(ARTURO MINERVINI) - Quanto
amaro ci lascia questa trasferta di
Vicenza. Avremmo almeno voluto
archiviarla con una vittoria, frutto
di un non gioco sconcertante ma che
sarebbe valsa in ogni caso 3 pesanti
punti da sommare in classifica.
Sarebbe bastata più calma, più
attenzione e meno nervisismo da
parte di tutti. Ma, forse, il
problema ha radici ben più profonde.
Contro un avversario di modestia
disarmante il Napoli di presentava
al Menti spinto dall' entusiasmo
residuato dalla gara vittoriosa con
il Rimini. Era lecito aspettarsi
tutt' altra prestazione. Invece una
sincera e scarna analisi racconta di
42 minuti orribili nella prima
frazione intervallati dalla gioia
fugace - e a posteriori illusoria-
della bella rete di Emanuele Calaiò.
Si badi bene merito esclusivamente
dell' attaccante palermitano e non
certo risultante di una parvenza di
gioco. Nella ripresa ancora peggio.
Azzurri in assoluta balia dei
vicentini, mai capace di fraseggiare
o di azzardare la minima ripartenza.
Non si cerca ne la provocazione ne
l' iperbole se si dice che nella
ripresa - ed anche nel primo tempo-
il Napoli non sia riuscito a fare
tre passaggi di fila. A maggior
ragione e viste queste
considerazioni la rabbia è ancor
maggior se si pensa che la vittoria
era lì a portata di mano se non ci
si fossero messe le scelte
inponderate di Reja e la inutile
animosità di Savini. Da un lato il
tecnico goriziano stravolge la
squadra togliendo Calaiò
(rinunciando del tutto ad attaccare)
per Giubilato e spostando Doimizzi
al centro formando la alquanto
bizzara coppia di mediani con il
povero Gatti. Dall' altro l' ex
terzino della Fiorentina reagisce in
maniera spropositata al
comportamento antisportivo del
Vicenza. Morale? Napoli in 10 Reja
che non chiama immediatamente il
cambio, Domizzi spaesato rispedito
ad interim sulla fascia sinistra che
non sale a tempo per il fuorigioco e
Cavalli che firma il pari
definitivo. Oddio non che la squadra
di Gregucci non avesse meritato.
Solo un grande Iezzo aveva negato la
gioia ai padroni di casa. Un vero
PAPOCCHIO insomma. E non si cerchino
come attenuanti le assenze di Dalla
Bona ed Amodio. Quelle relative all'
organico sono valutazione che si
sarebbero dovute compiere nelle sedi
e nei tempi opportuni e se si è
scelto di non intervenire e di dar
fiducia ad alcuni giocatori bisogna
assumersene la responsabilità. Tra
l' altro non è certo Gatti il
colpevole della pessima prestazione.
La verità è che il Napoli non gioca,
non costruisce non fraseggia e
fatica nonostante l' immenso
potenziale a trovare la via della
rete. Ci fa quasi tenerezza Bucchi
abbandonato a se stesso nelle
trequarti avversaria, ma non è certo
colpa sua, ma di un sistema senza
fondamenta. Non sempre ci si può
affidare alla sorte. Caro Reja va
sempre tutto bene? Se lo dice lei...