(EDUARDO
LETIZIA) - La situazione in casa Napoli
è deprimente.
Alcuni dati, alcune considerazioni. Il
Pescara ha dimostrato di essere
probabilmente la peggior squadra di tutto il
campionato (checché ne dicano illustri
telecronisti), poiché non riuscire nemmeno a
pareggiare contro questo Napoli è un’impresa
degna del “miglior” Reja.
I giocatori del Napoli o sono sempre stati
SCARSI, o lo sono diventati al momento di
indossare la maglia azzurra, o la scarsezza
gli viene in qualche modo (non saprei come)
inculcata sapientemente dal loro allenatore.
Parecchi elementi del clan azzurro stanno
infatti mettendo in mostra una serie di
prestazioni INTOLLERABILI e davvero non si
riesce a capire come in anni passati possano
aver fatto bene in altre squadre. L’elenco è
lungo e comprende nomi importanti: Bucchi è
semplicemente inguardabile e non credo sia
esagerato pensare che qualsiasi calciatore,
di qualsiasi serie e ruolo (Gianello
compreso), possa fare meglio al posto del
numero 29; Pià si sta rivelando, da un paio
di anni a questa parte, l’unico brasiliano
che non sa giocare a calcio che abbia mai
calcato i prati verdi del San Paolo (secondo
solo probabilmente all’ex difensore del
Milan Julio Cesar). In molti vedendolo
giocare oggi avranno sentito la mancanza del
buon Caio Ribeiro Decousseu, terza punta del
Napoli 96/97, il che è dir tutto! Ma
l’elenco dei giocatori che al Napoli stanno
facendo rimpiangere i soldi impiegati per
acquistarli non finisce qui. Giocatori come
Dalla Bona (chi ha notato oggi la sua
assenza?) e Rullo ci entrano di diritto;
qualche altro come De Zerbi meriterebbe di
entrarci, ma si salva poichè un paio di
prestazioni positive le ha fatte; e qualcun
altro potrebbe entrarci qualora continuasse
a proporsi in prestazioni nefaste come
quelle ultime (Calaiò). In pratica di questo
Napoli ad oggi si può salvare ben poco.
Un ulteriore dato ce lo fornisce il pubblico
del San Paolo. La bordata di fischi a fine
gara nonostante i tre punti guadagnati
dimostra quanto palesemente scialbe,
negative e deprimenti siano da mesi le
prestazioni degli azzurri. “Vox populi vox
Dei“, vero Marino? Vero De Laurentiis?
Estrapolati una serie di dati da questa gara
passiamo ora, per quanto possibile, a
qualche considerazione tattica.
Grazie solamente all’indisponibilità di
Grava Reja è stato costretto, suo malgrado,
a fare una scelta azzeccata: l’inserimento
di Trotta dal primo minuto. Bisogna dire che
nella prima frazione di gara qualche cosa di
buono si è pur visto a tratti. In virtù
della presenza in campo di Trotta il Napoli
riusciva a portarsi con buona costanza sugli
esterni sia a destra, dove per metà gara
l’esterno ex Rimini è stato tra i migliori
della squadra, sia sulla sinistra, dove
inizialmente si sganciava bene anche lo
stesso Savini, prima evidentemente di essere
blindato dal cauto mister goriziano. A
centrocampo i tre centrali smistavano bene
il gioco con un Amodio, che seppur non
rapidissimo riusciva, a differenza di
qualche suo predecessore, a dar segni di
presenza in campo proponendosi per il
dialogo con i suoi compagni; Gatti
catalizzava le palle dalla difesa e faceva
ripartire l’azione sugli esterni e tentava,
con alterne fortune, qualche
verticalizzazione; a Bogliacino sul centro
sinistra, il più avanzato dei tre, toccava
il compito di inventare dietro le punte e di
dialogare con loro, inserendosi sulle sponde
del Pampa Sosa. Il tutto era però favorito
dalla assenza del Pescara sul terreno di
gioco e vanificato da una lentezza
nell’esecuzione della manovra e da una
mancanza di concretezza che alla fine
permetteva agli abruzzesi di arginare gli
attacchi azzurri, che riuscivano a trovare
il gol solo grazie ad un contropiede e ad
una papera del portiere che non riusciva a
trattenere un passaggio di Calaiò.
Nella ripresa però pure quel poco di buono
che erano riusciti a fare, per un motivo o
per un altro, gli azzurri scompare. Il
Pescara capisce che la squadra che le sta di
fronte l’unica cosa buona ce l’ha nel nome
che porta ed inizia un assedio degno dei
Persiani alle Termopili. Tutt’altro che
eroici però, i difendenti Napoletani,
atterriti di fronte alle tremende orde
pescaresi (spero sia chiara l’ironia), a
fatica riescono a difendere l’1-0, non senza
una copiosa dose di fortuna.
Gli spettatori del san Paolo increduli non
possono far altro che fischiare i propri
beniamini che anche questa settimana sono
riusciti a far sembrare una squadra modesta,
e stavolta l’impresa era davvero ardua, una
buona squadra.
Ho sentito dire da qualcuno che il Pescara,
da quel che s’è visto oggi, non merita il
penultimo posto in classifica. Mi si
consenta di dissentire. L’unica cosa che si
è evinta dalla partita di oggi è che se c’è
stata in campo una squadra che non merita la
propria posizione in classifica, beh, quella
è senza dubbio il Napoli.