• PALLANUOTO - IL GIRONE D FINALMENTE AI NASTRI DI PARTENZA •

26/2/2005
(Carmen Credendino) -

Dopo polemiche e strani “balletti”, oggi in vasca le squadre campane

Quanto accaduto alle squadre di pallanuoto campane iscritte al campionato di serie D, potrebbe ritenersi un lieto fine. Bislacco, ma pur sempre lieto. Cominciando dal finale della storia, si registra che il loro campionato, seppur con tre settimane di ritardo, inizia. Stante così le cose, non ci sarebbe motivo di soffermarsi su una notizia che non fa notizia. Eppure rischiando anche di risultare pedanti ed impopolari, ci si potrebbe- il condizionale ritorna- interrogare sui motivi che hanno inciso sulla variazione del calendario delle partite. Allora diviene opportuno ricordare che a far slittare l’inizio del campionato in questione, è stata la volontà delle quattro squadre salernitane di scindersi e di costituire un girone a sé. Presumibilmente per garantirsi la qualificazione di almeno una di loro alla fase dei playoff. Nonostante un primo momento nel quale le altre cinque squadre campane ( tutte napoletane) hanno manifestato malumori e rimostranze, tutto sembra essersi appianato. Il campionato ha inizio. Avrà vinto la voglia di queste società, dapprima ritenutesi parti lese, di mettere comunque da pare le polemiche iniziali? Sarà. E poi, la decisione della Federazione, di accettare la richiesta delle società salernitane, è avvenuta per dirimere definitivamente quella che appariva una sterile querelle? Ci si augura sinceramente di si. Altrimenti triste sarebbe intravedere nell’appianarsi della situazione, una sorta di opportunismo “di conseguenza”, che garantirebbe, magari, analoghi calcoli fra le restanti squadre del girone. Rimane ferma la speranza che i tanti “papocchi”, più o meno raffinati, che corrompono lo sport a certi livelli, non abbiano radici anche in questa situazione, ormai già di ieri. Tanto disincanto farebbe male un po’ a tutti. A quegli sportivi che, nell’ambito di queste categorie, con impegno agonistico, ma soprattutto per il piacere di abbinare all’attività fisica uno sprone maggiore, giocano ancora per il gusto di giocare. E sarebbe scorante anche per coloro che seguono con sincero interesse le vicende, fatte di successi e sconfitte, di quelle società che si impegnano nella promozione dello sport che non è, almeno evidentemente, mercato e profitti, ma sana passione e competizione. E giacché, finalmente, è arrivato il momento di dimostrare il valore in acqua, si sta a vedere bandendo i malpensanti. E poi le favole insegnano che tutti vissero felici e contenti. Almeno fino a prova contraria.



 

 

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