(EDUARDO
LETIZIA / foto di Felice De Martino) -
Ancora una volta il risultato del Napoli è
stato caratterizzato, più che da un buon
gioco o da un predominio tattico, dal cuore
e dalle giocate singole dei giocatori in
campo.
Il Napoli oggi si schierava con una
importante novità nell’undici di partenza.
Sembra infatti che il difensore azzurro
Savini abbia in settimana espresso il suo
dissenso in merito alla questione del ruolo
che gli veniva chiesto di ricoprire. Il
giocatore infatti è a tutti gli effetti un
difensore centrale che già mal volentieri si
adatta a giocare da terzino sinistro.
Risulta quindi facile immaginarsi quanto
poco lieto fosse di essere schierato da
centrocampista esterno di sinistra. In virtù
di questa “protesta” di Savini era stato
mandato in campo al suo posto il giovane
esterno di belle speranze Vitale. Anche
quest’ultimo però non si può dire che
risulti del tutto adatto a quel ruolo,
essendo infatti il giovane un’ala, molto più
avvezza alla fase offensiva che a quella
difensiva. Per gran parte del primo tempo
questa inadattabilità di Vitale in quel
ruolo è parsa manifesta, soprattutto quando
dal suo lato attaccava Lodi (che non è
proprio l’ultimo arrivato) che metteva in
seria difficoltà l’esterno azzurro, il qual
pur impegnandosi lodevolmente, spesso non
riusciva ad interpretare al meglio tutti i
movimenti e gli scali difensivi che quel
ruolo richiede.
Gli azzurri hanno trovato non poche
difficoltà anche per quanto concerne la
costruzione di gioco. Amodio e Bogliacino
(il secondo in particolare) sono parsi poco
lucidi in mezzo al campo ed in tal modo la
manovra prendeva spunto dalle sole giocate
di un seppur non brillantissimo De Zerbi e
di uno straripante, come ai bei tempi, Pià.
Ora sembrerà strano, ma nella ripresa,
invece di porre rimedio alle lacune tattiche
della squadra del primo tempo, Reja ha
paradossalmente escluso dalla gara due tra i
giocatori più pericolosi fino a quel punto
per gli avversari: De Zerbi e Pià. La prima
vittima del cambio di strategia “rejano” è
stato De Zerbi che non è proprio rientrato
dagli spogliatoi ed al quale è stato
preferito Bucchi. La mossa non ha sortito
gli effetti sperati, infatti l’ex
capocannoniere della serie cadetta non è
riuscito ad imporre le sue qualità fisiche
ai difensori del Frosinone ed anche Calaiò,
spostato sulla sinistra per favorire
l’ingresso di Bucchi, non riusciva a
rendersi pericoloso come al solito. Le
uniche giocate interessanti giungevano
ancora dal solo Pià, davvero in giornata di
grazia. Dopo pochi minuti dall’inizio del
secondo tempo la mossa di conseguenza logica
per Reja è stata l’esclusione di…Pià! A quel
punto la squadra si trovava in una totale
fase di caos tattico, in cui Reja chiedeva
al neo entrato Dalla Bona di fare, quasi
quasi, l’ala destra (siamo sicuri che in
quegli istanti anche l’ex milanista si sia
chiesto “allora perché non hai fatto entrare
Trotta?”) e a Bogliacino di giocare a
sinistra, dove però il mister si era forse
dimenticato della presenza di Vitale.
Con l’”aiuto” poi di alcuni spettatori poco
avvezzi nel considerare gli spalti come un
luogo dove godersi in santa pace una partita
di calcio, che costringevano di tanto in
tanto l’arbitro a sospendere la partita,
facendo così perdere la concentrazione ai
giocatori, ed a causa di una palese
disattenzione difensiva di Maldonado, il
Frosinone trova il modo di passare in
vantaggio ed in più il Napoli rimane in
dieci uomini a cusa dell‘espulsione dello
stesso difensore paraguayano. A quel punto è
stato solo il cuore della squadra, come
detto, ed il tardivo e provvidenziale
ingresso in campo di Trotta al posto dello
stanchissimo Vitale, con conseguente
spostamento di Grava a sinistra e di
Bogliacino dietro le punte, a consentire di
rimettere in riga una partita che sembrava
ormai persa e di mantenere così il primato
solitario in classifica.