(MAURIZIO LONGHI) - È diventato il perno
della difesa del Napoli, trasmette sicurezza
in ogni circostanza con la sua voglia di
combattere e fare il bene della squadra.
All’inizio del campionato era relegato in
panchina e sembrava doverci restare
all’infinito, poi quando è stato chiamato in
causa si è guadagnato con merito il posto da
titolare e adesso diventerebbe un’impresa
toglierglielo. Lui è un corazziere, uno di
quelle rocce che talvolta sembrano
invalicabili, il suo nome è Ruben Maldonado.
Il paraguaiano sta facendo partite
straordinarie, sta dimostrando di essere
sprecato per la cadetteria. Si è proprio
così, in questo momento è un giocatore di
categoria superiore e se dovesse continuare
con questo rendimento sarebbe difficile non
annoverarlo tra i difensori più forti della
serie B. E’ un incubo per gli attaccanti,
finora è un muro, anche nelle situazione
difficili se l’è cavata con la sua
esperienza. Gioca al centro di una difesa
composta da giocatori di spicco come Paolo
Cannavaro e Domizzi, ma è sempre lui a
sbrogliare le situazioni più complicate.
L'anno scorso era stato acquistato perché
diventasse il padrone della difesa del
Napoli che aveva come compito abbandonare la
serie C. Ci è riuscito molto bene, nella
passata stagione, si è messo subito in
evidenza per la sua grinta ed è stato
utilissimo per la promozione degli azzurri.
Inoltre, lo scorso anno, ha giocato per due
obiettivi: conquistare la B con il Napoli e
ottenere la convocazione per i Mondiali di
Germania con il suo Paraguay. Come già
detto, il primo obiettivo è stato raggiunto
alla perfezione, mentre non è arrivata la
famosa convocazione per il campionato del
mondo. Uno come lui nelle difese servirebbe
sempre: è insuperabile nel gioco aereo, ha
una buona tecnica e un tiro da far paura.
Potrebbe tranquillamente dire la sua anche
sui calci di punizione se in squadra non ci
fossero i vari De Zerbi, Bucchi, Calaiò, ma
il buon Ruben con la sua potenza nel
calciare le punizioni potrebbe davvero far
male. In questa stagione il suo esordio da
titolare è avvenuto contro il Crotone, prima
del match la scelta di schierarlo da
centrale nella difesa a tre non aveva
convinto proprio tutti. Però, contro i
calabresi, il Napoli riuscì a vincere non
giocando una grande gara, ma Maldonado fu
molto convincente. Nelle gare successive il
suo ritmo si è elevato sempre di più, fino a
diventare praticamente impeccabile (vedi
trasferta di Bari). Il difensore
sudamericano da quando è entrato stabilmente
in squadra, gli azzurri in sei partite hanno
subito solo due gol (entrambi su calci da
fermo), segno che la sua presenza in campo è
importantissima. La nostra speranza è che
continui così, ma difficilmente potrà
giocare sempre con queste prestazioni
superlative, perché, che sia un mastino
della difesa è a conoscenza di tutti, ma
nessuno si sarebbe aspettato che la sua
presenza in campo potesse far innalzare un
muro nella difesa partenopea. Dunque,
complimenti a Maldonado, ma complimenti a
tutto il reparto arretrato, perché gran
parte del primato è merito di una difesa che
finalmente è riuscita a trovare la giusta
mentalità.