• OBIETTIVO TATTICO SU NAPOLI-JUVENTUS: 5-3-2 IL NUOVO MODULO AZZURRO FINO ALL’INGRESSO DI DE ZERBI •

7/11/2006

(dall'inviato MICHELE CAIAFA) – “Tanto vale provarle tutte, ma proprio tutte”. Sembra essere stato questo il Reja-pensiero nella lunga settimana di ritiro che ha preceduto il big-match di ieri sera tra Napoli e Juventus. “Tanto vale provarle tutte…” ed infatti dal cantiere azzurro gestito dal capo mastro Edoardo Reja, ieri è fuoriuscito un nuovo modulo, l’ennesimo della stagione, un 5-3-2 che, come i precedenti moduli rejani di questa stagione, prevedeva l’utilizzo di alcuni calciatori in posizioni non adatte alle proprie caratteristiche. L’esempio classico è quello di Gianluca Grava che, se fosse schierato a destra e non a sinistra com’è successo nelle ultime tre gare del Napoli, potrebbe dare molto di più. E poi Ivano Trotta. Lui è un’ala destra ed invece viene spostato sul centrodestra della mediana a tre partenopea. Risultato: non si inserisce e soprattutto non filtra come dovrebbe a centrocampo, permettendo alla giovane promessa del calcio italiano Marchisio, di fare un figurone al San Paolo.
Dunque esperimenti, esperimenti ed ancora esperimenti, con cambi di moduli repentini ed un gioco di cui non si vede, purtroppo, nemmeno l’ombra. A dir il vero, è da quando il tecnico goriziano siede sulla panca partenopea che il pubblico e la stampa napoletana non hanno mai potuto ammirare una chiara e lineare manovra di gioco. Se è pur vero che la colpa non è tutta nelle mani e nella mente dell’allenatore friulano, perché anche i giocatori ed il direttore generale Pierpaolo Marino, con un mercato iniziato a dovere ma non concluso bene per la mancanza in rosa di un regista ed un terzino sinistro, ci hanno messo e ci mettono del loro, non è proprio possibile che alla decima giornata di campionato il cantiere partenopeo sia ancora aperto e si provino sempre nuove soluzioni tattiche senza mai trovare il bandolo della matassa.
Tornando al tema tattico della gara di ieri, fino all’ingresso in campo di Roberto De Zerbi al ventiseiesimo della ripresa al posto di capitan Montervino, Reja schiera in campo cinque difensori con due marcature asfissianti ad uomo, quelle di Grava a sinistra su Mauro Camoranesi e di Montervino a destra su Alex Del Piero, ieri molto defilato a sinistra nel 4-3-2-1 bianconero. Piazzata la difesa a cinque partenopea, a centrocampo è proposta una linea a tre con Amòdio centrale di centrocampo e Trotta e Bogliacino, entrambi schiacciati al centro, che agiscono da mediani. Dunque Trotta da mediano e non da ala, al posto di Sam Dalla Bona, acquisto del mercato estivo, che è un vero mediano di centrocampo e Bogliacino, oscurato nel primo tempo da Cristiano Zanetti, costretto ad agire per l’ennesima volta in un ruolo non suo, mediano da combattimento.
Ma a forza di provare e di riprovare, qualcosa di buono è sembrato uscire dal cantiere azzurro. Infatti con l’ingresso di De Zerbi in campo, la partita del Napoli ha una svolta, non solo per la buonissima prestazione del ragazzo ex Catania, ma anche e soprattutto perché dietro la prima punta Sosa, entrato ad inizio ripresa al posto dell’impalpabile Bucchi, si schiera un vero e proprio terzetto offensivo, formato da destra a sinistra da De Zerbi-Calaiò-Bogliacino. Un trio a servizio di un unico bomber che potrebbe far funzionare al meglio almeno la manovra d’attacco del Napoli, per cercare di creare un numero di palle-goal importanti durante una partita. Dunque un qualcosa di nuovo sul quale Reja avrebbe l’obbligo di poter e dover costruire qualcosa di importante, sempre che, però, si sappia infondere ai giocatori partenopei maggiore coraggio e soprattutto grande determinazione. Compito anche questo, che spetta, come giusto che sia, al mister goriziano…
 

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