(ARTURO MINERVINI) - Che
fosse un Napoli dalla trazione
anteriore lo si era detto durante
tutta l' estate (considerata anche
la campagna acquisti) e lo si era
capito nelle prime uscite stagionali
tra amichevoli e Coppa Italia. La
conferma è arrivata all' esordio in
campionato contro il Treviso con un
Napoli capace in ogni momento di far
male alla squadra di Bortoluzzi ma
che allo stesso tempo subito in
difficoltà quando viene attaccato.
Terrificante il tridente del Napoli,
con De Zerbi e Calaiò a svariare sul
tutto il fronte offensivo e con
Bucchi pronto a colpire al primo
pallone buono in area di rigore.
Parte male il campionato degli
azzurri che nel primo tempo soffrono
l' inferiorità numerica a
centrocampo e le difficoltà di
Bogliacino ad entrare nel ritmo
partita. Senza il suo regista gli
azzurri si affidano a Roberto De
Zerbi, vera luce degli undici di
Reja. Dal piede dell' ex Catania
partono tutte le azioni più
pericolose del Napoli: è suo l'
assist per la zampata di Bucchi, è
sua la verticalizzazione per Grava
da cui scaturisce il raddoppio
azzurro. Se l' asse De Zerbi Grava
funziona alla grande il Napoli
conferma ancora una volta una sua
grossa lacuna: Savini non è il
miglior interprete nel ruolo di
terzino sinistro in particolare in
un modulo, il 4-3-1-2, dove la
spinta dei difensori risulta
fondamentale per non rendere il
gioco troppo prevedibile. Non è un
caso se nei primi 45 minuti il
Napoli giochi esclusivamente sulla
destra, con la duplice conseguenza
di facilitare al Treviso la
copertura e togliere dal gioco Dalla
Bona isolato sul centro-sinistra . E
non è un caso se la fluidità del
gioco migliori nella ripresa, quando
De Zerbi si sposta sulla sinistra.
Tra tante note positive, vi è anche
una “stecca” nella gara di oggi: il
reparto difensivo. Molto male
Cannavaro che perde Beghetto nella
prima rete trevigiana, ma più in
generale è l' intero reparto che non
sembra dare quelle garanzie che Reja
sperava. Da rivedere anche l'
approccio alla gara per un Napoli
che rischia di perdersi in inutili
leziosismi e smarrire la giusta
concentrazione. Riaprire una gara
praticamente archiviata per due
dissattenzioni nel giro di sessanta
secondi non è da grande squadra.
Fortunatamente il gioiello di Dalla
Bona ha spazzato via ogni timore a
dimostrazione delle grandi
individualità della squadra. In ogni
caso ci sarà da lavorare molto su
questo aspetto ma con quei tre lì
davanti, vi assicuro, se ne vedranno
delle belle.