• FIDUCIA A REJA. EVVIVA REJA! •

28/9/2006

(ALESSANDRO CARADOLFO) - Avanti così, dunque. Il plenipotenziario Pier Paolo Marino rinnova la propria “incondizionata” fiducia nei riguardi di Mister Reja, che, da par suo, conferma di non aver in mente altre soluzioni tattiche se non il 4-3-1-2.

Il dato non è di poco conto. In una società “dromocratica” come la nostra, a cui il prodotto “calcio” sembra essersi perfettamente adeguato, al motto “pensare in fretta, ergo agire in fretta”, il buon Direttore Generale replica con un secco “niet”. Avanti così. Cambia qualche interprete, certo, ma gli spartiti restano immutati. Bogliacino trequartista, Amodio regista, Calaiò sacrificato per il comune e superiore bene della squadra. Tutto qua; la settimana di lavoro in casa Napoli scorre lenta, e senza grossi scossoni, eccezion fatta per il recupero miracoloso del redivivo De Zerbi.

Si avanza sul solco di un percorso ben definito, e preparato nei minimi dettagli già qualche mese fa, nell’immediato post-promozione, proprio alla vigilia della doppia sfida di Super Coppa di C contro lo Spezia. Già, proprio lo Spezia! Coincidenze? Indubitabile; ma è anche un segno del destino, se si pensa che la compagine ligure potrebbe passare alla storia per aver aperto e chiuso, nel breve giro di 4 mesi, un progetto tattico in cui pochi hanno prestato fede, sin dai suoi primi vagiti. La rosa è stata indubbiamente irrobustita, congegnata per un torneo di vertice; soprattutto, è stata costruita assecondando un’ impostazione tattica che ha stimolato ben pochi consensi. Il trofeo Moretti, le sfide di Coppa Italia con Frosinone ed Ascoli, e l’oramai famosa “Partita Perfetta” sembrano essere solo lontani ricordi. Fugaci amori estivi, istantanee sbiadite di un precampionato che regala molte più illusioni che certezze, fatto di avversari compiacenti, che giocano (poco) e lasciano giocare (sin troppo). Il campionato, invece, è ben altra cosa. L’ovattato calcio estivo fa posto ad una realtà ben più cruda e amara, fatta di costanti raddoppi, marcature asfissianti, tatticismi esasperati, ritmi smisurati e tensioni eccessive.

Intanto, i soliti ben informati, raccontano di un De Laurentiis piuttosto inquieto. Il produttore cinematografico teme possa naufragare, appena in prossimità del varo, l’ambizioso programma di ritorno ai massimi vertici calcistici, già bruscamente frenato dall’ infausta disputa di Avellino. La preoccupazione è fondata, giustificata dagli enormi sacrifici economici sostenuti dal magnate della celluloide, il quale, da navigato imprenditore, fiutando il pericolo, avrebbe già pensato ad un opportuno piano d’emergenza, a conferma del fatto che per la società azzurra la promozione in massima serie rappresenta senza dubbio l’unico obiettivo da raggiungere, sin da quest’anno, nonostante le ben note dichiarazioni di facciata.

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