(dall'inviato FRANCESCO TRINCHILLO /
foto di Felice De Martino) - Da pezzo
pregiato del mercato invernale, erano
diverse le squadre di serie A che lo hanno
richiesto a Marino, fortemente trattenuto
dalla società, ad oggetto misterioso. Sembra
questo l’attuale destino di Inacio Pià, lo
sgusciante attaccante messo da parte per un
po’ da Reja, che spesso l’ha addirittura
mandato in tribuna. La realtà è che Pià non
è mai riuscito ad esprimere il suo vero
valore con la casacca azzurra, e se l’anno
scorso si diceva che il campionato di serie
C è troppo fisico e non si addice alle
caratteristiche del brasiliano, quest’anno
il numero otto azzurro non può avere
attenuanti. In serie B con l’Ascoli proprio
in coppia con Sosa, Pià ha fatto vedere
grandi cose, ma ormai quei tempi sembrano
esser lontani. Mai a segno quest’anno, fatta
eccezione per la rete realizzata in Coppa
Italia, il brasiliano non è nemmeno riuscito
ad esser decisivo con le sue finte, i suoi
dribbling ubriacanti, insomma i suoi pezzi
forti del repertorio, in cui sembra tuttavia
perdersi. Entrato in campo contro l’Arezzo
al minuto ventuno al posto di Gatti, il
brasiliano è stato sistemato da Reja largo
sulla corsia di sinistra, per consentirgli
di andare sul fondo e creare scompiglio tra
le maglie della difesa amaranto. Il Napoli
con ben quattro punte in campo
contemporaneamente, Pià, Bucchi, Sosa, De
Zerbi, si riporta in vantaggio grazie alla
zuccata puntuale del “Pampa”, su cross di De
Zerbi, ma Inacio Pià, in campo da un quarto
d’ora scarso, ancora non è pervenuto.
Finalmente in contropiede, il brasiliano ha
l’occasione di rendersi pericoloso, ma come
al solito, è un dribbling di troppo a
vanificare lo splendido assist di De Zerbi,
che lo aveva messo in condizioni di provare
la conclusione a pochi passi da Bremec. Ma
si sa, Pià non è un finalizzatore, è
soprattutto un giocatore che salta l’uomo e
che crea scompiglio nelle difese avversarie.
E allora per il Napoli si aprono sempre più
praterie in contropiede, e Pià riesce
puntualmente a complicarsi da solo la vita,
sbattendo ogni qual volta cerca il
dribbling, sul difensore di turno, che
immobile, riesce sempre a fermare le sue
avanzate. Alla fine l’Arezzo pareggia in
extremis, grazie ad un preciso colpo di
testa di Volpato, che come Sosa, appena
entrato, è risultato decisivo. Sicuramente
il Napoli ha commesso errori di ingenuità
nella gestione degli ultimi minuti prima del
triplice fischio del sig. Orsato di Schio,
ma con un pizzico di concretezza in più
sottoporta, Pià avrebbe potuto chiudere il
match in anticipo. Insomma chi più chi meno,
gli attaccanti del Napoli, hanno portato
punti e sono risultati decisivi per la causa
azzurra, tutti tranne Pià. A fine gara sia
Marino che Reja, cercano di difendere, come
è giusto che sia, il brasiliano, dalle
critiche dei giornalisti, ma le due versioni
non combaciano affatto. Marino, ha infatti
così difeso la causa di Pià:” Il giocatore
appena entrato, ha subito un forte pestone
che ne ha condizionato in negativo la
prestazione, tanto è vero che Reja sembrava
addirittura costretto a sostituirlo dopo
pochi minuti dal suo ingresso in campo.”
Reja invece, non accenna minimamente alla
presunta botta subita dal brasiliano,
soffermandosi sulle caratteristiche
specifiche del giocatore:” Non soffermiamoci
sui singoli accollando a qualcuno in
particolare colpe specifiche. L’ho inserito
perché sull’esterno poteva esser pericoloso
nelle ripartente, e mi sembra che qualche
palla in mezzo l’abbia messa. E’ un
giocatore che va recuperato, diamogli tempo
e concediamogli anche un partita un po’
sotto tono”.
Forse non sarebbe stato poi così malvagio
consentire al brasiliano di andare a giocare
altrove in prestito e di ritrovarsi, per poi
magari il prossimo anno, avere in rosa un
Pià rigenerato, ma d’altronde il campionato
è ancora lungo e tutti ci auguriamo che Pià
faccia la differenza consentendo al Napoli
di raggiungere il tango agognato salto di
categoria.