• OBIETTIVO NAPOLI - UN BUON NAPOLI PER SOLI 45 MINUTI BASTA PER AGGUANTARE IL PRIMATO IN CLASSIFICA •

18/11/2006

(EDUARDO LETIZIA / foto di Felice De Martino) - Cose buone e cose meno sono state evidenziate in questa vittoria del Napoli contro il Bologna. Di buono, anzi, di ottimo c’è il risultato, tre punti che rilanciano gli azzurri nelle posizioni più alte delle classifica, in virtù anche degli stop di Juventus e Genoa. Di positivo inoltre c’è l’atteggiamento della squadra nel primo tempo. Schierata infatti inizialmente con un modulo sensato, con tutti i giocatori schierati nella loro posizione (eccezion fatta per il solo Savini, ma un fluidificante di sinistra manca proprio nella rosa napoletana), la compagine partenopea aveva espresso un buon gioco, grazie anche, e soprattutto, alle giocate in mezzo al campo di un superlativo Bogliacino, autore di una serie di lanci pregevolissimi, ed alle buone iniziative sugli esterni di Capparella e Grava, da una parte, e Savini e Pià dall’altra. A coronamento del buon gioco espresso infatti giunge la rete azzurra, siglata su calcio di rigore da un sempre eccellente Calaiò. Da lì in poi le note negative… Da quel momento appunto il Napoli non riesce più ad esprimere quanto di buono aveva mostrato fino a quel punto. La squadra rincula nella propria metà campo e, come spesso accade alla squadra di Reja, presta il fianco agli assalti dei Bolognesi, che fortunatamente non riescono a capitalizzare i loro attacchi.
Ma cosa ha causato il calo della squadra nel secondo tempo? Sicuramente in parte la problematica nasce da fattori psicologici, da una paura di vincere che attanaglia la squadra dopo che riesce a passare in vantaggio, impedendole di continuare a produrre gioco e di chiudere la partita. Una buona porzione di merito è degli avversari, ma non mancano cause di natura tattica, almeno per ciò che concerne la partita odierna. In particolare non ha sortito gli effetti sperati dal mister goriziano l’ingresso, tra primo e secondo tempo, di Trotta in luogo di un tutto sommato sufficiente Capparella. Con l’ingresso del tornante ex Rimini, Reja aveva evidentemente intenzione di coprire maggiormente il settore di destra della sua squadra, ma ciò non accadeva poiché, a fin dei conti, Trotta era schierato anche lui da terzo attaccante di destra e solo nei minuti finali il giocatore è sembrato arretrare il suo raggio d’azione. Probabilmente sarebbe stato più indicato lasciare, per lo meno nei primi venti minuti della ripresa, invariato lo schieramento iniziale della squadra, per poi tramutarla in un 5-3-2 più coperto nei minuti finali, magari con l’ingresso di un incontrista (Montervino, Gatti…) a centrocampo in luogo di uno tra Capparella e Pià. Fortunatamente al Napoli è andata bene ugualmente e così gli azzurri si ritrovano primi in classifica, in attesa del posticipo, e con la possibilità di lavorare con calma e serenità su le restanti lacune della squadra, potendo contare su una serie di segnali positivi scaturenti dalle ultime due gare, come l’ottimo rendimento del duo uruguayano di centrocampo, la buona affidabilità della difesa ed un nuovo sistema offensivo che consente alla squadra di arrivare con maggior frequenza sul fondo per effettuare cross. Tutto ciò però è necessario che duri nell’arco dei 90 minuti, non per soli 45...

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