(EDUARDO
LETIZIA / foto di Felice De Martino) -
Il Napoli conferma il suo periodo di forma
precaria conquistando un pareggio contro il
Vicenza, negativo sia per la classifica, in
quanto consente al Genoa di portarsi a meno
tre dal secondo posto, sia soprattutto per
il gioco.
La situazione oggi per gli azzurri era
solamente in apparenza di emergenza, in
quanto i tre assenti in difesa, Cannavaro,
Maldonado e Domizzi sono stati tutto sommato
ben rimpiazzati da Grava, Giubilato, il
migliore in campo, e Savini. Le falle nella
squadra azzurra si sono evidenziate nelle
zone di campo presidiate da giocatori
titolari. Ma procediamo con ordine.
Il Napoli aveva iniziato la gara nei primi
20 minuti in maniera insolitamente
brillante, presentandosi in campo con un
3-5-2 che vedeva schierati sugli esterni
Garrics e Rullo, Amodio al centro per
sostituire Gatti e l’attacco formato dalla
coppia incompatibile (ormai è chiaro a tutti
tranne che a Reja) Bucchi-Calaiò. Il Napoli,
dicevamo, aveva avuto un buon approccio alla
gara, creando nei primi minuti delle buone
azioni sulle fasce dove da una parte Garrics
sembrava aver abbandonato gli imbarazzi di
inizio campionato e Rullo sulla sinistra
diventava, in asse con Bogliacino, una
costante fonte di pericolo per la difesa
vicentina. Tutto ciò accadeva nei primi
minuti, ma intorno al ventesimo del primo
tempo Reja ricorda che per lui l’importante
non è giocare bene, ma cercare in primis di
non prenderle, nonostante giochi in casa e
non di certo contro il Barcellona, e corre
ai ripari. Decide quindi di impostare la sua
squadra secondo un abbottonassimo 5-3-2 e di
qui in poi del Napoli non si avranno più
tracce rilevanti sul terreno verde del San
Paolo. Garrics e Rullo, terrorizzati
oltremodo dalle presunte scorrerie
vandaliche di Panoessa e Padoin (si prega di
non scomodare oltremodo il un certo Roberto
Baggio per paragoni folli), non superano più
la linea di centrocampo. Bogliacino che nei
primi minuti sembrava poter vantare una
certa intesa sulla sinistra con Rullo viene
slittato, per motivi che esulano da ogni
razionale spiegazione, sulla destra ed il
sempre determinante (mi si lasci passare la
nota ironica) Dalla Bona viene di
conseguenza spostato sul centro destra.
Questi stravolgimenti avevano inoltre
l’effetto di abbandonare al loro destino le
due punte Bucchi e Calaiò a proposito dei
quali non riteniamo sia possibile schierarli
insieme giustificando questa scelta in virtù
del rapporto di amicizia che i due hanno
nella vita privata, come pure ho sentito
affermare oggi da voci, presumibilmente,
competenti(?)! Cercherò ora di giustificare
quanto affermato qui sopra in base a delle
motivazioni tecnico-tattiche, lasciando ad
altri motivazioni di natura sentimentale.
Quando vengono schierati insieme Bucchi e
Calaiò la manovra del Napoli non trova
sbocco nei pressi della trequarti avversaria
in quanto Calaiò è vero che, rispetto a
Bucchi, è un giocatore più di movimento, ma
i suoi movimenti vengono svolti per lo più
per vie orizzontali, non verticali, quindi
quando c’è un centrocampista o un terzino
che porta palla la manovra si blocca sulla
trequarti, poiché entrambe le punte
effettuano gli stessi movimenti per dare
profondità dentro l’area di rigore
avversaria e nessuno dei due si avvicina al
portatore per proporsi in appoggio, cosa che
invece sono bravi a fare ad esempio Sosa e
De Zerbi, che Reja, quando è entrato, voleva
invece costringere ad andare negli spazi
alle spalle di Sosa, cosa che è bravissimo a
fare Calaiò, sostituito appunto dall’ex
catanese! Nell’intervallo probabilmente Reja
avrà avuto modo di leggere qualche articolo
che da queste pagine spiegava queste
incongruenze ed ha cercato di ricorrere ai
ripari inserendo Sosa in luogo di un
evanescente Bucchi, ma pochi minuti dopo
sbaglia, a nostro avviso, per carità, mossa
ancora una volta. Il mister goriziano decide
infatti di far entrare De Zerbi, e fin qui
niente di male, anzi, ma lo sgomento nasce
dalla decisione di togliere dal campo Calaiò,
sia per una questione di movimenti a cui si
è accennato sopra, sia perché, in una
situazione in cui bisognava trovare la rete
dei tre punti, sembrava più logico azzardare
le due punte più il rifinitore, inserendo
quindi De Zerbi o in luogo del buon Dalla
Bona o magari di un difensore, passando alla
difesa a quattro. Ma la natura non certo
impavida del mister partenopeo, che comunque
sta in qualche modo dando i suoi risultati
quest’anno, sconsigliava iniziative del
genere e così la gara del Napoli restava
bloccata. Tardivo infine è risultato
l’ingresso di Trotta ed anche in questo caso
discutibile è stata la scelta del giocatore
da sostituire, Amodio. Non è che
l’uruguaiano si sarebbe rivelato
fondamentale nei minuti finali, ma
fondamentale risulta invece ormai per il
Napoli il suo connazionale, seppur non al
meglio quest’oggi, Bogliacino, che a causa
di questo cambio ha dovuto spostarsi in
cabina di regia negli ultimi minuti, in un
ruolo che, checché se ne dica non sa
interpretare, e quando sarebbero stati
fondamentali i suoi inserimenti e le sue
giocate in una zona più avanzata del campo.