(dall'inviato MICHELE CAIAFA) –
“Tanto vale provarle tutte, ma proprio
tutte”. Sembra essere stato questo il
Reja-pensiero nella lunga settimana di
ritiro che ha preceduto il big-match di ieri
sera tra Napoli e Juventus. “Tanto vale
provarle tutte…” ed infatti dal cantiere
azzurro gestito dal capo mastro Edoardo Reja,
ieri è fuoriuscito un nuovo modulo,
l’ennesimo della stagione, un 5-3-2 che,
come i precedenti moduli rejani di questa
stagione, prevedeva l’utilizzo di alcuni
calciatori in posizioni non adatte alle
proprie caratteristiche. L’esempio classico
è quello di Gianluca Grava che, se fosse
schierato a destra e non a sinistra com’è
successo nelle ultime tre gare del Napoli,
potrebbe dare molto di più. E poi Ivano
Trotta. Lui è un’ala destra ed invece viene
spostato sul centrodestra della mediana a
tre partenopea. Risultato: non si inserisce
e soprattutto non filtra come dovrebbe a
centrocampo, permettendo alla giovane
promessa del calcio italiano Marchisio, di
fare un figurone al San Paolo.
Dunque esperimenti, esperimenti ed ancora
esperimenti, con cambi di moduli repentini
ed un gioco di cui non si vede, purtroppo,
nemmeno l’ombra. A dir il vero, è da quando
il tecnico goriziano siede sulla panca
partenopea che il pubblico e la stampa
napoletana non hanno mai potuto ammirare una
chiara e lineare manovra di gioco. Se è pur
vero che la colpa non è tutta nelle mani e
nella mente dell’allenatore friulano, perché
anche i giocatori ed il direttore generale
Pierpaolo Marino, con un mercato iniziato a
dovere ma non concluso bene per la mancanza
in rosa di un regista ed un terzino
sinistro, ci hanno messo e ci mettono del
loro, non è proprio possibile che alla
decima giornata di campionato il cantiere
partenopeo sia ancora aperto e si provino
sempre nuove soluzioni tattiche senza mai
trovare il bandolo della matassa.
Tornando al tema tattico della gara di ieri,
fino all’ingresso in campo di Roberto De
Zerbi al ventiseiesimo della ripresa al
posto di capitan Montervino, Reja schiera in
campo cinque difensori con due marcature
asfissianti ad uomo, quelle di Grava a
sinistra su Mauro Camoranesi e di Montervino
a destra su Alex Del Piero, ieri molto
defilato a sinistra nel 4-3-2-1 bianconero.
Piazzata la difesa a cinque partenopea, a
centrocampo è proposta una linea a tre con
Amòdio centrale di centrocampo e Trotta e
Bogliacino, entrambi schiacciati al centro,
che agiscono da mediani. Dunque Trotta da
mediano e non da ala, al posto di Sam Dalla
Bona, acquisto del mercato estivo, che è un
vero mediano di centrocampo e Bogliacino,
oscurato nel primo tempo da Cristiano
Zanetti, costretto ad agire per l’ennesima
volta in un ruolo non suo, mediano da
combattimento.
Ma a forza di provare e di riprovare,
qualcosa di buono è sembrato uscire dal
cantiere azzurro. Infatti con l’ingresso di
De Zerbi in campo, la partita del Napoli ha
una svolta, non solo per la buonissima
prestazione del ragazzo ex Catania, ma anche
e soprattutto perché dietro la prima punta
Sosa, entrato ad inizio ripresa al posto
dell’impalpabile Bucchi, si schiera un vero
e proprio terzetto offensivo, formato da
destra a sinistra da De
Zerbi-Calaiò-Bogliacino. Un trio a servizio
di un unico bomber che potrebbe far
funzionare al meglio almeno la manovra
d’attacco del Napoli, per cercare di creare
un numero di palle-goal importanti durante
una partita. Dunque un qualcosa di nuovo sul
quale Reja avrebbe l’obbligo di poter e
dover costruire qualcosa di importante,
sempre che, però, si sappia infondere ai
giocatori partenopei maggiore coraggio e
soprattutto grande determinazione. Compito
anche questo, che spetta, come giusto che
sia, al mister goriziano…