• NAPOLI: BUONA LA PRIMA, MA... •

11/9/2006

(ALESSANDRO CARADOLFO / foto di Felice De Martino) - Chi ben comincia, si sa, è a metà dell’opera. Stadio San Paolo, Sabato 9 Settembre 2006, ore 17.54. E’appena terminata Napoli-Treviso, match d’esordio degli azzurri nel torneo cadetto. Sui volti dei 45.000 spettatori è facile scorgere espressioni di indubbia e giustificata soddisfazione: risultato rotondo (4-2), alcune giocate superbe (si vedano quelle di Bucchi, Calaiò, De Zerbi e Dalla Bona), ed un ottima esibizione da parte dei nuovi innesti. Bene, bravi, Bis. Tutto vero, tutto giusto, ma…..Guai se non ci fosse un “ma”. La gara di Sabato dice molto di più di quanto non racconti il netto risultato e l’andamento della disputa, praticamente a senso unico. Il Napoli è compagine votata all’offesa, che renderà dura la vita di qualsivoglia difesa, ma che troppo spesso concede il fianco all’avversario, portando costantemente, in fase d’attacco (com’è accaduto Sabato), almeno 5-6 giocatori al di là della linea della palla. Bucchi e Calaiò cercavano costantemente l’incrocio negli ultimi sedici metri, De Zerbi si posizionava alle loro spalle, andando spesso a cercare lo scambio con Grava a destra (molto propositivo, quest’ultimo, in fase offensiva) mentre Dalla Bona e Amodio, seppur ottimi incontristi, cercavano spesso l’inserimento senza palla, allo scopo di sorprendere da dietro l’attenta ed arroccata retroguardia veneta. Risultato? Quando si perdeva il possesso della sfera negli ultimi trenta metri il Treviso si produceva in rapide e distese ripartenze, portando i propri avanti a pericolosi duelli con il pacchetto arretrato azzurro, costretto più volte all’inferiorità numerica, e dunque, all’affannoso recupero. Il buon Bogliacino agiva troppo basso, schiacciato a protezione della difesa, tenendo lunga la squadra e lasciando quei 25 metri di campo che agevolavano i contropiedi avversari. Tutto correggibile ovviamente. L’equilibrio è come l’amalgama: non si compra al Mercato, e siamo certi che un po’ il ritorno di Capitan Montervino (più diligente dell’uruguagio Amodio, e più rapido nei ripiegamenti) ed un po’ il lavoro di queste settimane ci restituiranno una squadra più equilibrata e più accorta. Per il resto, la squadra ha mostrato grande personalità, sicurezza, ha saputo pazientare nella prima mezz’ora, dando all’esigente tifoso la costante sensazione di poter sbloccare il risultato in qualsiasi momento. Ottimi Bucchi, De Zerbi e Calaiò, che ritroviamo in una forma smagliante ed in versione “moto perpetuo”.
In ombra Mirko Savini, non ancora al top della forma, Mariano Bogliacino, non ancora a suo agio nella posizione di playmaker, e Gennarino Iezzo, forse troppo emozionato per l’esordio con la fascia al braccio, che ha mostrato piccole incertezze in alcuni frangenti di gioco. Lo squadrone azzurro è adesso atteso da due impegnative trasferte a Piacenza ed Arezzo; due banchi di prova importanti che daranno piccoli, ma significativi indizi sulle reali potenzialità del team azzurro, e sulle sue reali e legittime ambizioni di classifica.
 

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