(EDUARDO
LETIZIA / Foto di Felice de Martino) -
Nel momento fondamentale della stagione sono
emerse le caratteristiche che hanno fatto
grande il Napoli quest’anno: il carattere,
il cinismo, le giocate di alcuni singoli.
Eppure dopo i primi 20 minuti di gioco la
situazione per gli azzurri sembrava tutt’altro
che rosea. La squadra di Reja infatti
sembrava soffrire oltremodo la rapidità e
l’intraprendenza dei veronesi. Il Verona
pareva in grado di mettere in difficoltà in
qualsiasi momento i più “pesanti” giocatori
del Napoli, schierati oggi in campo con una
formazione particolarmente muscolare. Reja
aveva infatti scelto un centrocampo
abbastanza abbottonato composto da Amodio,
Gatti e Dalla Bona, con il sempre più
convincente Garics e Savini sugli esterni,
abbandonando l’ipotesi tridente provata in
settimana. Alla lunga le scelte di Reja si
sono però rivelate indovinate in quanto dopo
i primi 20-25 minuti di sofferenza la
squadra ha iniziato a prendere le misure
degli scaligeri ed in particolare si sono
riuscite a trovare delle contromosse per
arginare le azioni degli esterni veronesi,
in particolare di Ferrarese sulla destra,
grazie soprattutto alle azioni di raddoppio
dei centrocampisti.
Nella ripresa poi gli azzurri sono riusciti
a trovare il modo per fare male agli
avversari. Il Napoli ha infatti preso
maggiore coscienza dei propri mezzi ed è
riuscito a mettere a segno un uno-due nei
primi minuti che avrebbe potuto mettere KO
l’avversario, qualora questo non avesse
avuto una rapida reazione con la rete del
1-2. Dalla rete del veronese Pulzetti in poi
la partita del Napoli è stata volta
soprattutto, comprensibilmente, alla fase
difensiva. In questo momento della gara Reja
decide di modificare l’assetto della sua
squadra inserendo Giubilato al posto
dell’ammonito Savini, che sulla sua corsia
poteva soffrire le folate del nuovo entrato
Babù. Per arginare quest’ultimo veniva
spostato Grava sulla corsia sinistra e
Giubilato al centro della difesa, con Paolo
Cannavaro ad agire sul centro destra, nella
posizione che era stata di Grava. Pochi
minuti dopo avviene la sostituzione di Sosa.
Al suo posto entra De Zerbi, col compito di
dare una mano al centrocampo e di tenere
palla, magari propiziando qualche azione di
contropiede. Nel finale entrerà poi Bucchi
per Calaiò. Così messo in campo il Napoli si
difende abbastanza bene, anche se il Verona
riesce a procurarsi qualche occasione
pericolosa, ma in queste occasioni si
rivelano provvidenziali gli interventi di
Gianello, probabilmente il migliore in campo
dei partenopei, che non fa per nulla
rimpiangere l’infortunato Iezzo. Ma Gianello
non è l’unico ad aver brillato in questa
gara tra gli azzurri. Tra i tanti che hanno
ben figurato nella battaglia odierna è
doveroso citare le maiuscole prove di
Domizzi, insuperabile in difesa e decisivo
per la rete dello 0-1, Amodio, che ha dato
una mano in copertura in qualunque zona del
campo, avendo anche la forza per spingersi
in attacco in alcune occasioni ed infine di
Garics che, pur non avendo fatto
complessivamente nulla di eccezionale, ha
dato l’impressione di star acquisendo sempre
maggiore tranquillità in mezzo al campo ed
ha dimostrato di poter diventare in
prospettiva un elemento importante per
questa squadra.
In chiusura ci duole dover sottolineare
un’unica pecca in questa giornata così lieta
per il Napoli, ovvero il brutto gesto
rivolto da Calaiò al suo allenatore al
momento della sostituzione con Bucchi, che
poi s’è rivelato decisivo nel finale. Siamo
dell’avviso che il buon Emanuele, autore tra
l’altro di una rete eccellente quest’oggi,
avrebbe dovuto avere maggior rispetto, e per
il suo mister, e per il compagno che ha
preso il suo posto, tanto più considerando
che l’ex modenese è sempre stato un esempio
di professionalità in questa stagione per
lui non facile.