27/1/2006
(MICHELE CAIAFA) – 4-3-3, 3-4-3,
4-2-3-1, 4-3-2-1, 4-4-2 l’ultimo
approdo. Cosa sono tutti questi
numeri dati in successione? Sono i
moduli tattici che l’allenatore
goriziano del Napoli, Edoardo Reja,
ha fatto di volta in volta, o di
periodo in periodo, da quando è
approdato sulla panchina napoletana
il 17 gennaio dello scorso anno,
applicare ai suoi uomini in campo.
Un lungo studio tattico, quello
svolto dal trainer friulano, per
cercare di schierare i suoi
giocatori in campo con il modulo
migliore. E’ la malattia del calcio
moderno, quella di avere a che fare
sempre e comunque con dei numeri, ma
la loro importanza in un sistema di
gioco, davvero ce l’hanno. Dunque il
lungo elenco di cui sopra, non è
altro che l’illustrazione
lapalissiana (chiara) dei moduli di
gioco di cui Reja si è fatto uso,
per schierare il suo Napoli.
L’ordine che gli abbiamo poi dato,
4-3-3, 3-4-3, …, coincide anche
cronologicamente con l’utilizzo dei
moduli tattici utilizzati
dall’allenatore nativo ed abitante
di Lucinico, dalla prima partita
degli azzurri con lui in panca,
l’anno scorso sul campo del
Cittadella il 23 gennaio, e fu
vittoria per 3-1 del Napoli,
schierato per l’appunto con il 4-3-3
e con un tridente offensivo formato
da Gautieri-Calaiò-Abate, fino
all’ultima gara di questo torneo di
C1, quella di domenica scorsa contro
la Lucchese dell’ex azzurro Gigi
Simoni, quando il Napoli si è
schierato con il modulo più
utilizzato negli ultimi tre mesi, il
4-4-2, con Sosa e Calaiò a formare
la coppia d’attacco lì davanti. In
mezzo poi sono passati e ripassati
tutti quei moduli di cui sopra.
Saremo arrivati alla consacrazione
tattica del modulo del Napoli da
parte di Edy Reja? Probabilmente sì,
ma qualche cosa nell’aria in questi
giorni, dall’arrivo degli acquisti
di gennaio, a quello dei papabili
nuovi entro la data del 31 gennaio,
più la conferma, ma questo lo si
sapeva già dall’inizio, che mister
Reja predilige una difesa a tre,
anche se non la utilizza più dai
tempi di Catania 2003, con il
Cagliari dei record di vittorie e
goal in serie B nell’annata
2003-2004, infatti scelse e perseguì
il modulo tattico del 4-3-3, portato
avanti poi anche dal suo successore
sulla panchina sarda Daniele
Arrigoni. Ed allora qualcuno
obietterà: come mai non ha fatto
questo tipo di scelta sin
dall’inizio di questa stagione,
quando aveva la possibilità di
imbastire il nuovo tipo di difesa
grazie finalmente ad un ritiro
precampionato come si deve? Il
motivo dell’impostazione della
difesa a 4, e quindi della scelta
del modulo 4-2-3-1, con un’unica
punta in pratica, la spiegò lo
stesso allenatore durante e dopo il
ritiro in terra friulana: “Ho optato
per la difesa a quattro – disse
all’epoca Reja – perché prima di
pensare ad imbastire un certo tipo
di manovra offensiva, bisogna prima
dare una forte sicurezza al reparto
difensivo, che lo scorso anno mi ha
tenuto ed ha sempre tenuto tutti in
fibrillazione e poi…”, il poi si
verificò dopo il pari esterno sul
campo del Gela, quando il Napoli
trovava si difficoltà nel fare goal,
ma ne subiva pochissimi, anzi uno
solo nella gara a Pistoia. Dalla
partita successiva a quella di Gela
poi, il Napoli si schierò in campo
con il 4-3-3, e furono due buone
prestazioni quelle che si
susseguirono, con i successi sul
Manfredonia per 3-0 ed il pari
esterno di Martina, in un campo che
a quel tempo era imbattuto da quasi
un anno. Ma il mister non si fermò
lì, ed in particolare dopo la gara
con il Manfredonia disse: “Adesso
che abbiamo acquisito una certa
sicurezza difensiva, ho cominciato a
preparare la squadra in maniera più
offensiva, ed il passaggio obbligato
per fare ciò, era di passare dal
4-2-3-1 al 4-3-3. Ma ho sempre
qualcosa in cantiere, da sviluppare
semmai più avanti in questa
stagione, e riguarda la possibilità
di schierare una difesa a 3, e
prepararci a mostrare in campo il
mio modulo preferito, che poi se
sviluppato e svolto bene, è anche a
mio parere il modulo tattico più
offensivo fra i vari esistenti, cioè
il 3-4-3”. E giù con l’idea che
forse all’epoca era già qualcosa in
più di una cosa tale. Infatti la
strada intrapresa dal 4-2-3-1 al
4-3-3 per poi finire al 3-4-3, era
proprio quella in atto, ma poi
qualcosa cambiò o per lo meno
successe. Ed i motivi in pratica
furono due: l’infortunio pesante
occorso a Savini, che nell’ipotetica
difesa a tre, sarebbe stato lui il
centrale di sinistra, ruolo tra
l’altro a lui più congeniale, visto
che è bravissimo con il piede
sinistro, ma è un po’ carente
nell’utilizzazione di quello destro,
e questo tipo di giocatori sono più
adatti a muoversi in una difesa a
tre, che essere i centrali di una
difesa a 4. Ma non fu l’unico motivo
a far retrocedere dall’idea, il
trainer Goriziano. Avvenne anche
l’infortunio di Pià, che già
costituiva il terminale sinistro
dell’attacco nel 4-3-3, ed avrebbe
avuto lo stesso ruolo da ricoprire
anche ovviamente nel tridente del
3-4-3. A quel punto si sarebbe
dovuta concedere estrema fiducia al
giovane Gaetano Grieco, all’epoca
ancora un po’ fuori forma fisica, e
fare occupare a lui quella posizione
in campo. Ma Reja non riuscì ad
avere quel tipo di serenità d’animo
nell’utilizzare il fantasista nativo
di via Duomo, ed allora optò per un
nuovo cambio di modulo e per un
attacco che lui, fino a qualche
settimana prima, aveva dichiarato
impossibile da mettere in campo, o
almeno lo avrebbe fatto solo in
situazioni di emergenza di risultato
durante una partita, cioè il tandem
offensivo formato da Calaiò-Sosa, ed
il modulo che passava dal 4-3-3 al
4-4-2, tra l’altro modulo mai
utilizzato da Reja, nel corso della
sua quasi trentennale carriera da
allenatore. Ed i risulati furono
subito buoni, con la coppia che
andava in rete facilmente, e
vittorie schiaccianti e roboanti, le
più belle al momento del campionato
del Napoli al pari della vittoria
esterna con il Frosinone per 3-1,
cioè quelle sul Pisa in Toscana per
3-0 e quell’interna con la
Sangiovannese per 4-1. E giù il
cappello per quel Napoli. Il resto
poi è storia recente: grandi
vantaggi in classifica, poi ridotti
con piccoli periodi di black out, e
questo è avvenuto per due volte.
Poi c’è stato il mercato di gennaio,
con quell’idea tattica fissa in
testa, oltre ai pensieri per il
preoccupante calo di forma fisico
accusato dagli azzurri dopo le
festività natalizie. Sono arrivati
calciatori importanti per la
categoria ed anche per qualche cosa
in più, ma soprattutto è arrivata
gente in grado di poter occupare in
campo più tipi di ruolo, o almeno
che sa fare il proprio ruolo in vari
modi. Come il caso di Andrea Cupi,
che è un vero e proprio jolly
difensivo, in quanto sa occupare e
bene, tutti i ruoli della difesa, di
Luca Lacrimini, esterno sinistro di
un centrocampo a 4 con il modulo
3-4-3, ma in grado di svolgere anche
il compito di terzino sinistro, come
lo si è potuto vedere ultimamente, e
può fare anche il giocatore di
fascia nel centrocampo del 4-4-2.
Calciatore quindi anche lui molto
duttile. Ed anche l’ultimo arrivo
non è da meno. In quanto è si un
classico esterno destro di
centrocampo, sapete colui che punta
l’uomo e va sulla fascia per fare i
cross, ma è anche bravo ad impostare
la fase difensiva, infatti è stato
anche utilizzato nel suo passato,
come quarto di destra di una difesa
a 4. Quindi anche per lui, la
duttilità tattica non è un mistero.
Ed allora Edy Reja, approfittando
anche della pausa che lui ed i
giocatori avranno a disposizione
dopo la gara interna contro la
Pistoiese del 5 febbraio, a causa
della seconda sosta del campionato,
ci sta facendo un penseirno al
modulo da lui preferito. Infatti,
oltre ad una rosa che si sta andando
a completare molto bene, e siamo
sicuro che il direttore generale
Pierpaolo Marino qualcosa ancora di
buono farà in questo mercato, stanno
anche recuperando infortunati
cronici come Giubilato, orami il suo
recupero è finito, e Savini, che
sarà di nuovo pronto a giocare le
gare degli azzurri da protagonista,
fra fine febbraio, inizio marzo. Ed
allora senza permetterci mai di
sostituirci al tecnico azzurro, ma
considerando e conoscendo le vere
idee tattiche di Reja, qualche idea,
scusate il gioco di parole, ci è
venuta in mente anche a noi, e non è
detto che sia lontana parente di
quelle che potrebbe avere il mister,
nel caso alla fine prevalga davvero
questa sua voglia, e questo non ce
lo può negare nemmeno lui perché
conosciamo la sua filosofia
calcistica, di avvicinarsi il più
possibile al suo modulo preferito,
cioè il 3-4-3. Diciamo avvicinarsi
ma non applicare proprio quello, in
quanto l’idea del 3-4-3, non è
facilmente applicabile in questi
ultimi tempi, a causa
dell’esplosione di un componete
della rosa azzurra, che all’inizio
del campionato di C1, sembrava in
naftalina, tale Mariano Bogliacino.
Certo anche avendone le capacità
fisiche, è sempre il migliore
insieme con il suo connazionale
Amòdio nei test atletici e di
resistenza fatti dagli azzurri in
questi mesi, non sarebbe in grado di
svolgere al meglio il ruolo di
quarto di un centrocampo a 4, nel
3-4-3, ma in ogni modo ad occupare
quella posizione ci sarebbe
Lacrimini, ma sarebbero di certo
ancora più esaltate le sue
prestazioni, se ritornasse a
svolgere il suo compito naturale,
quello di trequartista. Ed allora il
modulo potrebbe diventare a quel
punto un 3-4-1-2, con l’uruguagio
dietro alle due punte, che si aprono
a cono per aprire gli spazi nelle
difese avversarie e dare così la
possibilità al buon Mariano, di
suggerire al meglio i due attaccanti
in profondità. Questo modulo,
soprattutto fatto in serie C, ma
soprattutto fatto dai giocatori del
Napoli, può avere dei vantaggi non
indifferenti. Innanzi tutto c’è una
difesa a 3, alquanto bloccata, che
ti permette di non correre rischi
eccessivi. Poi ricordiamoci, ma dopo
li possiamo anche dare i nomi,
facendo questa specie di gioco di
formazione, le potenzialità di chi
andrebbe a ricoprire quei ruoli. Un
centrocampo a 4 ed un attacco a due
con il rifinitore, ti permetterebbe
ciò che altri moduli invece non ti
consentono. Avere due variabili
offensive contemporaneamente: quella
dei traversoni verso l’area fatti da
i due esterni di centrocampo, e le
rifiniture pregiate di un
trequartista tra l’altro capace di
mandarti facilmente in rete. Ed
allora visto che l’idea del tecnico
c’è, ed è anche forte, e visto che
il nuovo modulo potrebbe far fare il
passo decisivo del Napoli verso lo
spettacolo, oltre che delle vittorie
che già arrivano con una certa
continuità, proviamo adesso a dire
il modo e gli uomini con cui il
Napoli potrebbe scendere in campo
dal mese di marzo, sempre
considerando disponibili, e questo
glielo auguriamo ampiamente, tutti i
calciatori della rosa partenopea:
(3-4-1-2) IEZZO; GRAVA, MALDONADO,
SAVINI; TROTTA, MONTERVINO, FONTANA,
LACRIMINI; BOGLIACINO; PIA’, CALAIO’.
Senza contare l’apporto che possono
dare altri giocatori a questo tipo
di modulo, vedi Cupi, Romito,
Capparella, Sosa, o qualche altro
arrivo (Lodi ed un attaccante?) per
la fine di questo mercato.
Noi l’analisi tattica l’abbiamo
affrontata, adesso starà al mister
decidere se prendere in
considerazione il tarlo fisso che ha
in mente, oppure rimanere immutate
le cose, facendole restare così. Nel
primo caso, non avremmo fatto altro
che anticiparvi delle idee future
che aveva il mister come
impostazioni tattiche, nel secondo
caso, non resta che appellarci alla
legge del gioco, senza nulla
togliere all’analisi tattica
approfondita che abbiamo fatto.
Quello non è mai un gioco, perchè
nel calcio moderno la tattica di
gioco è una cosa fondamentale, e poi
a noi di “PianetAzzurro” piace di
disputare di queste cose. La tattica
è per noi una delle essenze del
calcio moderno.
|