• NAPOLI: PROVE DI 3-4-1-2 •

19/10/2006

(VINCENZO CIMMINO)- Alla fine anche Reja si è convinto: puntare solo ed esclusivamente su un solo modulo, il 4-3-1-2, potrebbe portare il suo Napoli alla deriva, viste le difficoltà di gioco espresse dalla squadra azzurra in questo avvio di stagione. E allora questa settimana il mister Goriziano ha mischiato un po’ le carte nella speranza di trovare finalmente la quadratura al cerchio chiamato Napoli: innanzitutto da segnalare l’esperimento del 3-4-1-2 che potrebbe essere proposto già a partire dalla gara con il Crotone. Reja da sempre ha rifiutato di schierare la sua squadra in questo modo ma evidentemente sembra aver cambiato idea. Intoccabili Cannavaro e Domizzi il terzo elemento della linea arretrata potrebbe essere Maldonado vista l’indisponibilità di Savini. Il buon Mirko infatti in una difesa schierata in questo modo avrebbe modo di esprimere appieno le sue potenzialità sul centro-sinistra e quindi avrebbe la maglia da titolare assicurata ma sabato non ci sarà perché squalificato.
A centrocampo le novità più rilevanti sarebbero sulle fasce che verrebbero sfruttate maggiormente nella speranza di rifornire di cross Bucchi e Calaiò. Ma a differenza di quanto si possa pensare Reja non ha intenzione di lanciare di nuovo nella mischia gli eroi della promozione in B Trotta e Capparella bensì dare fiducia a Grava e Garics che verrebbero avanzati di qualche metro rispetto alle loro posizioni abituali. In questo modo la difesa sarebbe più coperta rispetto alle ultime uscite e i centrali Bogliacino e Dalla Bona avrebbero da fare minor lavoro in fase di copertura risultando così più lucidi in fase di costruzione del gioco.
Nella mente del tecnico questo schieramento potrebbe portare la sua squadra a sfruttare contemporaneamente sia il gioco sulle fasce, con le discese di Grava e Garics, che quello centrale, con le invenzione di De Zerbi e le incursioni di Dalla Bona.
Il 3-4-1-2 insomma potrebbe sembrare un modulo più spettacolare e arrembante ma invece potrebbe ridare al Napoli i giusti equilibri e maggior concretezza, speriamo che Reja l’abbia capito davvero.
 

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