• NAPOLI, ERA GIA’ TUTTO PREVISTO… •

24/9/2006

(VINCENZO LETIZIA) - “Il gol della Triestina è stato viziato da una punizione inesistente che l’arbitro ha segnalato, perché quando eravamo in vantaggio loro non ci hanno creato tanti pericoli. La squadra sta cercando ancora una propria identità, il successo era nelle nostre mani... Non avevo la sensazione che la Triestina potesse pareggiare, poi è arrivato il loro gol su una posizione dubbia. Non è una questione di condizione, purtroppo la vittoria ci è stata soffiata nei minuti finali”. Queste non sono le parole di un tifoso qualsiasi con corpose fette di prosciutto sugli occhi, ma le opinioni espresse dal direttore generale del Napoli Pierpaolo Marino che così ha giustificato la plumbea prova degli azzurri. Così non va bene caro direttore, Lei invece, per provare a rimettere la barca in linea di galleggiamento, dovrebbe ammettere i suoi errori in sede di campagna acquisti e porvi rimedio. Non ribadiremo concetti già espressi a più riprese proprio su questo portale, ma ci augureremmo però da parte sua e dell'allenatore una serena autocritica ed immediati correttivi.
Anche Reja non può essere giudicato esente da colpe. E’ da tre campionati in riva al golfo e le perplessità sul suo modo di fare calcio anche su queste pagine non sono mai state risparmiate al granitico tecnico goriziano. Ma la colpa più grande di Reja, a nostro avviso, è stata quella di farsi “imporre” da Marino e da De Laurentiis, un modulo ed una filosofia di gioco che non gli sono propri. Reja quando fu presentato dichiarò che non amava avere in squadra un rifinitore. Tutta la campagna acquisti del Napoli è stata incentrata nella ricerca di un fantasista e di un regista. Per il trequartista si era puntato tutto sul palermitano Brienza, poi incassato il no di Guidolin, si è ripiegato su De Zerbi. Il regista o play che dir si voglia, invece, non è mai arrivato. Si cercava anche un terzino sinistro: anche questo buco non è stato colmato. Il settore che necessitava di maggiori innesti era il centrocampo, il solo Dalla Bona non può garantire il salto di qualità auspicato.
Ma tornando a Reja, si diceva, il suo errore più grande è stato accettare di guidare un Napoli che lui non avrebbe disegnato così. De Laurentiis (disarmanti le sue certezze tattiche “con il rombo faremo spettacolo” tuonò il presidentissimo) e Marino volevano e vogliono calcio champagne e risultati. Reja, nella sua lunga carriera, ha sempre badato a fare risultato, altro che spettacolo… Il problema, per concludere, è che Reja non sembra l’allenatore adatto per assecondare questa nuova filosofia pretesa da Marino e soprattutto da De Laurentiis. E soprattutto i giocatori non sembrano idonei a garantire il “calcio-show” da tutti auspicato. E’ opportuno colmare innanzitutto in sede di campagna di rafforzamento, le evidenti lacune palesate dal Napoli (ma ad agosto non erano già evidenti?) e sbrogliare un nodo fondamentale. Se si vuole praticare il calcio che sogna De Laurentiis allora Reja non può essere il tecnico adatto. Se invece si vorrà continuare con Reja che si lasci lavorare il mister goriziano in santa pace e soprattutto in piena autonomia e che gli si completi la squadra secondo i suoi intendimenti tattici: non si vedrà un gran gioco, ma arriverà qualche punto in più…
 

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