tridente, difesa a 3, fuori De Zerbi
e Bogliacino fantasista. L' ennesima
infruttuosa rivoluzione copernicana
azzurra ed a questo punto sarebbe
opportuno domandarsi se le colpe non
siano anche dello stratega
rivoluzionario. Incoerente più che
mai questo Napoli che sembra partire
col piglio giusto. Buon ritmo,
Calaiò che parte bene. Una costante
però c' è. Bucchi, che divora la
facile occasione del vantaggio
azzurro. La difesa mostra di
soffrire la velocità di Cellini e
Joelson ed è proprio da uno scatto
dell' ex Perugia - già mattatore del
Napoli con la maglia perugina- che
la retroguardia azzurra si fa
infilare. L' acerbo Garics - buone
prospettive ma non ancora pronto per
questi livelli-- si lascia scappare
Cellini e lo stende in area. Cellini
trasforma. Ci sarebbe tutta una
ripresa per recuperare. Almeno
questo ci si aspetterebbe da una
grande o che dice di essere tale. Ed
invece sterile predominio,
traversoni dalla trequarti ed
azzurri mai pericolosi. Se poi ci si
agginge la genialatà di Reja che
dovendo sfruttare i cross avrebbe
bisogno di centimetri ed inserisce
l' ARIETE Pià beh allora il misfatto
è completo. A casa mister.
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