• FABIO VIOLETTI: “CONCENTRATI POSSIAMO BATTERE CHIUNQUE” •

25/12/2005

ESCLUSIVA: (dal cartaceo di dicembre MICHELE CAIAFA) - Questo mese, cari amici del mensile di “PianetAzzurro”, abbiamo intervistato colui che in vasca indossa la calottina numero uno dell’Atlantis Posillipo, l’estremo difensore della porta rossoverde, Fabio Violetti. Violetti è nato a Napoli l’1/2/1974, è alto 191 cm. ed ha un peso forma di 83 Kg. E’ cresciuto nelle fila della Canottieri Napoli, circolo da sempre fucina di grandi portieri, dove ha giocato fino a due anni fa, quando poi si è trasferito alla corte del presidente Umberto Ritondale.
Allora caro Fabio, partiamo proprio dal ruolo che tu occupi in vasca. Essendo tu un portiere e volendo fare un parallelo con il calcio, secondo te, dov’è maggiormente determinante la figura dell’estremo difensore?
“Partendo dal fatto che in tutti gli sport di squadra, dove è presente la figura del portiere, questo ruolo è importante se non determinante per le prestazioni dell’intera squadra, io penso, senza essere considerato arrogante, e senza nulla togliere ai portieri di calcio, che l’estremo difensore nella pallanuoto sia più determinante. Le gare di pallanuoto si dividono in due momenti: la fase d’attacco e la fase di difesa. Le nostre squadre non hanno centrocampo, quindi in un match di 32 minuti effettivi, al portiere capita di dover intervenire molte volte. Il nostro, lo definirei un ruolo dinamico/attivo. Invece ai portieri di calcio, alle volte capita che per intere gare, non debbano intervenire nemmeno una volta”.
Il campionato ve lo giocherete, come sta capitando negli ultimi anni, contro le solite tre antagoniste: Recco, Savona e Brescia. Ma quale delle tre temete di più, in ottica scudetto?
“Temiamo il Posillipo. Mi spiego: questo, come quello dello scorso anno, è un campionato molto equilibrato. Ai blocchi finali, arriveranno con ogni probabilità, quelle quattro compagini prima citate. A quel punto, conterà molto la forma fisica e mentale. Se lo stato nostro psico-fisico è al massimo, non temiamo proprio nessuno, perché basta che una di quelle compagini, non sia in forma psico-fisica perfetta, per beccarle da noi. Poi, dovesse capitare che tutte e due le compagini in vasca hanno raggiunto il livello massimo di concentrazione mentale e di forma fisica, allora a quel punto, data l’elevata portata dei valori in acqua, la partita verrà decisa semplicemente da degli episodi, o anche da un unico episodio”.
Fabio, non sei stato convocato per il collegiale del 18/22 dicembre dal C.T. Melara. Come l’hai presa? Ti sei sentito con il nuovo commissario tecnico?
“Diciamo subito che sia io, che i miei compagni di Nazionale, abbiamo tutti delle responsabilità per il fatto che le cose non siano andate bene, nelle ultime due spedizioni: le Olimpiadi del 2004 ed i Mondiali di quest’anno. Quindi accettiamo tutti le decisioni del C.T. Personalmente poi, ho anche sentito Melara, che ha detto che se facciamo bene, per tutti noi, le porte della Nazionale saranno sempre aperte”.
Ed allora in bocca al lupo Fabio, a te ed a tutto l’Atlantis Posillipo, per il prosieguo della stagione.
 

 

 
 

 

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