18/5/2006
(EDUARDO LETIZIA / foto di Felice De
Martino) - La supercoppa di C non
era certo un obiettivo che poteva
far gola al Napoli, ma ad un certo
punto della gara tutti avevano
sperato in questa vittoria. Nei
minuti finali poi il gol del
sorpasso era anche arrivato, ma
inspiegabilmente (Moggi nuovo d.g.
dello Spezia?) l’arbitro ha deciso
di annullare la rete di Sosa.
Tutto sommato bisogna rendere merito
allo Spezia che ha dominato, per la
maggior parte del tempo, la partita,
fino a quando, nel finale, Reja non
si è deciso a dare un senso alla
squadra messa in campo. Il Napoli
era infatti sceso in campo con
l’oramai consueto 4-3-1-2, ma questo
modulo non aveva dato gli esiti
sperati nella prima frazione di
gara. La difesa in particolare era
facile preda delle incursioni dei
rapidi attaccanti liguri, contro i
quali ben poca resistenza erano
capaci di opporre i maestosi, ma
lenti, centrali azzurri Romito e
Giubilato, vedendo la prova odierna
dei quali ci si è resi ancora più
conto di quanto necessario sia
l’ingaggio di un centrale difensivo
rapido, che possa essere una valida
alternativa a Maldonado, a
prescindere dall’acquisto dal
centrale (l’affare Cannavaro pare
quasi concluso) che dovrà affiancare
quest’ultimo. Oltre alla difesa un
altro punto debole del Napoli di
oggi è stata la mancanza di
collegamenti tra centrocampo ed
attacco, dovuta alla scarsa
prestazione di Bogliacino nel ruolo
di trequartista. Quest’ultimo ha
spesso trovato difficoltà nel
proporre i giusti suggerimenti per
le due punte, che hanno dovuto
crearsi, per lo più da soli,
situazioni pericolose nella metà
campo avversaria. Dei tre
centrocampisti è da rilevare la
buona prestazione di Montesanto, che
ha cercato di sopperire alle sue
lacune tecniche (non ce ne voglia,
ma non è certo un regista) con un
discreto impegno e proponendo
giocate semplici che ne hanno
limitato gli errori in una zona
nevralgica del campo. Deludente
invece la prova di Amodio, mai
entrato in partita ed incapace di
dare un apporto rilevante sia in
fase di costruzione, sia in fase
d’inserimento. L’unico che ha
tentato di darsi un po’ da fare, nel
primo tempo, è stato, come al
solito, capitan Montervino che ha
dato l’anima in campo e si è
frequentemente proposto sulla destra
per dare un punto di riferimento
agli attacchi della squadra.
Le cose non sono migliorate prima
della metà del primo tempo quando,
abbandonato il 4-3-1-2, Reja ha
deciso di tornare al collaudato
4-4-2 inserendo in campo Trotta e
Vitale (quest’ultimo avrebbe
meritato di entrare prima),
schierati rispettivamente a destra e
a sinistra del centrocampo, e
spostando, nel ruolo al lui più
congeniale di centrocampista
centrale, Bogliacino. L’andamento
della gara si è così capovolto e,
come detto, si era anche riusciti a
ribaltare il risultato. I due
terzini, soprattutto Lacrimini,
autore di un’altra buona
prestazione, hanno iniziato a
spingere con più convinzione creando
spesso la superiorità sugli esterni
grazie alle sovrapposizioni con le
due ali, Bogliacino ha potuto dare
un contributo maggiore alla causa
grazie al suo ritorno al centro,
Sosa, con la sua mole, metteva i
brividi ai difensori avversari e un
rinvigorito Pià faceva dannare i
suoi marcatori con serpentine e
dribbling ubriacanti. Purtroppo
tutto ciò avveniva a pochi minuti
dalla fine e così, con il risultato
di 1-1, lo Spezia è riuscito,
meritatamente, a portarsi a casa il
trofeo. Alla fine possiamo dire:
“meglio così”, la Supercoppa di C
sarebbe stato solo un triste cimelio
nel palmares del Napoli, ma è pur
vero che perdere non piace a nessuno
e che a pochi minuti dalla gara in
molti hanno sperato in questa
vittoria probabilmente come poche
altre volte in questi due anni di C,
a cui possiamo finalmente dare un
definitivo addio…
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