• NAPOLI, L’INSUPERABILE MALDONADO •

28/11/2006

(MAURIZIO LONGHI) - È diventato il perno della difesa del Napoli, trasmette sicurezza in ogni circostanza con la sua voglia di combattere e fare il bene della squadra. All’inizio del campionato era relegato in panchina e sembrava doverci restare all’infinito, poi quando è stato chiamato in causa si è guadagnato con merito il posto da titolare e adesso diventerebbe un’impresa toglierglielo. Lui è un corazziere, uno di quelle rocce che talvolta sembrano invalicabili, il suo nome è Ruben Maldonado. Il paraguaiano sta facendo partite straordinarie, sta dimostrando di essere sprecato per la cadetteria. Si è proprio così, in questo momento è un giocatore di categoria superiore e se dovesse continuare con questo rendimento sarebbe difficile non annoverarlo tra i difensori più forti della serie B. E’ un incubo per gli attaccanti, finora è un muro, anche nelle situazione difficili se l’è cavata con la sua esperienza. Gioca al centro di una difesa composta da giocatori di spicco come Paolo Cannavaro e Domizzi, ma è sempre lui a sbrogliare le situazioni più complicate. L'anno scorso era stato acquistato perché diventasse il padrone della difesa del Napoli che aveva come compito abbandonare la serie C. Ci è riuscito molto bene, nella passata stagione, si è messo subito in evidenza per la sua grinta ed è stato utilissimo per la promozione degli azzurri. Inoltre, lo scorso anno, ha giocato per due obiettivi: conquistare la B con il Napoli e ottenere la convocazione per i Mondiali di Germania con il suo Paraguay. Come già detto, il primo obiettivo è stato raggiunto alla perfezione, mentre non è arrivata la famosa convocazione per il campionato del mondo. Uno come lui nelle difese servirebbe sempre: è insuperabile nel gioco aereo, ha una buona tecnica e un tiro da far paura. Potrebbe tranquillamente dire la sua anche sui calci di punizione se in squadra non ci fossero i vari De Zerbi, Bucchi, Calaiò, ma il buon Ruben con la sua potenza nel calciare le punizioni potrebbe davvero far male. In questa stagione il suo esordio da titolare è avvenuto contro il Crotone, prima del match la scelta di schierarlo da centrale nella difesa a tre non aveva convinto proprio tutti. Però, contro i calabresi, il Napoli riuscì a vincere non giocando una grande gara, ma Maldonado fu molto convincente. Nelle gare successive il suo ritmo si è elevato sempre di più, fino a diventare praticamente impeccabile (vedi trasferta di Bari). Il difensore sudamericano da quando è entrato stabilmente in squadra, gli azzurri in sei partite hanno subito solo due gol (entrambi su calci da fermo), segno che la sua presenza in campo è importantissima. La nostra speranza è che continui così, ma difficilmente potrà giocare sempre con queste prestazioni superlative, perché, che sia un mastino della difesa è a conoscenza di tutti, ma nessuno si sarebbe aspettato che la sua presenza in campo potesse far innalzare un muro nella difesa partenopea. Dunque, complimenti a Maldonado, ma complimenti a tutto il reparto arretrato, perché gran parte del primato è merito di una difesa che finalmente è riuscita a trovare la giusta mentalità.
 

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