• ERRARE E’ UMANO, PERSEVERARE… •

2/12/2006

(RAIMONDO MIRAGLIA) - Il Frosinone riesce a strappare un pareggio al San Paolo contro il solito Napoli dalle due anime, inconcludente ed abulico quando si tratta di imporre il proprio gioco, generoso e potente quando deve rimontare, ma a chi è dovuto questo doppio spirito della squadra azzurra? Ovviamente al suo conduttore, Reja ed ad i suoi errori che non finisce mai di ripetere.
Se facciamo un salto indietro nel tempo tra i tanti peccati di difensivismo commessi dal tecnico ed i punti persi per strada contro squadre inferiori, possiamo ricordare Napoli-Avellino, prima finale play-off di C1, in quell’occasione contro gli irpini fermi in 10 nella loro metà campo, Reja giocò con il solo Sosa in avanti salvo inserire Calaiò inutilmente nei minuti finali. La partita finì in un pareggio che bloccò di un anno la crescita di una società che tra tanti sforzi deve oggi anche sostenere gli attacchi di alcuni personaggi presenti costantemente allo stadio e che non possono fregiarsi del titolo di tifosi visto il male continuo che fanno al Napoli in forma di multe da pagare e della pessima immagine regalata a tutta la città.
Quest’oggi contro un Frosinone annunciatamente difensivista il Napoli ha messo in campo la solita difesa a 5, 4 centrocampisti e Calaiò isolato nell’area avversaria, giocando quindi con un uomo in meno lasciato in difesa, visto che i laziali schieravano una sola punta con Lodi a supporto e molto largo a destra. Il Napoli ha sofferto e non si è quasi mai reso pericoloso per tutto il primo tempo, salvo il palo di Calaiò su deviazione del portiere. In una squadra incapace di avere un minimo di possesso palla, nella ripresa sarebbe bastato togliere un inguardabile Vitale ed inserire Bucchi passando ad un 4-2-4 che avrebbe costretto il Frosinone nella sua area di rigore e dato la possibilità a De Zerbi, Pià, ed in seguito a Trotta, di giocare sulle fasce per mettere palloni sulla testa delle due punte azzurre. Invece Reja toglie De Zerbi l’unico capace di inventare qualcosa e poco dopo Pià, il migliore in campo, passando prima ad un 5-3-2 e poi ad un 4-4-2 che ha portato al rigore di Lodi e poi al bel cross di Trotta seguito dall’ottimo colpo di testa di Bogliacino. Ma non si va in serie A improvvisando e vivacchiando sugli episodi, per ottenere la promozione in questa difficile stagione bisogna creare gioco ed occasioni da rete, dare finalmente una anima a questa squadra che sembra giocare bene solo quando è ferita e si butta in attacco senza ascoltare più le direttive del tecnico ma solo la voce del cuore.
 

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