(RAIMONDO
MIRAGLIA) - Il Frosinone riesce a
strappare un pareggio al San Paolo contro il
solito Napoli dalle due anime, inconcludente
ed abulico quando si tratta di imporre il
proprio gioco, generoso e potente quando
deve rimontare, ma a chi è dovuto questo
doppio spirito della squadra azzurra?
Ovviamente al suo conduttore, Reja ed ad i
suoi errori che non finisce mai di ripetere.
Se facciamo un salto indietro nel tempo tra
i tanti peccati di difensivismo commessi dal
tecnico ed i punti persi per strada contro
squadre inferiori, possiamo ricordare
Napoli-Avellino, prima finale play-off di
C1, in quell’occasione contro gli irpini
fermi in 10 nella loro metà campo, Reja
giocò con il solo Sosa in avanti salvo
inserire Calaiò inutilmente nei minuti
finali. La partita finì in un pareggio che
bloccò di un anno la crescita di una società
che tra tanti sforzi deve oggi anche
sostenere gli attacchi di alcuni personaggi
presenti costantemente allo stadio e che non
possono fregiarsi del titolo di tifosi visto
il male continuo che fanno al Napoli in
forma di multe da pagare e della pessima
immagine regalata a tutta la città.
Quest’oggi contro un Frosinone
annunciatamente difensivista il Napoli ha
messo in campo la solita difesa a 5, 4
centrocampisti e Calaiò isolato nell’area
avversaria, giocando quindi con un uomo in
meno lasciato in difesa, visto che i laziali
schieravano una sola punta con Lodi a
supporto e molto largo a destra. Il Napoli
ha sofferto e non si è quasi mai reso
pericoloso per tutto il primo tempo, salvo
il palo di Calaiò su deviazione del
portiere. In una squadra incapace di avere
un minimo di possesso palla, nella ripresa
sarebbe bastato togliere un inguardabile
Vitale ed inserire Bucchi passando ad un
4-2-4 che avrebbe costretto il Frosinone
nella sua area di rigore e dato la
possibilità a De Zerbi, Pià, ed in seguito a
Trotta, di giocare sulle fasce per mettere
palloni sulla testa delle due punte azzurre.
Invece Reja toglie De Zerbi l’unico capace
di inventare qualcosa e poco dopo Pià, il
migliore in campo, passando prima ad un
5-3-2 e poi ad un 4-4-2 che ha portato al
rigore di Lodi e poi al bel cross di Trotta
seguito dall’ottimo colpo di testa di
Bogliacino. Ma non si va in serie A
improvvisando e vivacchiando sugli episodi,
per ottenere la promozione in questa
difficile stagione bisogna creare gioco ed
occasioni da rete, dare finalmente una anima
a questa squadra che sembra giocare bene
solo quando è ferita e si butta in attacco
senza ascoltare più le direttive del tecnico
ma solo la voce del cuore.