• CHE FINE HA FATTO IL VERO PIA'? •

19/2/2007

(dall'inviato FRANCESCO TRINCHILLO / foto di Felice De Martino) - Da pezzo pregiato del mercato invernale, erano diverse le squadre di serie A che lo hanno richiesto a Marino, fortemente trattenuto dalla società, ad oggetto misterioso. Sembra questo l’attuale destino di Inacio Pià, lo sgusciante attaccante messo da parte per un po’ da Reja, che spesso l’ha addirittura mandato in tribuna. La realtà è che Pià non è mai riuscito ad esprimere il suo vero valore con la casacca azzurra, e se l’anno scorso si diceva che il campionato di serie C è troppo fisico e non si addice alle caratteristiche del brasiliano, quest’anno il numero otto azzurro non può avere attenuanti. In serie B con l’Ascoli proprio in coppia con Sosa, Pià ha fatto vedere grandi cose, ma ormai quei tempi sembrano esser lontani. Mai a segno quest’anno, fatta eccezione per la rete realizzata in Coppa Italia, il brasiliano non è nemmeno riuscito ad esser decisivo con le sue finte, i suoi dribbling ubriacanti, insomma i suoi pezzi forti del repertorio, in cui sembra tuttavia perdersi. Entrato in campo contro l’Arezzo al minuto ventuno al posto di Gatti, il brasiliano è stato sistemato da Reja largo sulla corsia di sinistra, per consentirgli di andare sul fondo e creare scompiglio tra le maglie della difesa amaranto. Il Napoli con ben quattro punte in campo contemporaneamente, Pià, Bucchi, Sosa, De Zerbi, si riporta in vantaggio grazie alla zuccata puntuale del “Pampa”, su cross di De Zerbi, ma Inacio Pià, in campo da un quarto d’ora scarso, ancora non è pervenuto. Finalmente in contropiede, il brasiliano ha l’occasione di rendersi pericoloso, ma come al solito, è un dribbling di troppo a vanificare lo splendido assist di De Zerbi, che lo aveva messo in condizioni di provare la conclusione a pochi passi da Bremec. Ma si sa, Pià non è un finalizzatore, è soprattutto un giocatore che salta l’uomo e che crea scompiglio nelle difese avversarie. E allora per il Napoli si aprono sempre più praterie in contropiede, e Pià riesce puntualmente a complicarsi da solo la vita, sbattendo ogni qual volta cerca il dribbling, sul difensore di turno, che immobile, riesce sempre a fermare le sue avanzate. Alla fine l’Arezzo pareggia in extremis, grazie ad un preciso colpo di testa di Volpato, che come Sosa, appena entrato, è risultato decisivo. Sicuramente il Napoli ha commesso errori di ingenuità nella gestione degli ultimi minuti prima del triplice fischio del sig. Orsato di Schio, ma con un pizzico di concretezza in più sottoporta, Pià avrebbe potuto chiudere il match in anticipo. Insomma chi più chi meno, gli attaccanti del Napoli, hanno portato punti e sono risultati decisivi per la causa azzurra, tutti tranne Pià. A fine gara sia Marino che Reja, cercano di difendere, come è giusto che sia, il brasiliano, dalle critiche dei giornalisti, ma le due versioni non combaciano affatto. Marino, ha infatti così difeso la causa di Pià:” Il giocatore appena entrato, ha subito un forte pestone che ne ha condizionato in negativo la prestazione, tanto è vero che Reja sembrava addirittura costretto a sostituirlo dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo.” Reja invece, non accenna minimamente alla presunta botta subita dal brasiliano, soffermandosi sulle caratteristiche specifiche del giocatore:” Non soffermiamoci sui singoli accollando a qualcuno in particolare colpe specifiche. L’ho inserito perché sull’esterno poteva esser pericoloso nelle ripartente, e mi sembra che qualche palla in mezzo l’abbia messa. E’ un giocatore che va recuperato, diamogli tempo e concediamogli anche un partita un po’ sotto tono”.
Forse non sarebbe stato poi così malvagio consentire al brasiliano di andare a giocare altrove in prestito e di ritrovarsi, per poi magari il prossimo anno, avere in rosa un Pià rigenerato, ma d’altronde il campionato è ancora lungo e tutti ci auguriamo che Pià faccia la differenza consentendo al Napoli di raggiungere il tango agognato salto di categoria.
 

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