• OBIETTIVO NAPOLI - "COME DELUDERE PUR VINCENDO", DIRIGE EDY REJA •

14/4/2007

(EDUARDO LETIZIA) - La situazione in casa Napoli è deprimente.
Alcuni dati, alcune considerazioni. Il Pescara ha dimostrato di essere probabilmente la peggior squadra di tutto il campionato (checché ne dicano illustri telecronisti), poiché non riuscire nemmeno a pareggiare contro questo Napoli è un’impresa degna del “miglior” Reja.
I giocatori del Napoli o sono sempre stati SCARSI, o lo sono diventati al momento di indossare la maglia azzurra, o la scarsezza gli viene in qualche modo (non saprei come) inculcata sapientemente dal loro allenatore. Parecchi elementi del clan azzurro stanno infatti mettendo in mostra una serie di prestazioni INTOLLERABILI e davvero non si riesce a capire come in anni passati possano aver fatto bene in altre squadre. L’elenco è lungo e comprende nomi importanti: Bucchi è semplicemente inguardabile e non credo sia esagerato pensare che qualsiasi calciatore, di qualsiasi serie e ruolo (Gianello compreso), possa fare meglio al posto del numero 29; Pià si sta rivelando, da un paio di anni a questa parte, l’unico brasiliano che non sa giocare a calcio che abbia mai calcato i prati verdi del San Paolo (secondo solo probabilmente all’ex difensore del Milan Julio Cesar). In molti vedendolo giocare oggi avranno sentito la mancanza del buon Caio Ribeiro Decousseu, terza punta del Napoli 96/97, il che è dir tutto! Ma l’elenco dei giocatori che al Napoli stanno facendo rimpiangere i soldi impiegati per acquistarli non finisce qui. Giocatori come Dalla Bona (chi ha notato oggi la sua assenza?) e Rullo ci entrano di diritto; qualche altro come De Zerbi meriterebbe di entrarci, ma si salva poichè un paio di prestazioni positive le ha fatte; e qualcun altro potrebbe entrarci qualora continuasse a proporsi in prestazioni nefaste come quelle ultime (Calaiò). In pratica di questo Napoli ad oggi si può salvare ben poco.
Un ulteriore dato ce lo fornisce il pubblico del San Paolo. La bordata di fischi a fine gara nonostante i tre punti guadagnati dimostra quanto palesemente scialbe, negative e deprimenti siano da mesi le prestazioni degli azzurri. “Vox populi vox Dei“, vero Marino? Vero De Laurentiis?
Estrapolati una serie di dati da questa gara passiamo ora, per quanto possibile, a qualche considerazione tattica.
Grazie solamente all’indisponibilità di Grava Reja è stato costretto, suo malgrado, a fare una scelta azzeccata: l’inserimento di Trotta dal primo minuto. Bisogna dire che nella prima frazione di gara qualche cosa di buono si è pur visto a tratti. In virtù della presenza in campo di Trotta il Napoli riusciva a portarsi con buona costanza sugli esterni sia a destra, dove per metà gara l’esterno ex Rimini è stato tra i migliori della squadra, sia sulla sinistra, dove inizialmente si sganciava bene anche lo stesso Savini, prima evidentemente di essere blindato dal cauto mister goriziano. A centrocampo i tre centrali smistavano bene il gioco con un Amodio, che seppur non rapidissimo riusciva, a differenza di qualche suo predecessore, a dar segni di presenza in campo proponendosi per il dialogo con i suoi compagni; Gatti catalizzava le palle dalla difesa e faceva ripartire l’azione sugli esterni e tentava, con alterne fortune, qualche verticalizzazione; a Bogliacino sul centro sinistra, il più avanzato dei tre, toccava il compito di inventare dietro le punte e di dialogare con loro, inserendosi sulle sponde del Pampa Sosa. Il tutto era però favorito dalla assenza del Pescara sul terreno di gioco e vanificato da una lentezza nell’esecuzione della manovra e da una mancanza di concretezza che alla fine permetteva agli abruzzesi di arginare gli attacchi azzurri, che riuscivano a trovare il gol solo grazie ad un contropiede e ad una papera del portiere che non riusciva a trattenere un passaggio di Calaiò.
Nella ripresa però pure quel poco di buono che erano riusciti a fare, per un motivo o per un altro, gli azzurri scompare. Il Pescara capisce che la squadra che le sta di fronte l’unica cosa buona ce l’ha nel nome che porta ed inizia un assedio degno dei Persiani alle Termopili. Tutt’altro che eroici però, i difendenti Napoletani, atterriti di fronte alle tremende orde pescaresi (spero sia chiara l’ironia), a fatica riescono a difendere l’1-0, non senza una copiosa dose di fortuna.
Gli spettatori del san Paolo increduli non possono far altro che fischiare i propri beniamini che anche questa settimana sono riusciti a far sembrare una squadra modesta, e stavolta l’impresa era davvero ardua, una buona squadra.
Ho sentito dire da qualcuno che il Pescara, da quel che s’è visto oggi, non merita il penultimo posto in classifica. Mi si consenta di dissentire. L’unica cosa che si è evinta dalla partita di oggi è che se c’è stata in campo una squadra che non merita la propria posizione in classifica, beh, quella è senza dubbio il Napoli.

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