• OBIETTIVO NAPOLI - GLI AZZURRI NON RIESCONO A CONTENERE LA SUPERIORITA' TECNICA DEI BIANCONERI •

10/4/2007

(EDUARDO LETIZIA / foto di Felice De Martino) - L’enorme superiorità tecnica dei giocatori della Juventus rispetto a quelli del Napoli è un dato scontato e palese, per questo la sconfitta per 2-0 contro la 'vecchia signora' può essere considerato un risultato largamente pronosticabile e non saranno certo questi i punti persi sui quali si potrà eventualmente recriminare in futuro. In questa sede ci sembra però giusto chiederci ugualmente se questa sconfitta poteva essere evitata o quanto meno se si sarebbe potuta rendere più difficile questa vittoria ai bianconeri.
I pericoli più grandi per la difesa napoletana sono nati dalle giocate di Balzaretti e, soprattutto, Nedved sulla corsia di sinistra. A contrastare questi due giocatori vi era, nel primo tempo, il solo Grava che spesso veniva preso in mezzo tra i due giocatori e puntato, e saltato puntualmente, dal fuoriclasse ceko della Juventus. Nessun tipo di supporto gli proveniva da Dalla Bona, che agiva sul settore di centro destra del centrocampo dove è stato per gran parte della gara (non è una novità) l’uomo in meno del Napoli. Un po’ meglio ha fatto il biondo centrocampista quando è stato schierato in mezzo al campo a fianco di Montervino, sintomo che evidentemente le caratteristiche del blando centrocampista azzurro si attanaglierebbero meglio ad un ruolo di regia che ad uno di mobilità e rapidità come quello di interno destro di centrocampo dovrebbe essere. Tornando, come dicevamo, alla questione dei problemi subiti dagli azzurri sulla propria corsia destra sarebbe stato utile, a nostro avviso, non lasciare il solo Grava a contrastare le sortite offensive degli esterni bianconeri, stesso discorso dicasi per la corsia opposta, magari modificando l’assetto della squadra in modo da tenere due esterni per fascia, come la Juve, inserendo dall’inizio un giocatore prezioso come Trotta davanti al terzino casertano. L’entrata di Montervino al posto di Grava nella ripresa poi risulta quanto meno di difficile comprensione: nulla cambiava dal punto di vista tattico e si inseriva un giocatore con caratteristiche meno difensive di quello che rilevava, fuori ruolo e nemmeno eccelso dal punto di vista offensivo.
Per quanto concerne l’aspetto offensivo della squadra di Reja, eccezion fatta per i minuti iniziali e quelli finali in cui si era in superiorità numerica si è palesata in alcuni momenti una sorta di paura di alcuni giocatori azzurri di giocare la palla, tanto che spesso si ricorreva al lancio lungo per la testa di Sosa non sfruttando la superiorità numerica, almeno teorica (come detto Dalla Bona è stato a lungo un uomo in meno), che gli azzurri avevano in mezzo al campo. In particolare Bogliacino dava l’impressione, nelle rare occasioni in cui prendeva palla, di poter creare qualche grattacapo alla difesa juventina se opportunamente servito. Il solo Gatti, con esiti alterni, cercava con impeto e spavalderia di creare gioco, ma spesso i suoi compagni apparivano estremamente statici e gli rendevano arduo ogni passaggio.
Il gioco sugli esterni è stato poi nullo. Reja a fine partita si è giustificato a riguardo sostenendo di non avere giocatori adatti a questo tipo di gioco. Beh, in tutta franchezza, ci pare che nessuno lo abbia mai costretto a tenere fuori dall’undici titolare giocatori come Trotta o Capparella, le ali dello scorso torneo e punti di forza della squadra, e qualora il mister goriziano non ritenesse all’altezza i due giocatori, allora tali dichiarazioni suonerebbero come una sorta di ammonimento all’operato di Marino sul mercato che, chissà, forse era convinto di scoprire in Rullo un novello Serginho…
Per quanto concerne i singoli ci tocca rilevare la prestazione non positiva di Calaiò che non è mai riuscito ad impensierire la difesa avversaria. Qualche spunto l’ha tentato Pià, subentrato proprio al bomber palermitano, che ha donato un pizzico di vivacità in più all’attacco azzurro, candidandosi ad una maggior considerazione nelle partite finali della stagione, visto anche il periodo non particolarmente florido delle altre punte azzurre.

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