• OBIETTIVO NAPOLI - ENNESIMO FALLIMENTO DI REJA •

31/3/2007

(EDUARDO LETIZIA) - La 5-5-5... Questa di “longombardiana” memoria mi pare, facendo due rapidi conti, l’unico modulo che non ha azzardato oggi Reja per tentare di evitare l’ennesima figuraccia. Ebbene: obiettivo fallito, nonostante la grazia ricevuta da San Bogliacino questo pareggio rappresenta solo un'ulteriore prova di come Reja sia ormai alla deriva e non riesca più a tenere salde le redini della sua squadra. Di settimana in settimana la situazione per gli azzurri si fa sempre più pericolosa e continuando così ci si potrebbe ritrovare un sabato fuori dalla zona play-off ed allora sarà forse troppo tardi per correre ai ripari.
Si diceva che oggi il buon Reja ha un po’ sperimentato tutti i moduli possibili sperando di imbeccare prima o poi, se non fosse altro per una questione statistica, quello adatto; procediamo ad analizzarli, per quanto possibile, con ordine.
La squadra è scesa in campo con il 3-4-3, rispolverando dopo mesi il tridente, senza però inculcare nei giocatori i movimenti adatti per renderlo letale. Il risultato era che De Zerbi ogni tanto andava a prendersi qualche palla all’altezza del centrocampo per poi perderla pochi metri dopo, Calaiò vagava esule ed inoffensivo sul fronte sinistro dell’attacco, posizione dalla quale, da anni ormai, ha dimostrato di non riuscire a rendersi pericoloso e Bucchi, come al solito, vagava tristemente da solo, in cerca probabilmente di nuove amicizie tra i difensori baresi. Il resto della squadra si disponeva con la difesa titolare, abbandonate le bizzarre pretese di trasformare Domizzi in Falcao, e con a centrocampo la lieta novità dell’esclusione di Dalla Bona, al quale veniva preferito un Amodio parso oggi troppo lento e meno utile di quello che avevamo lasciato in panchina mesi fa. A mantenere in piedi la “baracca” nel primo tempo rimanevano i soli Savini, davvero positivo sull’out di sinistra e Bogliacino, oggi in versione Holly Hutton (i più giovani hanno ben presente l’eroico numero dieci del cartone animato giapponese), che da solo cercava in mezzo al campo di inventare qualcosa per mettere in difficoltà la squadra di Mr. Materazzi.
Considerando lo squallore generale del primo tempo al ritorno in campo nella ripresa, trovandosi sotto di una rete, Reja decide di cambiare. Esce Savini, come detto tra i migliori nel primo tempo, ed al suo posto entra Dalla Bona. Il modulo si trasforma in un 4-2-1-3 con Bogliacino spostato dietro le tre punte e con Domizzi a fare da quarto a sinistra nella difesa a 4. Questo assetto però cambierà subito dopo pochi minuti. Con l’ingresso in campo di Trotta al posto di De Zerbi la squadra passa al 4-4-2. Bogliacino stavolta è dirottato sulla sinistra e Trotta si posiziona sulla destra. Nulla cambia dal punto di vista tattico con l’ingresso di Sosa al posto di Bucchi, la sola differenza “tecnica” è parsa oggi nel fatto che Bucchi fino a quel momento era parso del tutto inutile alla causa partenopea, Sosa invece si rendeva prezioso prendendo le barelle da fuori al campo. Come dire il Pampa sa sempre come rendersi utile.
In pratica le sorti degli azzurri sono come al solito affidate all’assedio finale ed alle palle buttate “in the box” per la testa di qualcuno. Per fortuna dei napoletani una di queste palle catapultate dalla destra da Trotta, utilizzato sempre troppo poco, finisce sui piedi del migliore in campo, Bogliacino, che riesce a firmare un pareggio che preserva l’imbattibilità interna del Napoli, ma non cancella l’opaca prestazione degli azzurri, giunta, l’ennesima, in un momento cruciale del campionato, in una gara in cui era necessario vincere in vista dei prossimi, e ben più ardui, scontri diretti contro Bologna e Juventus.

   INDIETRO