(EDUARDO LETIZIA / foto di Felice De
Martino) - Il Napoli mantiene il secondo
posto in classifica alle spalle della
Juventus, rispondendo con un secco 2-0 sul
Cesena al Genova, vittorioso ieri
nell’anticipo contro il Treviso, che grazie
ai tre punti guadagnati in serata si era
portato momentaneamente a due punti di
vantaggio sugli azzurri.
Oggi al San Paolo si è ammirato il consueto
Napoli delle partite interne contro
formazioni non blasonate. Passati in
vantaggio presto, al 7° minuto del primo
tempo, gli uomini di Reja hanno cercato per
tutta la gara di amministrare questo gol di
vantaggio, rischiando anche talvolta di
essere agguantati sull’1-1 nel corso della
partita e riuscendo a raddoppiare solo a
tempo scaduto, non prima di aver messo alla
prova per 95 minuti le coronarie dei poveri
tifosi partenopei accorsi allo stadio.
Anche dal punto di vista tattico non si è
visto nulla di nuovo. In settimana si era
ipotizzato un possibile cambio di modulo che
avrebbe visto il caro vecchio 5-3-2
sostituito da un 4-4-2, probabilmente più
consono alle caratteristiche degli attuali
uomini in forma del Napoli. Invece nulla di
tutto ciò si concretizza e Reja sceglie di
mandare ancora una volta in campo la sua
squadra con l’accorto e collaudato 5-3-2,
affidandosi nuovamente, per nove undicesimi,
agli uomini della “vecchia guardia” e
lasciando inizialmente in panchina Pià e
Trotta, due tra i più convincenti azzurri di
questo periodo.
L’unica novità rispetto alla partita di
Frosinone è rappresentata dall’innesto del
rientrante Gatti al posto di Amodio.
Sin dai primi minuti il gioco dei napoletani
non appare spumeggiante, però la squadra
mette in mostra una buona solidità ed una
concretezza lodevole. Queste caratteristiche
risaltano in occasione della rete del Pampa
Sosa imbeccato da un cross di Grava dalla
destra. Da quel momento in poi gli azzurri
impostano la loro gara sul loro esiguo
vantaggio. La difesa, soprattutto nella
prima frazione di gara, sembra riuscire a
contenere bene le offensive degli attaccanti
del Cesena e le azioni più pericolose per
gli avversari nascono da errori individuali
dei singoli difensori.
La manovra si sviluppa bene quando passa per
i piedi di Gatti e Bogliacino, che riescono
a smistare bene il gioco sugli esterni, o a
trovare Calaiò in perenne movimento su tutto
il fronte d’attacco, soprattutto nel primo
tempo. Le difficoltà nel tessere il gioco
sorgono quando la manovra deve sorgere dai
piedi dei difensori, principalmente
Maldonado, che non sempre risultava preciso
nei suoi appoggi e talvolta era costretto,
dal pressing avversario, a lanciare palloni
lunghi per la testa di Sosa.
Nella ripresa poi, un Napoli seppur più
spavaldo, non è riuscito ad affondare subito
il colpo del KO, pur avendo avuto più di una
occasione per arrotondare il risultato, in
particolare con Calaiò, più intraprendente e
voglioso di andare in rete nel secondo
tempo.
Gli ingressi di Trotta e Pià, ad un quarto
d’ora dalla fine, in un momento di
difficoltà per gli azzurri, non hanno
immediatamente sortito gli effetti sperati
ed il forcing finale del Cesena ha
continuato ad insidiare il vantaggio
partenopeo. Solo nei minuti di recupero i
due innesti hanno potuto dare il loro
contributo alla causa, dimostrando come il
loro contributo nel finale di campionato
potrà essere prezioso; Pià con un paio di
accelerazioni in contropiede, che però non
hanno avuto la stessa fortunata sorte di
quelle delle ultime settimane, e Trotta con
la rete a tempo scaduto del 2-0, che ha
segnato definitivamente la vittoria del
Napoli ed il sorpasso sul Genoa.