• OBIETTIVO NAPOLI - GLI AZZURRI FRENANO IN CASA TRA SCELTE DISCUTIBILI E CALI DI FORMA •

13/3/2007

(EDUARDO LETIZIA) - Il Napoli conferma il suo periodo di forma precaria conquistando un pareggio contro il Vicenza, negativo sia per la classifica, in quanto consente al Genoa di portarsi a meno tre dal secondo posto, sia soprattutto per il gioco.
La situazione oggi per gli azzurri era solamente in apparenza di emergenza, in quanto i tre assenti in difesa, Cannavaro, Maldonado e Domizzi sono stati tutto sommato ben rimpiazzati da Grava, Giubilato, il migliore in campo, e Savini. Le falle nella squadra azzurra si sono evidenziate nelle zone di campo presidiate da giocatori titolari. Ma procediamo con ordine.
Il Napoli aveva iniziato la gara nei primi 20 minuti in maniera insolitamente brillante, presentandosi in campo con un 3-5-2 che vedeva schierati sugli esterni Garrics e Rullo, Amodio al centro per sostituire Gatti e l’attacco formato dalla coppia incompatibile (ormai è chiaro a tutti tranne che a Reja) Bucchi-Calaiò. Il Napoli, dicevamo, aveva avuto un buon approccio alla gara, creando nei primi minuti delle buone azioni sulle fasce dove da una parte Garrics sembrava aver abbandonato gli imbarazzi di inizio campionato e Rullo sulla sinistra diventava, in asse con Bogliacino, una costante fonte di pericolo per la difesa vicentina. Tutto ciò accadeva nei primi minuti, ma intorno al ventesimo del primo tempo Reja ricorda che per lui l’importante non è giocare bene, ma cercare in primis di non prenderle, nonostante giochi in casa e non di certo contro il Barcellona, e corre ai ripari. Decide quindi di impostare la sua squadra secondo un abbottonassimo 5-3-2 e di qui in poi del Napoli non si avranno più tracce rilevanti sul terreno verde del San Paolo. Garrics e Rullo, terrorizzati oltremodo dalle presunte scorrerie vandaliche di Paoessa e Padoin (si prega di non scomodare oltremodo il un certo Roberto Baggio per paragoni folli), non superano più la linea di centrocampo. Bogliacino che nei primi minuti sembrava poter vantare una certa intesa sulla sinistra con Rullo viene slittato, per motivi che esulano da ogni razionale spiegazione, sulla destra ed il sempre determinante (mi si lasci passare la nota ironica) Dalla Bona viene di conseguenza spostato sul centro destra. Questi stravolgimenti avevano inoltre l’effetto di abbandonare al loro destino le due punte Bucchi e Calaiò a proposito dei quali non riteniamo sia possibile schierarli insieme giustificando questa scelta in virtù del rapporto di amicizia che i due hanno nella vita privata, come pure ho sentito affermare oggi da voci, presumibilmente, competenti(?)! Cercherò ora di giustificare quanto affermato qui sopra in base a delle motivazioni tecnico-tattiche, lasciando ad altri motivazioni di natura sentimentale. Quando vengono schierati insieme Bucchi e Calaiò la manovra del Napoli non trova sbocco nei pressi della trequarti avversaria in quanto Calaiò è vero che, rispetto a Bucchi, è un giocatore più di movimento, ma i suoi movimenti vengono svolti per lo più per vie orizzontali, non verticali, quindi quando c’è un centrocampista o un terzino che porta palla la manovra si blocca sulla trequarti, poiché entrambe le punte effettuano gli stessi movimenti per dare profondità dentro l’area di rigore avversaria e nessuno dei due si avvicina al portatore per proporsi in appoggio, cosa che invece sono bravi a fare ad esempio Sosa e De Zerbi, che Reja, quando è entrato, voleva invece costringere ad andare negli spazi alle spalle di Sosa, cosa che è bravissimo a fare Calaiò, sostituito appunto dall’ex catanese! Nell’intervallo probabilmente Reja avrà avuto modo di leggere qualche articolo che da queste pagine spiegava queste incongruenze ed ha cercato di ricorrere ai ripari inserendo Sosa in luogo di un evanescente Bucchi, ma pochi minuti dopo sbaglia, a nostro avviso, per carità, mossa ancora una volta. Il mister goriziano decide infatti di far entrare De Zerbi, e fin qui niente di male, anzi, ma lo sgomento nasce dalla decisione di togliere dal campo Calaiò, sia per una questione di movimenti a cui si è accennato sopra, sia perché, in una situazione in cui bisognava trovare la rete dei tre punti, sembrava più logico azzardare le due punte più il rifinitore, inserendo quindi De Zerbi o in luogo del buon Dalla Bona o magari di un difensore, passando alla difesa a quattro. Ma la natura non certo impavida del mister partenopeo, che comunque sta in qualche modo dando i suoi risultati quest’anno, sconsigliava iniziative del genere e così la gara del Napoli restava bloccata. Tardivo infine è risultato l’ingresso di Trotta ed anche in questo caso discutibile è stata la scelta del giocatore da sostituire, Amodio. Non è che l’uruguaiano si sarebbe rivelato fondamentale nei minuti finali, ma fondamentale risulta invece ormai per il Napoli il suo connazionale, seppur non al meglio quest’oggi, Bogliacino, che a causa di questo cambio ha dovuto spostarsi in cabina di regia negli ultimi minuti, in un ruolo che, checché se ne dica non sa interpretare, e quando sarebbero stati fondamentali i suoi inserimenti e le sue giocate in una zona più avanzata del campo.

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