IL SAPORE DELLA VITTORIA – I tre
punti di La Spezia (inespugnata
terra per ben 20 mesi!) salvano la
panchina del tecnico Edy Reja, e
regalano alla comitiva azzurra
un’insperata serenità; una vera
manna in vista della sfida di
domenica prossima contro il temibile
Rimini di Leo Acori. La quinta
giornata, dunque, ci dice che il
distacco dalla prima della classe,
il Brescia, si è ridotto a sole tre
lunghezze, e ci racconta di un
campionato in cui l’equilibrio dei
valori, Juve a parte, sembra essere
un'irrinunciabile costante. La
capolista lombarda di mister Somma è
costretta al pari dal sorprendente
Albinoleffe, il Genoa perde terreno
contro un Lecce arrembante e
fortunato, il Bologna non ingrana
nel derby col Cesena, ed il Rimini,
nell’altro derby emiliano col
Modena, non raccoglie quanto
sperato.
L’EQUILIBRIO RITROVATO – Quella di
La Spezia è stata, probabilmente, la
miglior prestazione del Napoli in
campionato. La squadra è apparsa
sempre corta e compatta, il gioco si
è sviluppato sempre palla a terra,
gli esterni di difesa sono sembrati
maggiormente partecipi in fase di
costruzione, e, soprattutto, Mariano
Bogliacino è parso un calciatore
pienamente ritrovato; collocato in
una posizione più avanzata e
sgravato da aberranti compiti di
copertura, il talentino di Colonia
ha interpretato il dettame tattico
alla perfezione. Un fantasista sui
generis, molto mobile e
disciplinato, mai sorpreso al di la
della linea del pallone, bravissimo
a fiondarsi negli spazi creati con
merito dal movimento delle due
punte, e sempre in soccorso dei
colleghi di reparto. Una spina nel
fianco per la modesta retroguardia
ligure, una pedina imprendibile per
lo scacchista Soda, che le ha
provate tutte per arginare la spinta
del sudamenricano, ma con esiti
tutt'altro che felici. Da
sottolineare, inoltre, la
straordinaria prestazione del
"totem" Amodio, nella posizione che
fu del redivivo connazionale. Il
buon Nicolas è qualcosa in più di un
volgare incontrista-rubapalloni,
avendo mostrato in terra spezzina
una sagacia tattica insolita per un
calciatore della sua età. Non ha
sbagliato un appoggio uno, e se la
squadra è rimasta corta il merito è
anche suo e del suo pressing
asfissiante e tempestivo sui
disorientati portatori di palla
avversari.
REBUS TREQUARTISTA – Tuttavia, senza
dilemma, che settimana sarebbe?
Quello di stretta attualità riguarda
la scelta del fantasista-rifinitore;
chi tra Bogliacino e De Zerbi? La
prova di sabato lascerebbe pendere
l’ago della bilancia in favore
dell’ex Sambenedettese, anche se
nello spezzone di gara in cui è
stato chiamato in causa, il genietto
bresciano ha lasciato intravedere
spunti apprezzabili, segno di una
ritrovata condizione fisica. A chi
l'onore dell'ambizioso spartito?
Domanda di riserva, prego. L’unica
certezza, emersa della vittoriosa
gara di Sabato, è questa: i due,
assieme, difficilmente troveranno
spazio, a meno che non si voglia
rinunciare ad uno dei due
attaccanti, optando, così, per il
tanto in voga albero di Natale,
ovvero, per un modulo con due
trequartisti alle spalle dell’unica
punta. Si obietterà che lasciare
fuori uno tra Bucchi e Calaiò non è
un’impresa facile, sarebbe un
delitto, severemente punibile in
cadetteria: giusto! Ma in alcune
gare particolarmente delicate, in
cui è preferibile dare pochi punti
di riferimento all’avversario, e
garantire maggior filtro a metà
campo, potrebbe risultare una strada
facilmente percorribile. Chi
vivrà...
ASPETTANDO IL RIMINI – Domenica,
intanto, sapremo qualcosa in più
sulle reali potenzialità di questa
squadra, al cospetto di un
avversario di indubbio spessore
quale è il Rimini. Al di la del
profilo tecnico-tattico, sarà
fondamentale l’approccio mentale
alla gara. Gli azzurri dovranno
mantenere alta la concentrazione,
non cadendo nel solito errore di
credere che ogni problema sia ormai
alle spalle. Equilibrio, dunque. In
campo e fuori. Certo, anche fuori,
tra i tifosi, è necessario mantenere
un atteggiamento di basso profilo:
niente eccessi di euforia, please,
il campionato è lungo e pieno zeppo
di insidie, ed il Napoli non si è
ancora guadagnato sul campo le
stigmate di squadra da battere, di
compagine eletta per il salto
diretto nel calcio che conta.